29-05-20 NEWS DAI PARLAMENTARI ELETTI ALL’ESTERO ED ALTRE COMUNICAZIONI

01– C. Fanti : In America latina la protesta non va in quarantena. Pandemonio. Ecuador, Cile, Bolivia tornano nelle piazze sfidando le misure di contenimento del Covid per manifestare contro le decisioni dei governi: tagli alla spesa pubblica, blocco delle elezioni, sistemi sanitari al collasso, di
02 – «Plandemic» e l’universo oltre le fake news. Stati Uniti. Un film complottista sul Covid-19 è diventato un «colossal» con milioni di visualizzazioni e condivisioni
03 – La Marca (Pd): accolto dal governo il mio ordine del giorno sul sostegno alle camere di commercio estere
04 – PD: all’estero, cominciata discussione pdl per l’istituzione della bicamerale a loro dedicata
05 – Schirò (Pd): l’Europa per la ripresa. Un impegno fuori dal comune. “
06 – Schirò (Pd) – esenzione IMU: il mio O.d.g accolto dal governo come raccomandazione Ritengo importante un intervento del Governo mirato ad esentare gli italiani residenti all’estero dal pagamento dell’IMU e della Tari sulle case di loro proprietà in Italia
07 – La Marca. “CUORE ITALIANO”: una bella storia dei cavalieri della repubblica italiana del New Jersey.
08 – Schirò (Pd): la pandemia non rallenti gli adempimenti da affrontare per garantire i nostri connazionali nel dopo brexit.
09 – Schirò (Pd): si ritorni prima possibile alla libertà di movimento tra gli stati europei .
10 – Massimo De Carolis: David Hume e Adam Smith, due solitudini operose in cerca di condivisione. Protagonisti del Settecento. Legati per quasi 30 anni, sia David Hume che Adam Smith pensavano l’amicizia come forma esemplare del rapporto tra umani: «Il miscredente e il professore» di Dennis Rasmussen
11 – Nelle favelas, contro neri e poveri, la violenza è di Stato. Brasile. Ogni anno la polizia uccide 10mila giovani, abusi continui che non si traducono mai in inchieste e punizioni dei responsabili, nascosti dietro “la legittima difesa”.
12 – Moreno taglia le spese, nuova protesta in vista – Ecuador. Il governo annuncia il taglio di oltre quattro miliardi di dollari in spese pubbliche dando la colpa al Covid-19. Ma le riforme di austerity erano cominciate ben prima
13 – Merlo ( MAIE) PICCOLA GRANDE RIVOLUZIONE . Su impulso del Sottosegretario Merlo e del CGIE la Farnesina amplia le prerogative dei COMITES
14 – Mirella Giai (Maie): “forte partecipazione delle donne nel nostro movimento” videoconferenza co
15 – I FATTI DELLA SETTIMANA, dl liquidità, la Camera conferma la fiducia. Ecco cosa cambia. Limitazione della responsabilità d’impresa per gli infortuni Covid, autocertificazioni per accelerare le procedure, ampliamento dei beneficiari, allungamento dei tempi per la restituzione dei prestiti. ordinamento Maie Sudamerica pari opportunità.
16 – Politica Estera | Farnesina, Sottosegretario Merlo partecipa a riunione di maggioranza con ministro Di Maio e colleghi.
17 – Carlo Lania: Caso Open Arms, Renzi a gamba tesa sul premier Conte – Muto soccorso. Italia Viva si astiene sulla richiesta di processare Salvini. In aiuto dell’ex ministro anche una senatrice 5 Stelle e un ex del Movimento-
18 – URUGUAY è Ufficiale: volo Montevideo-Roma il 3 giugno col Meccanismo Europeo. Merlo: “Grande lavoro dell’Ambasciatore Iannuzzi e della Farnesina”
19 – La ricetta del Brasile: militarizzare la salute pubblica. Bolsovirus. Con il paese nuovo epicentro della pandemia, il governo nomina militari a dirigere il ministero della salute, uno schiaffo in faccia ai professionisti della salute brasiliani. E che fanno questi militari? Niente. Il ministro della salute chiede ai brasiliani di pregare, non sapendo proporre strumenti d’azione

 

01 – C. FANTI : IN AMERICA LATINA LA PROTESTA NON VA IN QUARANTENA. PANDEMONIO. ECUADOR, CILE, BOLIVIA TORNANO NELLE PIAZZE SFIDANDO LE MISURE DI CONTENIMENTO DEL COVID PER MANIFESTARE CONTRO LE DECISIONI DEI GOVERNI: TAGLI ALLA SPESA PUBBLICA, BLOCCO DELLE ELEZIONI, SISTEMI SANITARI AL COLLASSO, di Claudia Fanti
Di fronte alla fame non c’è quarantena che tenga. Così, se il Covid-19 era riuscito finora a liberare le strade dell’America latina dalle proteste anti-governative, tutto indica che il coperchio sta nuovamente per saltare.
La pressione sale in particolare in Ecuador, dove lunedì gruppi di lavoratori e di studenti hanno violato le misure restrittive adottate contro la pandemia per protestare contro l’annuncio del presidente Lenin Moreno di un taglio di oltre quattro miliardi di dollari alla spesa pubblica.
Neppure le minacce lanciate dal segretario generale della presidenza, Juan Sebastián Roldán, rispetto alla «grave responsabilità penale» legata al mancato «rispetto della legge e della normativa sanitaria» sono bastate a intimidire i manifestanti.
Che sfidando la repressione sono scesi in piazza in diverse regioni del paese contro i tagli all’educazione, la riduzione dei salari degli impiegati pubblici, la chiusura di imprese statali e pure contro la cosiddetta “Legge umanitaria”, approvata il 15 maggio al presunto scopo di salvare l’occupazione, ma in realtà diretta a scaricare sui lavoratori tutto il peso della crisi economica.
«Con questa legge tutt’altro che umanitaria torneremo tutti a essere schiavi», ha denunciato il presidente del Frente unitario de Trabajadores, Mesías Tatamuez, esigendo dal governo uno stop al pagamento del debito estero per fronteggiare l’emergenza.
È rimasta ancora alla finestra la Conaie, la potente Confederazione delle nazionalità indigene già protagonista dell’insurrezione dello scorso ottobre. Ha deciso, «por ahora», di concentrarsi sulla protezione delle comunità, ma lanciando un esplicito messaggio al governo: «A tempo debito scenderemo in strada per esigere dal presidente la deroga di questi decreti».
Segnali di ripresa delle mobilitazioni arrivano anche dal Cile, dove il Covid-19 ha messo necessariamente in stand-by la rivolta contro Piñera esplosa il 18 ottobre scorso. Diverse manifestazioni hanno luogo da giorni a Santiago dove, ancora martedì, la gente è scesa in strada per protestare contro l’abbandono delle fasce più vulnerabili e i ritardi degli aiuti promessi dal governo per far fronte alla crisi.

La sola risposta che i manifestanti hanno ottenuto è però l’unica di cui sembra capace Piñera: la repressione dei carabineros a colpi di idranti e di gas lacrimogeni e la condanna del prefetto Felipe Guevara, secondo cui la mancanza di cibo «non giustifica» la violazione della quarantena.

Nel paese con il più alto numero di contagi per milione di abitanti, le cosiddette «proteste per la fame» non sono però destinate a spegnersi: mentre il sistema sanitario è vicino al collasso, la famigerata “Legge di protezione dell’impiego” ha prodotto la sospensione dei contratti di lavoro per almeno 600mila persone.

Proteste e blocchi stradali sono ripresi anche in Bolivia dove a La Paz, a Cochabamba, a Santa Cruz e in altri luoghi diventano sempre più frequenti le manifestazioni contro la gestione della pandemia da parte del governo di Jeanine Añez e contro il ritardo nella convocazione delle elezioni generali (che avrebbero dovuto svolgersi il 3 maggio).
Nel braccio di ferro tra il Congresso dominato dal Movimiento al Socialismo, che ha fissato come termine ultimo per la realizzazione delle elezioni il 2 agosto, e il governo golpista, interessato a posticipare quanto più possibile il processo elettorale, il vicepresidente del Mas Gerardo García ha lanciato un chiaro ultimatum: se entro il 31 maggio l’organo elettorale non fisserà la data del voto, «non riusciremo più a contenere la base».

 

02 – «PLANDEMIC» E L’UNIVERSO OLTRE LE FAKE NEWS. STATI UNITI. UN FILM COMPLOTTISTA SUL COVID-19 È DIVENTATO UN «COLOSSAL» CON MILIONI DI VISUALIZZAZIONI E CONDIVISIONI, di Giulia D’Agnolo Vallan
Ci è voluta una menzogna presidenziale ancora più macroscopica delle solite perché, dopo quattro anni di silenzio complice, Twitter intervenisse, sbugiardando con un’etichetta in blu «informatevi sui fatti!» l’ennesima esternazione di Donald Trump. L’improvvisa presa di coscienza della piattaforma di Jack Dorsey -pare non un episodio isolato, visto che il fact checking sta continuando ad ogg i- potrebbe essere arrivata troppo tardi.

COME NOTA Jason Zangerle, in un interessante articolo uscito sul «New York Times Magazine» di domenica, il Covid-19 (paradossalmente, visto che si tratta di un virus e quindi di una «storia» a sfondo scientifico) avrebbe dato la stura definitiva e irreversibile al maelstrom in cui il trumpismo ha precipitato la nozione di una narrativa comune, ancorata al concetto di plausibilità.
Tra adesso e le elezioni, «un buon numero di americani accetteranno o rifiuteranno una storia solo a seconda di chi la racconta», scrive Zangerle, anticipando l’entrata di un universo che va – se pensabile – persino oltre le fake news, ed è simbolicamente annunciato dall’arrivo del nuovo, surreale, spot elettorale American Comeback, in cui Trump salva due milioni di americani dallo sterminio del Covid-19, trionfando sui nemici (Nancy Pelosi, Cina e Chuck Schumer), acclamato da folle di cittadini con mascherina, e con l’appoggio dei governatori democratici di New York e California – mentre una formazione di aerei militari sfreccia avanti e indietro nel cielo blu. Vedere per credere -è disponibile online.

Come è disponibile quasi tutta l’ informazione e la disinformazione che circolano su Covid-19 e i suoi corollari, ancora più urgente e allo stesso tempo pericolosa, mentre il paese cerca di funzionare in gradi diversi di lockdown e siamo ancora più ancorati agli schermi che mai.

COSÌ può succedere che, mentre Hollywood si interroga sul futuro del cinema in sala e si chiede se bisogna cambiare le date degli Oscar 2021, in rete si fa strada un colossal di 26 minuti che è più gettonato di Steve Carell con la sua reunion di The Office o dell’annuncio di City of Lovers di Taylor Swift.
Plandemic è la creazione di un oscuro produttore di nome Mikki Wills, convinto – pare – che il virus sia frutto di un complotto delle elite che intendono trarre profitto dall’eventuale vaccino ideato per combatterlo. Nel video sono intervistati esperti già ampiamente screditati come la scienziata Judy Mikovits, che si definisce una vittima del complotto di sopra, e i cui studi contro il Covid sarebbero stati sabotati ingiustamente. Ma l’interesse dell’oggetto non sta tanto nei suo contenuti – un riciclaggio di affermazioni tendenziose e false sulla pandemia – quanto nella velocità e nella vastità del suo diffondersi, fino a diventare parte delle conversazione mainstream e quindi – nel clima culturale e politico di oggi, se non «vero» almeno bizzarramente rilevante.
Plandemic era stato postato dall’autore stesso, il 4 maggio scorso, su Facebook, YouTube e Vimeo.

COME PREVEDIBILE, in breve è diventato un piccolo cult condiviso sulle pagine Facebook di gruppi anti-vaccino e di sostenitori di varie teorie del complotto. E fin lì nessuna sorpresa. Entro una settimana, però, era stato visto da circa 8 milioni di persone, generando a sua volta -dalle pagine dei social in cui era stato originato – un’interminabile catena di post. Facendosi largo, con l’appoggio di un gruppo di credenti di QAnon (25.000 membri), di una ginecologa antivaccinista apparsa sul programma di Oprah Winfrey (con mezzo milioni di seguaci su Facebook), della pagina del gruppo Reopen Alabama, di un lottatore professionista di arti marziali (70mila followers) e di un’attivista antiObamacare recentemente sconfitta alle elezioni per il senato dell’Ohio (20.000 followers) entro metà maggio, Plandemic, solo su Facebook ha generato due milioni e mezzo di likes, commenti o condivisioni, contro i 618.000 della riunione del cast di The Office. Questo nonostante le teorie del fossero state analizzate e decostruite da un lungo reportage del sito di giornalismo investigativo «BuzzFeed». O forse, come direbbe Zengerle, proprio per quello.

 

03 – LA MARCA (PD): ACCOLTO DAL GOVERNO IL MIO ORDINE DEL GIORNO SUL SOSTEGNO ALLE CAMERE DI COMMERCIO ESTERE. “Continua in modo costante il mio impegno volto a valorizzare e sviluppare l’apporto che le Camere di commercio italiane all’estero danno ai processi di internazionalizzazione del nostro sistema economico e professionale. 27 MAGGIO 2020

In occasione dell’approvazione alla Camera del Decreto “Liquidità” o “Imprese”, il Governo si è dichiarato favorevole all’ordine del giorno da me presentato e firmato anche dai colleghi Schirò, Quartapelle, Ungaro, Fitzgerald Nissoli, Carè, Longo e Sangregorio, con il quale si chiedeva un significativo aumento delle risorse stanziate per il cofinanziamento dei progetti delle CCIE per quest’anno e per il periodo di rilancio post Covid-19, da prevedere nei prossimi provvedimenti.

La mia profonda convinzione è che la ripresa post Covid-19 possa avvenire utilizzando in modo oculato e selettivo le risorse che si stanno finalizzando a tale scopo e soprattutto ricorrendo a strumenti che da subito possano operare efficacemente sul campo perché hanno esperienza e competenze acquisite. Sarebbe contraddittorio cercare di reperire risorse anche importanti se poi mancano gli snodi operativi che possano consentire di realizzare un’azione diffusa, penetrante ed efficace. Chi può farlo meglio delle 74 Camere di Commercio che in 53 Paesi del mondo organizzano le locali business community e che associano 20.000 imprese, sviluppando annualmente più di 300 mila contatti di affari?

Questo vale soprattutto per sostenere l’azione delle piccole e medie imprese all’estero, chiave di volta del sistema economico italiano, in un quadro di affermazione delle nostre produzioni e di promozione dell’immagine del prodotto italiano nel mondo.

Ora si tratterà di arrivare ad un sostegno concreto dell’azione delle CCIE e già il Decreto “Rilancio” può essere la prima occasione da cogliere. Per quanto mi riguarda, continuerò a perseguire questa prospettiva e mi auguro che questo impegno possa continuare a svolgersi in maniera unitaria, come è avvenuto per questo ordine del giorno”.
On./Hon. Francesca La Marca, Ph.D. – Circoscrizione Estero, Ripartizione Nord e Centro America

 

04 – ITALIANI ALL’ESTERO, COMINCIATA DISCUSSIONE PDL PER L’ISTITUZIONE DELLA BICAMERALE A LORO DEDICATA Roma, 27 maggio 2020. «Alla Camera dei Deputati, in Commissione Affari esteri, è iniziata oggi la discussione delle proposte di legge volte all’istituzione di una nuova commissione bicamerale, la quale dovrà occuparsi delle questioni inerenti l’emigrazione e la mobilità dei nostri connazionali nel mondo. Se l’iter legislativo di queste proposte giungerà con successo alla sua conclusione sarà stato, questo, il frutto di un impegno trasversale di tutti gli eletti all’estero; impegno che è stato confermato, anche oggi, dal sostegno di diversi gruppi politici in III Commissione». È quanto affermano in una nota congiunta i parlamentari eletti nella circoscrizione estero, i quali aggiungono: «In maniera unanime si è stabilito di istituire il comitato ristretto, al fine di elaborare, nei prossimi giorni , un testo unificato di tutte le proposte presentate; così da accelerarne il percorso parlamentare e arrivare presto al voto finale».

Billi, Borghese, Carè, Fantetti, Fitzgerald Nissoli, Fusacchia, Garavini, Giacobbe, La Marca, Schirò, Siragusa, Ungaro

 

05 – SCHIRO’ (PD): L’EUROPA PER LA RIPRESA. UN IMPEGNO FUORI DAL COMUNE. “La crisi ha effetti di contagio in tutti i paesi e nessuno può ripararsi da solo”. Questa la premessa di Ursula von der Leyen presentando al Parlamento europeo il Next generation EU. 27 maggio 2020
In concreto, 2400 miliardi di euro per la ripresa. La novità, rispetto alle misure già note, è un Recovery Fund da 750 miliardi, di cui 500 a fondo perduto e 250 in forma di prestiti a lunga scadenza e a basso tasso di interesse.
La disponibilità per l’Italia si aggira intorno ai 172 miliardi, 81.807 miliardi come aiuti a fondo perduto, 90.838 come prestiti.

Un risultato costruito con spirito di solidarietà e senso di un comune destino, rinnovando le ragioni dello stare insieme, senza lasciare nessuno per strada. Un risultato costruito con il dialogo e il rispetto reciproco, senza isterie e lacerazioni sovraniste.
Che destino avrebbe l’Italia senza l’Europa?
Avanti così, insieme. Con la buona politica, visione e progetti lunghi. Non sarà facile ma uniti ce la faremo.
Angela Schirò – Deputata PD – Rip. Europa – – Camera dei Deputati

 

06 – SCHIRÒ (PD) – ESENZIONE IMU: IL MIO ODG ACCOLTO DAL GOVERNO COME RACCOMANDAZIONE Ritengo importante un intervento del Governo mirato ad esentare gli italiani residenti all’estero dal pagamento dell’IMU e della Tari sulle case di loro proprietà in Italia. 27 MAGGIO 2020
Su questa materia ho presentato un Ordine del giorno (ODG) al Decreto Liquidità (approvato dalla Camera dei Deputati) sul quale il Governo ha espresso un parere favorevole accogliendo come raccomandazione la mia proposta di valutare l’opportunità di introdurre l’esenzione dall’IMU e la riduzione della TARI a favore del lavoratori e dei pensionati italiani residenti all’estero e proprietari di immobili in Italia, prevedendo una nuova normativa che sia strutturata e definita in modo tale che non debba comportare una violazione delle norme del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea.
Il Governo si è impegnato a fare una verifica sulla compatibilità europea, visto che l’eliminazione dell’esenzione a partire dal 2020 era stata presa al fine di evitare il deferimento alla Corte di Giustizia europea da parte della Commissione europea che aveva inviato all’Italia una lettera di costituzione in mora per aver introdotto e mantenuto condizioni più favorevoli per gli iscritti all’Aire in materia di imposte immobiliari ma avendo escluso dalle norme fiscali agevolative i cittadini europei di altra nazionalità e proprietari di casa in Italia.

Nel mio ODG avevo chiesto al Governo di capire l’importanza umana e politica dell’esenzione e di trovare al più presto una soluzione adeguata per venire incontro alle pressanti e giuste richieste delle nostre collettività all’estero che ritengono che lo Stato italiano sia ora venuto meno ad un impegno di riconoscenza e solidarietà nei loro confronti. Per quanto mi riguarda continuerò il mio impegno parlamentare in questa direzione ed auspico che il Governo sappia mantenere i suoi impegni anche disciplinando la materia con una nuova normativa.
Angela Schirò – Deputata PD – Rip. Europa – – Camera dei Deputati

 

07 – ON. FRANCESCA LA MARCA. “CUORE ITALIANO”: UNA BELLA STORIA DEI CAVALIERI DELLA REPUBBLICA ITALIANA DEL NEW JERSEY. 25 MAGGIO 2020
Cari amici, mi permetto di segnalarvi una bella e significativa esperienza che si è sviluppata nel corso di queste drammatiche settimane di lotta contro la pandemia da Covid-19 per merito dell’Associazione dei Cavalieri della Repubblica italiana del New Jersey, guidata dal Presidente Giulio Picolli.
È una delle tante vicende di solidarietà e generosità che si sono susseguite in questi giorni di ansia, di tensione e talvolta di lutto, che hanno visto le nostre comunità impegnate a far sentire la loro presenza e a dare il loro operoso contributo. Ma desidero farla conoscere e sottolinearne il valore per la spontaneità dell’impegno dei protagonisti e per il fatto di avere saputo unire e far combaciare, con gesti semplici e concreti, le due dimensioni dell’italianità: quella dentro i confini nazionali e l’altra che ha messo radici in luoghi di intensa emigrazione, come in questo caso il New Jersey.
Mi fermo qui perché viviamo tempi in cui è giusto che contino i fatti e non le parole. E per questo vi prego di leggere, a pochi giorni della Festa della Repubblica italiana – la nostra festa – questa bella storia dei Cavalieri della Repubblica italiana del New Jersey.

“AGLI ALBORI DEL CORONAVIRUS, tutti noi eravamo sconvolti da quello che stava accadendo in Italia, tanto che abbiamo tenuto una riunione d’emergenza, per stabilire cosa potevamo fare! Il primo gesto fu merito del Grand’Ufficiale Peter Caruso che, seguendo i notiziari italiani, inviò 15.000.00 Euro all’Ospedale Generale di Cosenza per l’acquisto di respiratori.
Decidemmo quindi di fare una raccolta di fondi da inviare alla Protezione civile Italiana. Ma nel frattempo anche gli Stati Uniti furono colpiti gravemente dalla pandemia, per cui, accogliendo le primissime richieste d’aiuto della nostra comunità, decidemmo di rispondere PRESENTI! Sono state acquistate 10.000 mascherine KN95 da fornire alle Polizie locali e agli Sceriffi di due Contee che ne avevano fatto richiesta: una spesa ingente per le nostre modestissime finanze, ma ogni membro del Board si è autotassato per coprirne il costo.
L’Associazione Italiana Ieri Oggi Domani usando i nostri contatti ha fatto una donazione di mascherine alla polizia di Rutherford NJ e ha fornito, gratuitamente e capillarmente, a più di 150 famiglie appartenenti al sodalizio, le mascherine, tutte consegnate a domicilio grazie ai Presidenti Sig. Carmine Gioiello e Sig.ra Gina Lia. La Federazione Siciliana con il Presidente Cav. Sarah Cangialosi, ha acquistato altre mille mascherine per lo Sceriffo della Hudson County.
Il Cav. Angelo Bio e il Cav. Jack Di Piazza hanno fornito mascherine e guanti chirurgici alle locali polizie di East Hannover e Moonachie.
Il Cav. Thomas Bellavia nel pieno della crisi ospedaliera ha donato l’opera di due suoi Dottori, che operano nella sua clinica medica, sua figlia Alanna, è stata in prima linea dirigendo un gruppo di infermiere.
Inoltre, ho chiesto ai nostri grossisti di offrire gratuitamente prodotti alimentari da trasformare in pietanze calde e fredde incluse le nostre pizze rigorosamente Margherite (Tricolore al centro). Si è aperta una gara senza limiti a chi donasse di più.
Ecco alcuni nomi: E&S Food del Cav. Settimo Guttilla, CIBO del Cav. Alessandro Sita, Conca D’Oro dei fratelli Paolo e Ciro Salvia, Clemente Bakery del Cav. Dino Clemente, Leonard Bakery del Cav. Jack Di Piazza. Tutti, ma proprio tutti, hanno risposto al mio appello “IO CI SONO!”. Il Cav. Settimo Guttilla, insieme ai figli Joe, Jerry e Sandro, ha donato oltre 100.000 dollari in prodotti, che tantissime pizzerie hanno trasformato in deliziose pizze consegnate ai veri EROI di questa guerra contro il contagio: Dottori, Infermieri, Assistenti, personale di supporto, polizia e tanti altri ausiliari. Tutti hanno aperto il loro cuore e il loro portafoglio senza se e senza ma!
Va menzionato un altro vero eroe di questa pandemia: il nostro Cav. Dino Clemente, che trasformando gli alimenti e consegnandoli di persona con i figli Maria, Giulia e Donato Natalino ha contratto lui stesso il virus, come tanti altri volontari. Nonostante questo, il Cav. Clemente, costretto a rimanere a casa dal nostro Cav. Thomas Bellavia MD, da sergente di ferro, ha diretto la sua azienda per continuare ad assistere bisognosi, un’azione da libro “CUORE”. Tantissimi Cavalieri hanno contribuito a tutti gli interventi che ho elencato fin qui, l’hanno fatto in silenzio, consapevoli che non era e non è questo il momento dei riconoscimenti e delle gratificazioni, l’importante per noi è soltanto essere presenti, senza campanilismi.
Questa piccolissima storia andava raccontata: noi facciamo parte di una generazione che è nata durante o subito dopo la fine della seconda Guerra mondiale, i nostri padri risposero PRESENTE! incuranti dei rischi, alcuni hanno dato la loro vita, noi abbiamo risposto PRESENTI! nella speranza di riuscire a salvare qualche vita!
Cav. Giulio Picolli (Presidente)
Association of Cavalieri of the Republic of Italy-NJ 16 maggio 2020” Board of Directors Life time board members: Cav. Emeritus, M. Cangialosi, J. Di Piazza, P. Caruso, Cav. Thomas Bellavia, Cav. Fred Berardo, Cav. Angelo Bio, Cav. Dino Clemente, Cav. Settimo Guttilla, Cav. Olga Negrini, Cav. Giulio Picolli On./Hon. Francesca La Marca, Ph.D.
Circoscrizione Estero, Ripartizione Nord e Centro America Electoral College of North and Central America

 

08 – SCHIRÒ (PD): LA PANDEMIA NON RALLENTI GLI ADEMPIMENTI DA AFFRONTARE PER GARANTIRE I NOSTRI CONNAZIONALI NEL DOPO BREXIT. ARRIVA SOLO ORA LA RISPOSTA DEL MAECI ALL’INTERROGAZIONE CHE HO PRESENTATO NEL SETTEMBRE DELLO SCORSO ANNO QUANDO IL CASO DELL’ITALIANA ANNA AMATO AVEVA EVIDENZIATO LE DIFFICOLTÀ E L’URGENZA PER GLI ITALIANI RESIDENTI IN UK DI RINNOVARE LA RICHIESTA DI PERMESSO DI SOGGIORNO IN BASE ALLE NUOVE NORMATIVE ADOTTATE IN MERITO DALLE AUTORITÀ LOCALI («SETTLED STATUS»).
Difficoltà di adeguamento alle nuove procedure che si erano rivelate particolarmente insidiose proprio per i più anziani di residenza in UK, notoriamente meno avvezzi all’uso delle modalità informatiche. 25 MAGGIO 2020
Da allora la fuoriuscita dell’UK dall’Unione europea si è compiutamente realizzata, ma ai cittadini provenienti da Paesi dell’Unione, e quindi anche agli italiani, il governo britannico ha previsto di riconoscere un livello di diritti sostanzialmente equivalente a quello previsto nell’Accordo di recesso.

La risposta, oltre a richiamare elementi già noti, come le misure protettive per i nostri connazionali previste dalla legge 41 del 20 maggio 2019, l’avvio delle procedure di riapertura del consolato di Manchester, per dare sollievo a quelli di Londra e di Edimburgo, investiti dall’ondata dei nuovi adempimenti, e l’apertura di un apposto sportello «settled status» presso il consolato di Londra per facilitare la presentazione delle domande, contiene alcuni dati interessanti.

Dei circa 410.000 italiani residenti, ad oggi 351.600 avrebbero ottenuto il nuovo permesso di residenza. Una ragione in più, nonostante le ulteriori e gravi difficoltà dovute alle conseguenze della pandemia, per accelerare e concentrare gli sforzi, in modo che nessun connazionale resti senza protezione.

Ad ogni buon conto, poiché molte partite riguardanti i cittadini UE, e quindi anche i nostri connazionali, sono aperte e vanno affrontate in sede bi/multilaterale, dai primi mesi di quest’anno ho presentato una risoluzione più organica sull’insieme delle questioni legate alla Brexit, che spero possa essere discussa appena superata la fase di più acuta emergenza.
Angela Schirò
Deputata PD – Rip. Europa –

 

09 – SCHIRÒ (PD): SI RITORNI PRIMA POSSIBILE ALLA LIBERTÀ DI MOVIMENTO TRA GLI STATI EUROPEI . Il Presidente del Bundestag tedesco e quello dell’Assemblea Nazionale francese hanno fatto un appello affinché al più presto si riaprano i confini tra gli Stati europei e si ripristini la mobilità interna alla UE sancita dal trattato di Schengen. È un appello da condividere totalmente e da considerare, anzi, un importante riferimento per l’azione internazionale dell’Italia e degli altri Paesi dell’Unione. 26 MAGGIO 2020
Già alla fine di marzo, nell’appello “Insieme | Together — A Call For European Solidarity In Difficult Times” promosso da me e dal parlamentare tedesco Lars Castellucci, e sottoscritto da 126 parlamentari di 28 paesi europei, dicevamo: “Tra le restrizioni adottate c’è anche quella della chiusura dei confini all’interno dell’Europa. Chiediamo che sia solo un aspetto temporaneo di una serie di misure volte a ridurre i possibili contatti. Sarebbe un errore credere, che gli stati nazionali siano in grado di affrontare da soli le sfide globali che abbiamo davanti. È vero piuttosto il contrario”.

Una risposta di solidarietà e impegno comune è già venuta dagli accordi in fase avanzata sulle misure europee di contrasto alle conseguenze sanitarie, sociali ed economiche della pandemia, misure di cui soprattutto gli stati più esposti, come il nostro, possono e si devono servire. Senza anacronistiche pregiudiziali ideologiche e politicistiche.

Tuttavia, la condizione di una compiuta ed efficace risposta comune è la libertà di movimento nell’area dell’Unione e dello spazio economico europeo.

Lo dico con convinzione politica ed ideale, ma anche con partecipazione umana ed esistenziale, essendo io espressione diretta di quella mobilità di lavoro che ha portato mio padre, al pari di milioni di altri lavoratori italiani, ad insediarsi in Germania e a costituire la propria famiglia. La mobilità peraltro è anche la dimensione culturale ed etica delle nuove generazioni, ad iniziare dalla generazione Erasmus che ha costituito a livello europeo una rete diffusa e penetrante. La mobilità tra gli stati europei è stata il migliore frutto della loro storia recente ed è quindi anche la migliore premessa per il futuro delle nuove generazioni.
Angela Schirò – Deputata PD – Rip. Europa –

 

10 – MASSIMO DE CAROLIS: DAVID HUME E ADAM SMITH, DUE SOLITUDINI OPEROSE IN CERCA DI CONDIVISIONE. PROTAGONISTI DEL SETTECENTO. LEGATI PER QUASI 30 ANNI, SIA DAVID HUME CHE ADAM SMITH PENSAVANO L’AMICIZIA COME FORMA ESEMPLARE DEL RAPPORTO TRA UMANI: «IL MISCREDENTE E IL PROFESSORE» DI DENNIS RASMUSSEN

La biografia dei filosofi illustri è un genere letterario dalle radici antiche, che nell’ultimo mezzo secolo ha ritrovato forza e popolarità, probabilmente perché in molti casi – per esempio quelli di Benjamin, Wittgenstein, Arendt – la vita dei singoli si è intrecciata a tal punto ai grandi drammi della storia, da conferire alle loro biografie veri e propri tratti romanzeschi, capaci di attrarre un pubblico molto più vasto di quello disposto, in genere, a impegnarsi nella lettura di opere filosofiche.
Le premesse non sembrano altrettanto brillanti nel caso di biografi che si siano azzardati a muovere un passo all’indietro, per rivolgersi ai secoli «felici» della filosofia moderna, prima che autori come Marx, Nietzsche o Freud ne minassero la stabilità e le certezze. Benché infatti proprio questa epoca abbia forgiato il prototipo della vita «romanzesca», salvo rarissime eccezioni, i filosofi non sembrano esserne stati contagiati. La loro biografia, di solito, è di una monotonia desolante, del tutto priva di eventi memorabili che non siano la composizione e la pubblicazione di opere destinate ad assorbirne, a quanto pare, quasi tutta l’energia e le pulsioni vitali.
LE VITE SULLO SFONDO
David Hume e Adam Smith sono tutt’altro che eccezioni a questa regola. Non ebbero, entrambi, moglie né figli; non si spostarono dalla Scozia se non per brevi periodi e a malincuore; non conobbero particolari rovesci di fortuna e non parteciparono alla vita politica che in modo cauto e defilato, nonostante il carattere apertamente innovativo e «rivoluzionario» delle loro idee. Hume scrive di se stesso: «quasi tutta la mia vita è stata spesa in occupazioni e progetti di natura letteraria»; e Smith, trasferitosi nel 1767 dalla madre anziana nella piccola Kirkcaldy, scrive che «la mia sola occupazione qui è lo studio, i miei svaghi sono lunghe, solitarie passeggiate in riva al mare. Mi sento comunque estremamente felice, a mio agio e appagato. Non lo sono mai stato, forse, più di così in tutta la mia vita».

Stanti queste premesse, Dennis Rasmussen ha avuto il merito e il coraggio, per primo, di scrivere un libro, Il miscredente e il professore David Hume e Adam Smith: storia di un’amicizia (traduzione di Marco Nani, pp. 334, € 30,00) sulla quasi trentennale amicizia tra i due, sforzandosi di dare a una materia così poco avventurosa quella forma scorrevole e vivace, indirizzata non solo agli accademici ma a un pubblico vasto di potenziali lettori, che già viene annunciata nelle pagine introduttive.

In casi simili, l’espediente più antico, già ampiamente utilizzato in Grecia e a Roma, è il ricorso all’aneddotica: l’insistenza su singoli episodi, capaci di far balenare il legame tra la vita e le idee, anche a costo di condire la realtà storica con le spezie dell’immaginazione letteraria. Di un simile ingrediente, Rasmussen sembra invece deciso a fare un uso molto parsimonioso, a partire dai due casi della biografia di Hume che più si presterebbero allo scopo: la parentesi «mondana» del suo soggiorno a Parigi e la disavventura della lite con Rousseau, che di tale soggiorno segnò la conclusione.

A proposito del successo mondano di Hume a Parigi, Rasmussen commenta come sembri «a dir poco straordinario che un filosofo di cinquantadue anni, alquanto sgraziato, piuttosto corpacciuto, che parlava un francese zoppicante con un accento scozzese decisamente marcato, divenisse l’uomo del momento nella raffinata società parigina». Né ci si dà troppa pena di connettere un tale entusiasmo alla motivazione più ovvia: lo straordinario potenziale innovativo delle idee di Hume, che la Parigi dei philosophes era evidentemente in grado di apprezzare molto più della Gran Bretagna tradizionalista di Edmund Burke e Samuel Johnson.

Quanto alla controversia con Rousseau, Rasmussen la riconduce interamente al contrasto tra la proverbiale «bonomia» di Hume e le manie persecutorie del ginevrino, senza cedere alla tentazione di leggervi, in controluce, un qualche confronto speculativo tra l’autore del «contratto sociale» e il più severo e penetrante critico del contrattualismo dell’epoca moderna.

A rivestire un significato filosofico, nella minuziosa cronaca biografica, non restano così che due momenti di rilievo: la morte di Hume, siglata da Smith con una lettera che, all’epoca, suscitò grande scalpore; e il fatto stesso della profonda e duratura amicizia tra i due autori, cui entrambi riconobbero esplicitamente un valore esistenziale decisivo.

Hume era pubblicamente noto come un «miscredente», scettico su ogni genere di fede religiosa, in aperta sfida al dogmatismo bigotto che era, all’epoca, imperante in Gran Bretagna. Le tensioni polemiche, che a suo tempo erano già costate a Hume l’interdizione dall’insegnamento pubblico, si acuirono nella fase terminale della sua malattia perché, anziché emendarsi, il filosofo esibì un’imperturbabile serenità di fronte alla morte imminente, senza concedere nulla alla tardiva devozione tipica dei moribondi.

Ben consapevole, anzi, dello scandalo che poteva suscitare agli occhi dei credenti più dogmatici una tale mancanza di «timor di Dio», Hume ne accentuò i lineamenti nel breve scritto su La mia vita, composto come una specie di auto-necrologio poche settimane prima della morte. Subito dopo, abbandonando per una volta la sua caratteriale prudenza, Smith decise di affiancarsi all’amico in questa estrema sfida ai benpensanti. Volle perciò rendere pubblica una sua lettera all’editore William Strahan, in cui gli ultimi giorni di Hume venivano descritti con toni volutamente leggeri, e nello stesso tempo quasi eroici, fino a definirlo «uomo perfettamente saggio e virtuoso, quanto forse l’imperfetta natura umana lo permetta».

Rasmussen sottolinea a buon diritto come la formula ricalchi quasi alla lettera quella riferita, nel Critone, al Socrate morente. La morte di Hume veniva così a vestire i panni di un dramma esemplare, che fin dall’Atene antica vede schierati da un lato il coraggio filosofico di chi guarda la verità a viso aperto, e dall’altro la viltà superstiziosa di chi è pronto a piegarsi ai poteri terreni o divini, solo per implorarne una protezione illusoria, umiliante e inutile. Un gesto di estrema amicizia, insomma, che Smith era ben consapevole di dover pagare, negli anni successivi, con l’ostracismo e l’ostilità dei circoli accademici conservatori.

Una rete orizzontale
Veniamo così all’unico aspetto biografico dotato veramente di un significato filosofico, che del resto è anche quello che Rasmussen pone al centro della sua ricostruzione: l’amicizia come forma esemplare del rapporto tra esseri umani, cui tanto Hume quanto Smith tributarono un valore decisivo nella vita privata non meno che nelle opere destinate alla pubblicazione. Per coglierne l’importanza, occorre collegare questo investimento nella amicizia al progetto speculativo più radicale dell’Illuminismo scozzese. Non diversamente dai philosophes parigini, anche Hume, Smith o Ferguson intendevano infatti minare alle fondamenta la legittimità dei rapporti «verticali» di potere.

La strategia però, nel loro caso, non si risolveva nel lanciare un assalto frontale in nome di presunti principi universali. Piuttosto, intendevano mostrare dall’interno, per via analitica, fino a che punto potere e ricchezza dipendessero, in realtà, da una rete sottile e spontanea di rapporti «orizzontali», tramati dai singoli esseri umani, nel loro sforzo costante di avvicinarsi alla felicità.

In altri termini, al potere sovrano non andava contrapposto un qualche «contratto originario» non meno mitologico e, perciò, non meno minaccioso, ma il continuo convergere e contagiarsi tra loro di opinioni, credenze e scelte collettive, capaci di agire silenziosamente nella dinamica concreta della vita civile.

Come sappiamo, nei secoli successivi il progetto è stato ampiamente sfruttato dalla teoria economica e politica di stampo liberale, che non ha mai cessato di appellarsi all’idea di un «ordine spontaneo» di cui tanto il «governo dell’opinione» di Hume quanto la «mano invisibile» di Smith figurerebbero precursori. Una filiazione non del tutto illegittima, naturalmente, ma che ha potuto imporsi solo a condizione di identificare qualunque rete «orizzontale» con i meccanismi ciechi e impersonali del mercato o con quelli aggressivi e manipolatori del controllo dell’opinione pubblica.

Il risultato è la società «neoliberale» in cui viviamo tuttora: una società di estranei, in cui gli automatismi istituzionali tendono a assorbire ogni forma di legame sociale, facendo dell’incremento della propria fetta individuale di denaro o di potere l’unica finalità riconosciuta e, quindi, «l’unico gioco in città». Una società senza soci, insomma, senza amici.

Un esito così infausto è chiaramente agli antipodi della prospettiva tracciata dagli illuministi scozzesi, nei quali l’interazione sociale che sta alla base della società civile non perde mai di vista la vitalità del desiderio e il calore della solidarietà morale. Il fatto è che, nel corso del tempo, l’indagine avviata da Hume e da Smith è stata mutilata del suo pungiglione speculativo: quello capace di mostrare che le forme autentiche di legame sociale devono necessariamente precedere l’identità individuale, per poterne guidare la maturazione e la crescita. L’amicizia come rapporto con un «altro se stesso», irriducibile per definizione alla contrattualità, offre il paradigma classico di una simile dialettica profonda tra sé e gli altri. Solo specchiandoci nell’altro possiamo essere noi stessi, e solo lasciando campo libero a un simile gioco di rispecchiamenti la società può davvero essere «civile».
Il carteggio tra Hume e Smith sulla vera natura della «simpatia», subito dopo la pubblicazione della Teoria dei sentimenti morali, non lascia dubbi su quanto entrambi considerassero centrale questo aspetto nella loro indagine parallela sui fondamenti della socialità umana. E quanto, almeno Smith, fosse consapevole della delicatezza del tema, e dei rischi cui andava incontro la «società commerciale» che stava prendendo forma in quegli anni, lo mostrano i molti passi della Ricchezza delle nazioni apertamente critici sulla cecità, la grettezza e l’irrazionalità di un’esistenza guidata solo dall’imperativo del guadagno monetario.
Comprensibilmente, di questi temi più profondi e più spinosi il libro di Rasmussen non dà notizia se non in modo parziale e indiretto. Ci aiuta però a immaginare fino a che punto anche la vita dei suoi due protagonisti dovesse portarne il segno, tanto da disegnare una perpetua oscillazione tra la ricerca di una solitudine operosa e il desiderio di una condivisione profonda, come è quella tradizionalmente legata all’amicizia filosofica.

 

11 – NELLE FAVELAS, CONTRO NERI E POVERI, LA VIOLENZA È DI STATO. BRASILE. OGNI ANNO LA POLIZIA UCCIDE 10MILA GIOVANI, ABUSI CONTINUI CHE NON SI TRADUCONO MAI IN INCHIESTE E PUNIZIONI DEI RESPONSABILI, NASCOSTI DIETRO “LA LEGITTIMA DIFESA”. E con Bolsonaro va ancora peggio, di Francesco Bilotta
Joao Pedro era un menino di 14 anni e viveva nel Complexo do Salgueiro, una favela nell’area metropolitana di Rio de Janeiro. Si trovava nel giardino di casa quando è stato ferito gravemente dai colpi sparati dalla polizia nel corso di un intervento nel quartiere.

Portato via dall’elicottero impiegato nell’azione, senza che nessuno potesse accompagnarlo, per 15 ore si perdono le tracce del ragazzo: nessuna informazione sulle sue condizioni e sulla destinazione.

Solo il giorno successivo, dopo ripetuti appelli della famiglia e di numerose associazioni, uno scarno comunicato della polizia precisava che il corpo del ragazzo si trovava presso l’Istituto di medicina legale e che le armi erano state usate per «legittima difesa».

Ora l’avvocato della famiglia chiede con insistenza: «Quando è morto il ragazzo? Perché gli agenti di polizia lo hanno trattenuto così a lungo?». Gullherme Boulos, che dirige il Movimento dei lavoratori senza tetto, dichiara che «il ragazzo è vittima della politica genocida contro poveri e neri e, in un periodo di pandemia in cui si difende la vita, la polizia e il governo sono agenti di morte nelle favelas».

Altri due giovani neri, Rodrigo (19 anni) e Joao Vitor (18 anni), sono stati uccisi nel corso di azioni condotte dalla polizia la scorsa settimana a Rio. Sono 24 gli adolescenti che nei primi mesi di quest’anno hanno trovato la morte nei quartieri di Rio durante lo svolgimento di operazioni di polizia e ogni azione violenza degli agenti è stata giustificata come conseguenza di un «atto di resistenza» nei loro confronti.

Lo strumento giuridico dell’atto di resistenza, introdotto durante la dittatura per giustificare la repressione degli oppositori, consente una impunità generalizzata. Una ricerca condotta qualche anno fa dalle Associazioni dei diritti umani, con l’analisi di 12mila autos de resistencia registrati nell’area metropolitana di Rio, ha dimostrato che nel 60% dei casi si è trattato di vere e proprie esecuzioni, con le vittime disarmate o in una situazione di difesa.

Questa «licenza d’uccidere» è alla base del genocidio della gioventù nera e povera del Brasile. Nel 2019, nello Stato di Rio, sono state 1.810 le persone uccise dalla polizia, un terzo del totale degli omicidi, una media di cinque al giorno. E nel 75% dei casi si è trattato di giovani neri tra i 15 e i 29 anni.

Dopo ogni intervento della polizia, che nella metà dei casi si conclude in modo letale, gli agenti non vengono identificati e processati, si ridimensiona la gravità dei fatti e si colpevolizzano le vittime. Ed è quello che è accaduto nel dicembre del 2019 a Paraisopolis, la più estesa favela di San Paolo.

Il brutale intervento della polizia durante una festa di strada per una operazione antidroga si è trasformata, tra spari e inseguimenti, in una strage con la morte di nove ragazzi neri tra i 14 e i 23 anni. I dati dimostrano che non si tratta di incidenti o casi isolati, ma di una violenza istituzionale che viene esercita soprattutto nei quartieri dove il disagio sociale è più acuto.

Una logica genocida che va avanti da decenni nei confronti della popolazione nera e che ora viene anche incoraggiata e giustificata dal governo. Secondo il Forum brasiliano di sicurezza pubblica, ogni anno in Brasile 25-30mila i giovani tra i 15 e i 29 anni vengono uccisi, un terzo durante operazioni di polizia. E per il 75% si tratta di giovani neri.

Nel 2016, sotto la presidenza Dilma, una Commissione parlamentare d’inchiesta, dopo un lungo lavoro di ricerca e analisi degli atti di violenza sulla popolazione nera, attraverso udienze pubbliche e il consulto di specialisti, era arrivata alle seguenti conclusioni: «Riteniamo che l’espressione ‘Genocidio della popolazione nera’ è quella che meglio descrive l’attuale realtà in relazione agli assassini dei giovani neri. Il Brasile non può convivere con una situazione tanto perversa e ignominiosa in cui una parte della popolazione viene decimata. Bisogna ripensare all’azione dello Stato e al ruolo che svolgono gli apparati di polizia e giuridico. Non possiamo consentire che per alcuni il reato porti a un giusto processo e per altri all’esecuzione sommaria. La responsabilità per le azioni violente degli organi di polizia deve essere appurata in tutte le sue dimensioni e riconosciuta come grave violazione dei diritti umani».

L’anno dopo Dilma veniva destituita e il nuovo ministro della giustizia del governo Temer dichiarava che «il Brasile non ha bisogno di ricerche e studi, ma di armi e munizioni per trattare la sicurezza». L’avvento di Bolsonaro e le sue scelte hanno aggravato la situazione.

Lo smantellamento delle politiche sociali sta producendo un ulteriore aumento dei fenomeni di emarginazione, mentre si consente una maggiore flessibilità nell’uso delle armi da fuoco. E saranno i giovani neri a pagare il prezzo più alto.

 

12 – MORENO TAGLIA LE SPESE, NUOVA PROTESTA IN VISTA – ECUADOR. IL GOVERNO ANNUNCIA IL TAGLIO DI OLTRE QUATTRO MILIARDI DI DOLLARI IN SPESE PUBBLICHE DANDO LA COLPA AL COVID-19. MA LE RIFORME DI AUSTERITY ERANO COMINCIATE BEN PRIMA, di Claudia Fanti
Una nuova rivolta rischia di esplodere in Ecuador contro il governo di Lenin Moreno: in piena pandemia, ha annunciato un taglio di oltre quattro miliardi di dollari alla spesa pubblica per evitare «il collasso economico» del paese.

«Tutti i popoli del mondo stanno attraversando momenti difficili, stiamo tutti lottando per fermare i contagi e ridurre le morti, ma allo stesso tempo dobbiamo prendere misure per evitare il crollo dell’economia», ha dichiarato il presidente in un discorso rivolto domenica alla nazione, mentre a Quito risuonava il cacerolazo promosso da vari movimenti sociali.
Il presidente ha ricondotto la necessità dei tagli alla crisi sanitaria che, ha spiegato, ha distrutto 150mila posti di lavoro e causato perdite per 12 miliardi di dollari, evidenziando come il paese non abbia «mai affrontato una situazione così grave».
Tuttavia, le misure di austerity ora riproposte – in controtendenza rispetto a buona parte del mondo – sono iniziate ben prima della pandemia, la cui gestione peraltro è duramente criticata dalle forze popolari.
Già la nomina di Richard Martínez, ex presidente del Comité Empresarial, alla guida del ministero dell’Economia era suonata come un’esplicita dichiarazione di intenti, poi puntualmente tradottasi in una flessibilizzazione della legislazione sul lavoro, in benefici fiscali per le grandi imprese, nel contenimento degli investimenti pubblici.
Finché il paquetazo annunciato il primo ottobre scorso, con l’eliminazione dei sussidi statali ai combustibili e la liberalizzazione del prezzo della benzina e del diesel, non aveva scatenato una delle maggiori rivolte nella storia del paese, durata undici giorni e conclusasi con la revoca delle misure da parte dell’esecutivo.
Resta ora da vedere se a Moreno basterà farsi scudo con la pandemia per evitare una nuova insurrezione.

 

13 – MERLO ( MAIE) PICCOLA GRANDE RIVOLUZIONE . SU IMPULSO DEL SOTTOSEGRETARIO MERLO E DEL CGIE LA FARNESINA AMPLIA LE PREROGATIVE DEI COMITES
Per quanto riguarda la rendicontazione dei bilanci, cambierà la procedura di trasmissione della documentazione; saranno ammesse spese di viaggio anche fuori dalla circoscrizione consolare di riferimento; ammissibili anche le spese per attività culturali, ricreative e sportive. Una piccola grande rivoluzione per i Comites di tutto il mondo
IMPORTANTI NOVITÀ IN VISTA PER I COMITES. Una piccola grande rivoluzione, che servirà a rendere più efficace il ruolo dei Comitati degli italiani all’estero in tutto il mondo, a beneficio dei nostri connazionali residenti oltre confine.
L’iniziativa, dietro un’importante spinta del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, è del Sottosegretario agli Esteri Sen. Ricardo Merlo, persona che conosce molto bene il mondo dell’emigrazione (è stato Presidente di Comites e Membro CGIE) e sa quanto sia fondamentale il ruolo dei Comites per le nostre comunità.
Ma veniamo ai cambiamenti, tutti positivi, tutti tesi a migliorare lo status quo.
PRIMA NOVITÀ: sono in aggiornamento le regole per la rendicontazione dei bilanci dei Comites. La volontà del ministero degli Esteri è quella di semplificare il più possibile le procedure contabili e abbreviare i tempi per l’erogazione dei contributi. Operazioni più snelle, meno burocrazia, più efficienza.
Cambierà la procedura di trasmissione della documentazione, grazie anche alle innovazioni informatiche implementate dal Direttore Generale per gli italiani all’estero alla Farnesina, Luigi Vignali; prevista anche l’eliminazione del calcolo del cambio in euro per i bilanci dei Comites operanti in Paesi che non adottano l’euro. Misure che sono state richieste a più riprese dagli stessi Comites e dagli uffici consolari.
La novità più importante è che saranno ora ammissibili anche le spese per attività culturali, ricreative e sportive, ove siano finalizzate, ovviamente, a favorire l’integrazione nella società locale dei nostri connazionali. Significa che i Comites avranno finalmente fondi e strumenti per organizzare eventi che riescano a coinvolgere le comunità italiane e allo stesso tempo a promuovere la cultura italiana e il marchio Italia.
NON È ANCORA FINITA. L’ultima novità riguarda la possibilità di ammettere a finanziamento – con l’assenso del MAECI – spese di viaggio per gli spostamenti e l’organizzazione di eventi anche fuori dalla circoscrizione consolare di riferimento
Si tratta di una novità fondamentale: in tal modo si consente ai Comites un più efficace coordinamento delle loro attività non solo nel Paese in cui operano, ma anche con la rete mondiale dei comitati.
Queste modifiche dovrebbero essere operative già a partire dal secondo semestre di quest’anno, proprio per favorire un nuovo slancio per i Comites, di cui saranno i nostri connazionali a beneficiare. Si attende solo il parere del CGIE, che a questo punto appare scontato Nel frattempo, il Segretario Generale del CGIE, Michele Schiavone, con un messaggio ha ringraziato il Sottosegretario Merlo “per avere assunto l’iniziativa e promosso le modifiche sostanziali che saranno utili a rendere più efficace la presenza dei Comites nel mondo”.
La Circolare sarà firmata a breve dal Direttore Generale Vignali, in attesa del parere del CGIE, che – lo diamo per scontato – sarà positivo. Fonte: ItaliaChiamaItalia

 

14 – MIRELLA GIAI (MAIE): “FORTE PARTECIPAZIONE DELLE DONNE NEL NOSTRO MOVIMENTO” VIDEOCONFERENZA COORDINAMENTO MAIE SUDAMERICA PARI OPPORTUNITÀ.
L’incontro, organizzato dalla Sen. Mirella Giai, coordinatrice Pari Opportunità del MAIE, è iniziato con l’intervento di saluto del Sen. Ricardo Merlo, presidente MAIE
Si è tenuta lo scorso sabato, in videoconferenza, la riunione del coordinamento MAIE per le Pari Opportunità del Sud America. All’ordine del giorno diversi temi, tutti legati l’un l’altro: pari opportunità nel mondo dell’associazionismo, il ruolo delle donne nel ventunesimo secolo, la violenza di genere, la discriminazione, tra gli altri.
L’incontro, organizzato dalla Sen. Mirella Giai, coordinatrice Pari Opportunità del MAIE, è iniziato con l’intervento di saluto del Sen. Ricardo Merlo, presidente MAIE e Sottosegretario agli Esteri in questa legislatura.
“E’ stato davvero un incontro positivo, organizzato via Zoom, a cui sono intervenuti da quasi tutti i Paesi del Sud America rappresentanti MAIE, presidenti di associazioni italiane e donne legate al mondo dell’emigrazione”, sottolinea in una nota la senatrice Giai, che aggiunge: “Stiamo portando avanti, tutti insieme, un lavoro straordinario. Abbiamo molto apprezzato il saluto del nostro presidente, Ricardo Merlo. Pur vivendo un momento difficile dovuto alla pandemia, vogliamo fortemente continuare nel lavoro che stiamo portando avanti ormai da tempo a favore delle pari opportunità, contro la violenza di genere e la discriminazione”.
Alla videoconferenza sono intervenuti, per il Venezuela, Ana Maria Di Scipio, membro Comites; dal Brasile Liliana Frenda, esponente del MAIE e consigliere Comites, e Antonio Laspro, del patronato Enasco. Dalla Colombia Patrizia Lanziano e Diana Ravagli, Comites. Dal Perù Federica Carta e Gino Amoretti, dall’Ecuador Salvatore Foti (Pres. Comites), dal Cile Mirella Bonino (Comites), dalla Bolivia Wilma Quinteros (Pres Comites), dall’Uruguay Cinzia Frigo (ex-Console) e Patrizia Bardini (Comites), dal Paraguay José Zanotti e Gisella Di Modica (Comites), dall’Argentina Celeste D’Inca (Comites Mendoza), Maria Sparisci (Santa Fé) e Karina Elmir, vicedirettore dell’Universidad IUNIR.
Anche Franco Tirelli (Presidente del Conites di Rosario) e Mariano Gazzola, coordinatore MAIE Sud America, hanno preso parte alla riunione di coordinamento. Infatti, oltre alle tante donne collegate, presenti anche alcuni uomini che per il Movimento seguono più da vicino il tema delle pari opportunità.
“Proseguiamo nel lavoro di squadra organizzato da Mirella, che in questi ultimi mesi ha continuato a tenere i contatti con tutti i referenti”, dichiara Gazzola. “E’ importante – aggiunge – che le donne si organizzino e comincino ad ottenere la posizione che meritano all’interno delle rispettive comunità italiane e dentro il Movimento Associativo Italiani all’Estero”.
A giugno era previsto a Rosario, in Argentina, il congresso MAIE Pari Opportunità, ma a causa dell’emergenza virus tutto è stato rimandato sine die. Probabilmente all’anno prossimo. “Ma questo tempo non andrà perso – sottolinea Gazzola -, anzi, lo utilizzeremo per continuare a costruire una rete di persone interessate a partecipare, donne soprattutto. Devono essere loro le vere protagoniste”.
“Il ruolo delle donne è fondamentale, da sempre – evidenzia l’esponente del MAIE avviandosi alla conclusione -; basti pensare che se noi dopo tre generazioni abbiamo ancora italianità qui in Sud America lo si deve al loro lavoro. La maggior dei docenti di lingua italiana, per esempio, sono appunto donne, che hanno contribuito a trasmettere la lingua e la cultura italiana all’interno della famiglia, a diffondere l’italianità dentro le istituzioni”.

VIDEOCONFERENCIA RAMA FEMENINA MAIE SUDAMÉRICA
Mirella Giai: “Fuerte participación de las Mujeres en nuestro Movimiento”
El pasado sábado, en videoconferencia, se celebró la reunión de la Coordinación MAIE de Sudamérica para la Igualdad de Género. En la agenda, varios temas: entre otros, igualdad de oportunidades en el mundo del asociacionismo, el papel de las mujeres en el siglo XXI, la violencia de género, la discriminación.
El encuentro, organizado por la Sen. Mirella Giai, coordinadora Igualdad de género del MAIE, comenzó con el saludo del Sen. Ricardo Merlo, presidente MAIE y subsecretario de Asuntos Exteriores del Gobierno italiano.
“Ha sido realmente un encuentro positivo, en el que han intervenido representantes del MAIE casi de todos los países de Sudamérica, presidentes de asociaciones italianas y mujeres vinculadas al mundo de la emigración”, dice en una nota la senadora Giai, que añade: “Estamos haciendo un gran trabajo juntos. Apreciamos mucho el saludo de nuestro presidente, Ricardo Merlo. A pesar de que vivimos un momento difícil debido a la pandemia, queremos seguir trabajando desde hace tiempo en favor de la igualdad de oportunidades, la lucha contra la violencia de género y la discriminación”.
A la videoconferencia intervinieron, por Venezuela, Ana Maria Di Scipio, miembro Comites; por Brasil Liliana Frenda, exponente del MAIE y consejero Comites, y Antonio Laspro, del patronato Enasco. De Colombia, Patrizia Lanziano y Diana Ravagli, Comites. Por el Perù Federica Carta y Gino Amoretti, Ecuador Salvatore Foti (Pres. Comites), Chile Mirella Bonino (Comites), Bolivia Wilma Quinteros (Pres Comites), Uruguay Cinzia Frigo (ex-Console) y Patrizia Bardini (Comites), Paraguay José Zanotti y Gisella Di Modica (Comites), de la Argentina Celeste D’Inca (Comites Mendoza), Maria Sparisci (Santa Fé) y Karina Elmir, vicedirector de la Universidad IUNIR.
También Franco Tirelli (Presidente del Conites di Rosario y coordinador MAIE Argentina) y Mariano Gazzola, coordinador MAIE Sud America, participaron en la reunión. De hecho, además de las muchas mujeres vinculadas, también hay algunos hombres que siguen de cerca el tema de la igualdad de género para el Movimiento.
“Continuamos con el trabajo de equipo organizado por Mirella, que en los últimos meses ha seguido manteniendo contactos con todos los referentes”, afirma Gazzola. “Es importante – añade – que las mujeres se organicen para obtener la posición que merecen dentro de las respectivas comunidades italianas y dentro del Movimiento Asociativo Italiano en el Exterior”.
En junio estaba previsto en Rosario, Argentina, el Congreso MAIE Igualdad de Género, pero debido a la emergencia del virus, todo fue aplazado sine die. Probablemente al proximo año. “Pero este tiempo no se perderá – clarifica Gazzola -, de hecho, lo utilizaremos para seguir construyendo una red de personas interesadas en participar, mujeres sobre todo. Ellas deben ser las verdaderas protagonistas”.
“El papel de las mujeres es fundamental, desde siempre – concluye el exponente del MAIE-; basta pensar que si nosotros después de tres generaciones tenemos aún italianidad aquí en Sudamérica se lo debe a su trabajo. La mayoría de los profesores de lengua italiana, por ejemplo, son precisamente mujeres, que han contribuido a transmitir la lengua y la cultura italiana dentro de la familia, y a difundir la italianidad dentro de las instituciones”. Fonte: ItaliaChiamaItalia

 

15 – I FATTI DELLA SETTIMANA, DL LIQUIDITÀ, LA CAMERA CONFERMA LA FIDUCIA. ECCO COSA CAMBIA. LIMITAZIONE DELLA RESPONSABILITÀ D’IMPRESA PER GLI INFORTUNI COVID, AUTOCERTIFICAZIONI PER ACCELERARE LE PROCEDURE, AMPLIAMENTO DEI BENEFICIARI, ALLUNGAMENTO DEI TEMPI PER LA RESTITUZIONE DEI PRESTITI.
Sono alcune delle novità che vanno a modificare i contenuti del decreto liquità, il provvedimento che ha incassato ieri la fiducia della Camera con 310 voti a favore, 228 no e una astensione. Il via libera di Montecitorio in prima lettura al provvedimento è atteso per oggi, 27 maggio.

NELLE INTENZIONI DELL’ESECUTIVO, che punta a una ratifica rapida al Senato per far entrare in vigore in fretta le novità, il decreto non dovrebbe più cambiare. Il provvedimento va convertito in legge entro il 7 giugno, quindi i tempi si fanno stretti. La conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama ha deciso che l’Aula del Senato esaminerà il decreto dal 3 al 5 giugno.
PER APPROFONDIRE
ALTRE STORIE
CORONAVIRUS, ALTRI 397 CASI E 78 MORTI
Sono 230.555 i casi totali di coronavirus alle 17 di martedì 26 maggio, in crescita di 397 unità rispetto al giorno precedente (+0,17%). Gli attualmente positivi, risultano invece 52.942, ossia 2.358 in meno rispetto alla giornata di lunedì (-4,26%). I morti registrati in un giorno sono stati 78 e portano il totale dall’inizio dell’epidemia a quota 32.955 (+0,23%). Nelle ultime 24 ore si contano 2.677 guariti (+1,88%). La mappa di Lab24.
PER SALVARE ALITALIA SPESI 12,6 MILIARDI IN 45 ANNI
Un totale di 12,6 miliardi di euro in 45 anni. Tanto è costata Alitalia allo stato italiano, se consideriamo anche i 3 miliardi di euro stanziati dal Dl rilancio per nazionalizzare il vettore. Eppure mancano, ancora oggi, un piano industriale e un amministratore delegato. L’analisi di Gianni Dragoni.
MACRON: 8 MILIARDI ALL’INDUSTRIA DELL’AUTO PER LA LEADERSHIP DELLE ELETTRICHE
Il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato un piano di rilancio da 8 miliardi di euro del settore auto, composto da misure di sostegno della domanda, degli investimenti e della rilocalizzazione in Francia. Gli obiettivi strategici sono le vetture elettriche e a guida autonoma, con l’obiettivo di trasformare l’industra nazionale in un avamposto europeo per l’auto pulita.
AL VIA I TEST SIEROLOGICI, MA L’AFFLUENZA È BASSA
Via ai test sierologici su un campione di 150mila persone distribuite in duemila comuni italiani. L’operazione ha l’obiettivo di mappare la diffusione del virus. Sono iniziati ieri i primi prelievi, a seguito delle chiamate iniziate ieri da parte della Croce Rossa Italiana (Cri) ai cittadini selezionati nel campione Istat.
OPEN ARMS, NO DELLA GIUNTA AL PROCESSO: i renziani «salvano» Salvini
Con 13 sì a favore della relazione del presidente Gasparri, 7 no e 3 astensioni la Giunta per le immunità del Senato ha respinto la richiesta di autorizzazione a procedere per l’ex ministro Matteo Salvini sul caso Open Arms. Italia viva ha deciso di non partecipare al voto sulla vicenda Open Arms.

 

16 – POLITICA ESTERA | FARNESINA, SOTTOSEGRETARIO MERLO PARTECIPA A RIUNIONE DI MAGGIORANZA CON MINISTRO DI MAIO E COLLEGHI. SI È PARLATO, TRA LE ALTRE COSE, DI LIBIA E DI TENSIONI IN MEDIO ORIENTE, DEL DECRETO MISSIONI, DELLA POSIZIONE DELL’ITALIA NELLO SCACCHIERE GEOPOLITICO INTERNAZIONALE, OLTRE CHE DI SCELTE IN AMBITO DI COOPERAZIONE E SVILUPPO. E DI ITALIANI NEL MONDO, NATURALMENTE.
All’incontro, tenutosi in videoconferenza e presieduto dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, hanno partecipato i Viceministri Sereni e Del Re, i Sottosegretari Merlo, Di Stefano, Scalfarotto, e i parlamentari Mario Borghese (MAIE), Lia Quartapelle, Alessandro Alfieri, Emanuele Fiano, Piero Fassino (PD); Gennaro Migliore (Iv); Pino Cabras, Marta Grande (presidente della Commissione Esteri della Camera), Vito Petrocelli (presidente della Commissione Esteri del Senato) (M5s); Erasmo Palazzotto (presidente Commissione Regeni, LEU).
Due eletti all’estero, dunque, il Sen. Merlo nel suo ruolo di governo e l’On. Borghese nel suo ruolo parlamentare, presenti a questo importante appuntamento virtuale, ai massimi livelli istituzionali.
Non era mai accaduto qualcosa del genere. E’ la conferma, se mai ce ne fosse bisogno, di quanto questo esecutivo tenga agli italiani all’estero e a tutto ciò che li riguarda.
Tanti i temi trattati. Si è parlato, tra le altre cose, di Libia e di tensioni in Medio Oriente, del decreto Missioni, della posizione dell’Italia nello scacchiere geopolitico internazionale, oltre che di scelte in ambito di cooperazione e sviluppo.
Il Sottosegretario Ricardo Merlo è intervenuto durante il focus sugli italiani nel mondo. A proposito dei 4 milioni di euro stanziati per l’assistenza ai connazionali all’estero più in difficoltà, ha ribadito la necessità di coinvolgere Comites e CGIE nella selezione degli interventi da finanziare. Proprio al riguardo il Sottosegretario nei giorni scorsi ha inviato una circolare agli Ambasciatori d’Italia di tutto il mondo.

Il Sottosegretario Merlo ha poi affrontato il tema dei nostri connazionali ancora bloccati all’estero, del lavoro portato avanti dalla Farnesina per quanto riguarda rimpatri e assistenza. Quasi 90mila italiani sono già rientrati in Patria dall’inizio dell’emergenza grazie a oltre 800 operazioni, tra voli speciali e trasporti organizzati via mare e via terra, da oltre 120 Paesi del mondo. Previsti nei prossimi giorni nuovi voli speciali per il rimpatrio di altri connazionali.
In conclusione, una riflessione comune, con scambio di idee e proposte, sulla riapertura delle frontiere, nel momento in cui l’emergenza coronavirus non può essere certo considerata finita.

 

17 – CARLO LANIA: CASO OPEN ARMS, RENZI A GAMBA TESA SUL PREMIER CONTE – MUTO SOCCORSO. ITALIA VIVA SI ASTIENE SULLA RICHIESTA DI PROCESSARE SALVINI. IN AIUTO DELL’EX MINISTRO ANCHE UNA SENATRICE 5 STELLE E UN EX DEL MOVIMENTO
Che l’ex 5 Stelle Michele Giarrusso avrebbe potuto dare una mano a Matteo Salvini era nell’aria. Così come la possibilità che un aiuto all’ex ministro dell’Interno potesse arrivare anche dai pentastellati, nonostante il richiamo all’unità fatto lunedì sera dal ministro per i rapporti con il parlamento Federico D’Incà. E infatti ieri la senatrice Alessandra Riccardi ha votato no all’autorizzazione a procedere per il leghista diversamente da quanto fatto dal suo gruppo.
La vera sorpresa, semmai, è arrivata da Italia Viva. Giunti al dunque, al momento in cui la Giunta per le immunità di Palazzo Madama doveva decidere se autorizzare o meno il processo a Salvini per aver lasciato 19 giorni 164 migranti a bordo della nave Open Arms, i tre senatori renziani hanno preferito astenersi lasciando da soli Pd, Leu e 5 Stelle. Risultato: 13 voti a favore della relazione presentata dal presidente Maurizio Gasparri nella quale si chiedeva di negare l’autorizzazione, e appena 7 contrari. Numeri che fanno scattare l’allarme a Palazzo Chigi, tanto che il premier Conte avrebbe chiesto spiegazioni ai vertici di Italia Viva del perché di una simile scelta. Ma numeri più che sufficienti anche per innescare l’ennesima fibrillazione nella maggioranza. «Così non si può andare avanti», sbotta infatti il senatore di LeU Francesco Laforgia accusando il partito di Renzi di volersi lasciare una porta aperta con la Lega. Preferisce invece fare ricorso all’ironia e a Nanni Moretti l’ex 5 Stelle Gregorio De Falco: «L’astensione di oggi fa pensare alla famosa battuta del regista: mi si nota di più se vengo o se non vengo, che trasposta alla situazione attuale evoca interessi ulteriori rispetto al caso Salvini».

Almeno per ora, comunque, Salvini può esultare. Per ora, perché la parola definitiva sulla vicenda della ong spagnola dovrà dirla l’aula del Senato entro un mese e allora bisognerà vedere come andranno le cose. Ma intanto il leghista – che vanta anche un messaggio di congratulazioni ricevuto dall’ungherese Viktor Orbán – può cantare vittoria: «La giunta ha stabilito che ho fatto il mio dovere da ministro stabilendo che tutto il governo era d’accordo – dice -. Io non ho cambiato idea rispetto all’anno scorso, altri sì».

Giarrusso, che ha anche votato la sfiducia al ministro della Giustizia Bonafede, smentisce le voci di un suo passaggio al Carroccio: «Sono tentato da tante cose, la Lega mi manca», assicura. Poi spiega il perché del voto in Giunta: «Ho espresso la mia posizione, che è la stessa di quando ero capogruppo all’epoca del caso Diciotti, decisione ratificata dagli iscritti su Rousseau». Alla nave della Guardia costiera italiana fa riferimento anche la pentastellata Riccardi: «Come nel caso della Diciotti – afferma la senatrice – la linea politica del governo sui flussi non era venuta meno». La necessità di maggiori approfondimenti avrebbe dettato invece la decisione dei senatori renziani di astenersi, che non mancano prò i sottolineare la «non esclusiva» responsabilità di Salvini nella vicenda. Parole che, nonostante le rassicurazioni fatte in serata da Maria Elena Boschi, appaiono come un messaggio diretto al premier.
Con Italia Viva lo strappo comunque è consumato e inevitabilmente l’irritazione per l’esito del voto finisce con l’intrecciarsi con i sospetti di Pd e M5S circa un presunto «scambio» con l’elezione in Regione Lombardia di una renziana a presidente della Commissione di inchiesta sulla gestione dell’emergenza coronavirus. «Questa – dice il capo politico dei 5 Stelle Vito Crimi – non è una commissione d’inchiesta: è un paravento, un tappeto sotto il quale cercheranno di nascondere gli errori e l’incapacità di gestione del duo Fontana-Gallera».
A farsi sentire c’è anche LeU. La scelta dell’astensione «è un fatto molto grave» avverte la capogruppo del Misto Loredana De Petris, per la quale Iv «si sta assumendo una responsabilità molto pesante». «Chi ha responsabilità politiche deve sempre rispondere delle proprie azioni, senza scappare dei processi», sostiene invece il deputato Erasmo Palazzotto che invita Salvini a presentarsi davanti ai giudici.
Preoccupazione per l’esito del voto in Giunta è stata espressa infine anche da Open Arms. «Esistono diritti inalienabili che non possono essere messi in discussione» afferma la ong spagnola, per la quale il voto di ieri «segna una battuta d’arresto verso l’accertamento della verità e verso l’affermazione di un principio inderogabile, quello che stabilisce l’inviolabilità della vita e della dignità delle persone».

 

18 – URUGUAY È UFFICIALE: VOLO MONTEVIDEO-ROMA IL 3 GIUGNO COL MECCANISMO EUROPEO. MERLO: “GRANDE LAVORO DELL’AMBASCIATORE IANNUZZI E DELLA FARNESINA”
Al momento in Uruguay sono 128 gli italiani e almeno 300 gli europei che hanno manifestato l’intenzione di tornare in Patria. Sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo: “Alla Farnesina continuiamo a lavorare senza sosta per il rimpatrio di tutti i nostri connazionali bloccati oltre confine”
Ora è ufficiale: partirà il 3 giugno da Montevideo, alle ore 10, diretto verso Roma, un volo speciale della compagnia Neos, organizzato dalla Farnesina col Meccanismo Europeo di Protezione Civile, per riportare in Italia oltre cento connazionali, tra turisti, studenti e lavoratori rimasti bloccati in Uruguay a causa dell’emergenza coronavirus e del conseguente blocco delle frontiere.
Per la precisione, al momento sono 128 gli italiani che hanno manifestato l’intenzione di tornare in Patria.
L’aereo della Neos partirà il giorno prima, 2 giugno – data emblematica, Festa della Repubblica Italiana -, da Milano, alluna del mattino. A bordo, oltre l’equipaggio naturalmente, si prevede che potrebbero esserci tra i 30 e i 40 cittadini uruguaiani rimasti bloccati in Italia.
Essendo un volo organizzato con il Meccanismo Europeo, i passeggeri pagheranno solo un 25% del costo totale del biglietto; in più, è previsto che oltre agli italiani a bordo ci debbano essere anche alcuni cittadini europei. I numeri delle loro presenze sul volo Montevideo-Roma saranno più chiari da domani, 28 maggio, quando inizierà l’acquisto dei biglietti da parte dei passeggeri. Sono almeno 300, comunque, gli europei interessati a tornare.

Soddisfatto del risultato raggiunto il Sottosegretario agli Esteri, Sen. Ricardo Merlo: “Alla Farnesina si lavora senza sosta fin dall’inizio dell’emergenza per agevolare il rientro in Italia di tutti i connazionali costretti a rimanere loro malgrado in un Paese straniero”.

“C’è tanto lavoro, da parte di governo e istituzioni, dietro l’organizzazione di un volo come quello che da Montevideo riporterà i nostri fratelli italiani in Patria. Per questo – prosegue il Sottosegretario Merlo, presidente del MAIE – desidero ringraziare, tra gli altri, l’Ambasciatore d’Italia a Montevideo, Giovanni Battista Iannuzzi, per il suo encomiabile lavoro a favore dei connazionali. Senza la sua preziosa collaborazione sarebbe stato tutto ancora più complicato”.
“Come governo e Farnesina – conclude il Sottosegretario – continueremo a lavorare incessantemente sul tema dei rimpatri fino a che tutti gli italiani rimasti bloccati oltre confine saranno tornati a casa”. Fonte: ItaliaChiamaItalia.

 

19 – LA RICETTA DEL BRASILE: MILITARIZZARE LA SALUTE PUBBLICA. BOLSOVIRUS. CON IL PAESE NUOVO EPICENTRO DELLA PANDEMIA, IL GOVERNO NOMINA MILITARI A DIRIGERE IL MINISTERO DELLA SALUTE, UNO SCHIAFFO IN FACCIA AI PROFESSIONISTI DELLA SALUTE BRASILIANI. E CHE FANNO QUESTI MILITARI? NIENTE. IL MINISTRO DELLA SALUTE CHIEDE AI BRASILIANI DI PREGARE, NON SAPENDO PROPORRE STRUMENTI D’AZIONE, di Emir Sader
Una dimensione importante della pandemia in Brasile non va taciuta: sono i tanti medici, infermieri, tecnici straordinari che lottano in prima linea per salvare le vite. Ne sono morti a centinaia. I dibattiti sui media e le ricerche in corso rivelano inoltre la qualità e quantità degli esperti nelle università e nei centri di ricerca pubblici.

Il presidente Jair Bolsonaro dice che «i civili hanno fallito», giustificando così la decisione di collocare una ventina di militari in posti chiave del ministero della salute, compresa la poltrona di ministro. Bolsonaro e i militari si assumono la responsabilità di portare avanti la politica governativa di fronte alla pandemia che colpisce gravemente il paese. Ma, a causa della mancanza di leadership da parte del governo e della scarsa priorità che era stata attribuita al tema, il Brasile è balzato al secondo posto al mondo per numero di contagi ed è ora uno degli epicentri mondiali del Covid.

Da parte del governo non c’è una politica, non c’è un piano d’azione, non ci sono priorità. Nominare militari a dirigere il ministero della salute nel bel mezzo di una pandemia è uno schiaffo in faccia ai professionisti della salute brasiliani. Un presidente che non ha mai riconosciuto il loro ruolo nella risposta alla pandemia, che non destina risorse perché siano protetti e possano svolgere le loro funzioni in condizioni migliori, che ignora i loro sforzi, questo presidente nomina militari privi di qualifiche ad assumere la responsabilità di condurre la politica governativa ai tempi della pandemia.

E che fanno questi militari? Niente. Il ministro della salute chiede ai brasiliani di pregare, non sapendo proporre strumenti d’azione. Il ministero ora rivela, in modo incompleto e distorto, il saldo delle vittime quotidiane. Senza nessuna analisi dei dati e ancor più senza nessuna vera misura per contrastarne l’aumento accelerato. Ci sono risultati positivi perfino negli Stati uniti, i quali, pur con un numero di vittime molto più alto, mostrano ora una curva di contenimento della pandemia, con molti Stati che vanno verso la normalizzazione, perfino New York, la città che pure ha avuto i risultati peggiori.

Invece in Brasile tutti gli indici sono negativi, soprattutto perché non ci sono mezzi per contenere questa espansione. È in corso un vero genocidio di brasiliani. Il numero di morti è rapidamente arrivato a oltre mille al giorno.
Nessuna reazione da parte del presidente e del ministero della salute. Il primo ritiene che dalla situazione si possa uscire solo arrivando a una percentuale di 70% di infettati, un criterio che nessun altro paese adotta.

Avere oltre 100 milioni di brasiliani con il virus significherebbe una mattanza, perché un 5-6% ne morirebbe. D’altro canto, il presidente insiste, contro qualunque opinione scientifica, a promuovere un farmaco che non solo non ha dato risultati positivi ma che provoca gravi effetti secondari, tra i quali la tachicardia, come se questo modo di procedere fosse l’unica alternativa per poter liberare il funzionamento dell’economia.

Nemmeno durante la dittatura militare l’esercito aveva nominato un militare alla carica di ministro della salute o ad altri incarichi in quel dicastero. Se saranno capaci di affrontare con successo la sfida attuale, i militari nel ministero avranno dimostrato di poter continuare a occupare posti governativi. Se falliranno, dovranno rinunciare alle responsabilità assunte. Anche le altre migliaia di militari nel governo dovrebbero rinunciare, se saranno incapaci di risolvere il problema più importante non solo per il Brasile contemporaneo ma per un’intera generazione. Dovranno confessare l’incompetenza e tornare alle caserme per dedicarsi al proprio compito istituzionale: proteggere la sovranità nazionale.

Il Brasile ha molti esperti di salute pubblica, in grado di fare il ministro della salute e affrontare le sfide della pandemia superandola in modo efficiente, riducendo le sofferenze del popolo brasiliano, indifeso con questo governo. Tra le molte altre figure, Drauzio Varela, Miguel Nicolelis e i ministri della salute dei governi del Pt (Partito dei lavoratori): potrebbero fare moltissimo, una volta ricevute risorse e potere necessari ad agire per questa priorità nazionale.
Traduzione di Marinella Correggia

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