COVID-19: GLI ENTI PROMOTORI DEI CORSI DI LINGUA E CULTURA ITALIANA ALL’ESTERO SONO ALLO STREMO

1° APRILE 2020

SCHIRÒ (PD): GLI ENTI PROMOTORI DEI CORSI DI LINGUA E CULTURA ITALIANA ALL’ESTERO SONO ALLO STREMO. SI INTERVENGA SUBITO E IN MODO ADEGUATO
“La pandemia sta incidendo in diverse situazioni – sanitaria, sociale, economica, culturale – tutte di grande importanza per la nostra vita individuale e collettiva. Dobbiamo reagire con tempestività, determinazione e capacità di adeguarci alle nuove condizioni, prima che si determinino danni irreversibili.
Questo è vero anche per la rete di promozione della lingua e cultura italiana nel mondo, che è uno degli assi portanti della presenza globale del nostro Paese. Una rete che coinvolge oltre due milioni di utenti e che vede nei corsi gestiti dagli enti promotori il suo nucleo più solido.
Detto con chiarezza, questo sistema, già prima dell’irrompere della pandemia, era in difficoltà. Solo una metà degli insegnanti inviati dall’Italia sono effettivamente arrivati sulle cattedre e, soprattutto, quest’anno gli enti promotori non hanno visto un euro di anticipazioni. Sono allo stremo e, nonostante ciò, hanno continuato la loro attività ricorrendo, chi lo ha potuto fare, a onerosi prestiti bancari e giovandosi del sacrificio dei tanti operatori che hanno continuato a lavorare senza retribuzione.
Il fermo delle attività determinato dalla pandemia ha indotto gli enti a riorganizzare la didattica con modalità online e anche in questo caso si è trattato di uno sforzo unilaterale, basato solo sulle proprie forze.
Ora non è più possibile continuare così. E’ necessario, se non si vuole assistere a una devastazione di uno dei punti di forza della politica culturale dell’Italia nel mondo, procedere con urgenza assoluta ad erogare le anticipazioni a enti che da anni sono conosciuti e operano con regolarità e dedizione. E non è ammissibile che queste erogazioni, ormai improcrastinabili, siano condizionate alla preventiva documentazione delle spese dell’insegnamento a distanza che si è da poco avviato e richiede altro tempo per entrare pienamente a regime.
Se non si levano subito questi macigni dal sentiero, si rischia di compromettere il corrente anno scolastico, di mettere fuori gioco alcuni enti promotori, e di non riuscire a preparare, già qui ed ora, l’apertura del nuovo anno scolastico, sul quale si scaricheranno questi ritardi e queste contraddizioni.
Viviamo momenti eccezionali, gravidi di rischi, che richiedono risposte altrettanto eccezionali, che non possono venire dalle tradizionali cadenze burocratiche. Faccio un appello vivo e accorato perché chi ha la responsabilità di intervenire per superare questa insostenibile situazione, lo faccia al più presto e con soluzioni adeguate”.

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