20 02 15 NEWS DAI PARLAMENTARI ELETTI ALL ESTERO ED ALTRE COMUNICAZIONI

01 – Schirò (PD): all’audizione sulla brexit ho posto il problema dei diritti previdenziali e sanitari
02 – Schirò (PD) – approvato il mio emendamento al milleproroghe per dare continuità al fondo per la promozione della lingua e della cultura italiana all’estero
03 – Rai Italia ha comunicato che, a causa della decorrenza da oggi del periodo di par condicio rispetto alle prossime elezioni referendarie, sono state rinviate tutte le trasmissioni che prevedono la partecipazione di rappresentanti politici.
04 – Schirò (PD): se il sistema di assegnazione dei docenti all’estero presenta ritardi e disfunzioni, è il caso di riconsiderare alcune scelte del passato. Una mia interrogazione ai ministri del MAECI e del MIUR.
05 – Il governo sembra spesso sul punto di entrare in crisi, poi finora ci ha abituati ad un guizzo che fin qui gli ha consentito di continuare.
06 – L’agguerrito esercito della negazione della storia. Ci risiamo. La ricorrenza del 10 febbraio – il cosiddetto “Giorno del ricordo”, istituito con legge “bipartisan” Berlusconi imperante (l. n. 92 del 3 marzo 2004) – eccita gli animi, in modo ogni anno più parossistico: è il primo paradossale risultato di quella legge sciagurata, che in nome della “pacificazione” e delle “memorie condivise” ha prodotto l’opposto effetto.
07 – L’unione secondo Trump. All’inizio di ogni anno il presidente degli Stati Uniti pronuncia al congresso il discorso sullo stato dell’unione, in cui si rivolge
ai parlamentari e alla nazione per fare il punto sulla sua attività e sulla situazione nel paese.
08 – l’on. La Marca (Pd) con i giuliano-dalmati e l’icff per la giornata del ricordo e con i pordenonesi per i 40 anni del club Villottese di Toronto
09 – L’on. La Marca partecipa al concerto di carnevale a Toronto e riceve a Mississauga una targa dal sindaco di Minturno
10 – Record storico | Nel 2019 405mila passaporti emessi dai nostri Consolati

 

01 – SCHIRÒ (PD): ALL’AUDIZIONE SULLA BREXIT HO POSTO IL PROBLEMA DEI DIRITTI PREVIDENZIALI E SANITARI. Le Commissioni riunite Affari esteri e Politiche Ue della Camera dei deputati hanno svolto giovedì 13 febbraio una audizione dell’ambasciatore d’Italia a Londra, Raffaele Trombetta, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sui negoziati relativi alla Brexit e sul relativo impatto per l’Italia. ROMA, 13 FEBBRAIO 2020

Sono state affrontate importanti problematiche relative alle ipotizzabili conseguenze della Brexit sul lavoro, sull’economia, sulla finanza, sugli affari, sul commercio, sulla libera circolazione, sul ruolo delle nostre rappresentanze diplomatiche, sul turismo, sui diritti delle nostre collettività presenti nel Regno Unito.

Nel mio breve intervento ho segnalato all’Ambasciatore italiano l’importanza di poter ricevere informazioni relative all’impatto sul sistema di tutela socio-previdenziale e sanitario per i nostri cittadini che vivono e lavorano nel Regno Unito con particolare riferimento alle tutele garantite dai Regolamenti comunitari sulla sicurezza sociale.

Questioni queste che avevo già sollevato in più occasioni nel corso di dibattiti politici e parlamentari e in una Risoluzione che ho recentemente presentato in Commissione Affari Esteri per sapere fino a quando i Regolamenti di sicurezza sociale saranno applicabili e cosa succederà dal momento della uscita ufficiale del Regno Unito dalla UE.
L’Ambasciatore ha confermando che le tutele previdenziali e sanitarie dei regolamenti saranno valide fino al 31 dicembre 2020 (se non ci saranno proroghe) e che per colmare il successivo vuoto normativo ed evitare esiti drammatici per i diritti dei cittadini, dovrà essere necessariamente stipulato dalla UE un accordo con il Regno Unito sulla sicurezza sociale.
Presumo ed auspico che tale accordo, non so se già in fase di negoziazione, sia simile a quello che la UE ha stipulato con la Svizzera sulla libera circolazione delle persone, in base al quale le disposizioni dei Regolamenti comunitari di sicurezza sociale sono applicabili anche alla Svizzera. Se ciò non fosse realizzabile l’alternativa sarebbe un accordo bilaterale di sicurezza sociale tra Italia e Regno Unito (sulla falsariga di quelli stipulati dall’Italia con tanti Paesi di emigrazione) che garantisca i diritti acquisiti e quelli futuri in materia di previdenza e possibilmente anche della salute.
Angela Schirò
Deputata PD – Rip. Europa –

 

02 – SCHIRÒ (PD) – APPROVATO IL MIO EMENDAMENTO AL MILLEPROROGHE PER DARE CONTINUITÀ AL FONDO PER LA PROMOZIONE DELLA LINGUA E DELLA CULTURA ITALIANA ALL’ESTERO
“È stato approvato il mio emendamento al cosiddetto “Milleproroghe”, nel quale, assieme alla collega Francesca La Marca, chiedevo un prolungamento del Fondo per il sostegno alla promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo, in scadenza nel 2020. In esso chiedevo anche di incominciare a raccogliere le risorse necessarie per sostenere i tanti interventi linguistici e culturali che in questi anni si sono rafforzati grazie alle somme aggiuntive del Fondo.

È stato accordato, oltre a un’integrazione di 200.000 euro per il 2020, un milione per ciascun anno per il 2021 e per il 2022. La cosa più importante, tuttavia, è che in questo modo si conferma che il Fondo in quanto tale andrà oltre la sua iniziale decorrenza quadriennale. L’emendamento di alcuni colleghi dei 5Stelle, inserito al Senato nell’ultima legge di bilancio, in realtà si limitava a reintegrare solo i fondi assegnati al MIUR, senza tenere conto di quelli assegnati al MAECI e al MIBACT.

Per quanto riguarda l’entità delle risorse disponibili, avremo ancora la prossima legge di bilancio per arricchire ulteriormente la dotazione finanziaria del Fondo. Cosa necessarissima, se non vogliamo vedere regredire verso tempi bui interventi di così grande importanza.

Dell’impegno per la formazione e per la lingua e la cultura ho fatto la mia priorità nell’attività parlamentare. Desidero esprimere dunque, con sincerità, la mia grande soddisfazione per questo importante passo avanti compiuto, che pur non essendo risolutivo in termini quantitativi, apre tuttavia la strada al prolungamento di uno strumento di valenza strategica, quale si è dimostrato il Fondo con le sue risorse integrative degli stanziamenti ordinari, che avevano subito per altro la cura dimagrante degli anni di crisi. Si tratterà, ora di tenere ferma la barra, evitando che ognuno cerchi una strada di salvezza per conto suo, com’è accaduto per la Dante Alighieri e per il MIUR nella legge di bilancio.

Il Fondo va difeso nella sua durata e nella sua organicità, come io ho cercato di fare. Spero che su questo obiettivo si possano unire le forze, senza fare da sponda a vie di fuga particolari.

Ringrazio il Gruppo del PD per essersi fatto carico, ancora una volta, di una scelta strategica per gli italiani all’estero, il Governo e i colleghi di maggioranza che hanno approvato l’emendamento, la Vice Ministro Marina Sereni per l’importante sostegno.
Angela Schirò
Deputata PD – Rip. Europa –

 

03 – RAI ITALIA ha comunicato che, a causa della decorrenza da oggi del periodo di par condicio rispetto alle prossime elezioni referendarie, sono state rinviate tutte le trasmissioni che prevedono la partecipazione di rappresentanti politici.
Pertanto, anche la puntata de “L’italia con voi!”, in programma oggi e che mi vedeva ospite, è stata rinviata a dopo le elezioni del 29 marzo.
Mi dispiace per questo disguido. Vi comunicheremo la nuova data della messa in onda non appena possibile.
Un caro saluto.
On./Hon. Francesca La Marca, Ph.D.
Circoscrizione Estero, Ripartizione Nord e Centro America
Electoral College of North and Central America

 

04 – SCHIRÒ (PD): SE IL SISTEMA DI ASSEGNAZIONE DEI DOCENTI ALL’ESTERO PRESENTA RITARDI E DISFUNZIONI, È IL CASO DI RICONSIDERARE ALCUNE SCELTE DEL PASSATO. UNA MIA INTERROGAZIONE AI MINISTRI DEL MAECI E DEL MIUR.
Anche quest’anno, purtroppo, lo svolgimento dell’anno scolastico nelle scuole che offrono all’estero una formazione in italiano o ospitano corsi di lingua e cultura italiana ha dovuto registrare disfunzioni e ritardi, talvolta anche seri, che in alcuni casi hanno compromesso per mesi l’andamento delle lezioni. 11 FEBBRAIO 2020

In particolare dalla Francia (Parigi, Lione, Valbonne, ecc.) mi sono pervenute lamentele e richieste di aiuto, che naturalmente, come era mio dovere fare, non ho lasciato cadere.

Poiché, da quando è in vigore il Decreto 64 che ha rivisto gli assetti organizzativi e le procedure riguardanti l’assegnazione del contingente di personale all’estero, è la seconda volta che succede, credo sia tempo di interrogarsi se l’assetto che si è voluto dare e la modalità che si è stabilito di seguire siano rispondenti alle reali esigenze delle famiglie, degli alunni e degli stessi istituti scolastici.

Personalmente, mi sono fatta l’idea che la scelta di dividere in due il contingente operante in passato presso il Ministero degli esteri, assegnandone una metà al MIUR, e di affidare allo stesso MIUR la formazione delle graduatorie, che in passato faceva l’altro ministero, si sia rivelata incauta. Si è incrinato un know how consolidato e si sono disperse competenze che, pur in condizioni di limitazione di personale, erano riuscite ad assicurare un certo equilibrio.

Per questo, ho interrogato i Ministri del MAECI e del MIUR per sapere se non ritengano di riconsiderare la scelta di dividere il contingente preposto a tali funzioni e se non sia il caso di ricollocare unitariamente il complesso di tutte le operazioni presso il MAECI, che in passato le aveva gestite con competenza e che in ogni caso ha i terminali giusti all’estero per monitorare direttamente le situazioni critiche.
Dobbiamo tutti tener conto che, oltre ai diritti alla formazione di alunni e famiglie, è in gioco l’immagine del nostro Paese, spesso in confronto con quella di altri partner a livello internazionale.
Angela Schirò
Deputata PD – Rip. Europa – Camera dei Deputati

 

05 – IL GOVERNO SEMBRA SPESSO SUL PUNTO DI ENTRARE IN CRISI, POI FINORA CI HA ABITUATI AD UN GUIZZO CHE FIN QUI GLI HA CONSENTITO DI CONTINUARE.
La questione è troppo seria per non rifletterci su.

Anzitutto si conferma che il referendum costituzionale ha obiettivamente allungato i tempi di vita del governo, ma che il “partito” che ne vorrebbe la crisi e tornare al voto prima possibile è al lavoro, più che mai.

Polemicamente c’è chi ha sostenuto la tesi assurda che convocare il referendum avrebbe accelerato la crisi. Al contrario ormai è dimostrato che invece ha dato al governo un poco di tempo in più.

Il governo evidentemente non ha avvertito l’opportunità che gli si offriva e con un calcolo miope ha preferito scegliere una data molto anticipata per il referendum, il 29 marzo, quando le elettrici e gli elettori saranno chiamati a pronunciarsi con un Si o con un No sul taglio del parlamento.

Ha prevalso nel governo il timore che una campagna elettorale più lunga di un paio di mesi potesse convincere qualche elettore a votare No, senza capire che sarebbe stato altro tempo di vita per il governo stesso.

Ora che la data è fissata i giochi si fanno sempre più pressanti. Chi vuole la fine del governo ha bisogno di ottenerne la crisi senza rischiare di andare ad elezioni anticipate. Un po’ come certi prestigiatori che tolgono la tovaglia con un colpo secco senza far cadere i bicchieri. Un giochetto di prestigio che per ora ha ben poche possibilità di riuscire.

Quindi il vero problema del governo è riuscire a trovare un ritmo sugli argomenti che dovrebbero caratterizzarne l’esistenza e dare motivi per augurarsene la continuità.

La prescrizione ha assunto ormai il ruolo di asse portante delle ragioni per stare insieme o per dividersi. Importante ma il ruolo attuale è esagerato. La prescrizione è un aspetto importante della giustizia ma un accordo, volendo, si può trovare senza difficoltà insormontabili.

Purtroppo Italia Viva non ha interesse a trovare un’intesa perchè vuole mantenere aperta una situazione di tensione il cui esito potrebbe essere appunto una crisi senza rischiare le elezioni anticipate. Italia viva persegue una linea corsara (e irresponsabile) perchè ancora non ha deciso se deve mollare il sogno di un cambio di maggioranza o fare precipitare la crisi. Che Renzi sia un personaggio che si immola sui principi sinceramente non è credibile, sulle convenienze (o presunte tali) invece si.

Ogni volta che prende posizione torna sul sottofondo l’eco quasi fosse una nuova marcia dell’Aida di ”Enrico stai sereno”, detto un paio di settimane prima di provocare la crisi del governo Letta. Anche gli elettori sembrano ricordarsi qualcosa perchè nei sondaggi Italia Viva è bloccata al 4 %. Il personaggio è questo.

Invece è incomprensibile perchè il resto della maggioranza a partire dal Pd dopo avere parlato e parlato e parlato di bisogno di un cambio di passo nell’azione del governo continui come prima, con un’azione di governo inadeguata, episodica, poco efficace.

Che il M5Stelle sia in crisi verticale si vede, al punto che alcuni comportamenti come la manifestazione, di fatto contro il governo di cui fanno parte, convocata per il 15 febbraio lo rendono evidente. Il M5Stelle ha un forte peso parlamentare ma è in evidente confusione politica.

Il Pd e Leu dovrebbero mettere in campo un’azione politica in grado di costituire il punto di riferimento per tutta la maggioranza, iniziando a capovolgere quella sorta di attesa dell’ennesima ragione di lite per provocare invece una discussione seria sui problemi di fondo. Pochi, maledetti e subito.

Suggerimenti non richiesti e forse neppure graditi:

1)Cambiare la sostanza dei decreti sicurezza, anche l’abolizione porrebbe il problema di quale normativa li sostituirebbe, quindi parliamo del merito, è meglio per tutti. Così non si può restare, debbono cambiare e la destra va sfidata apertamente da una proposta della maggioranza in grado di riaprire l’accoglienza, a partire dalla residenza per chi è sul suolo italiano, di chiudere l’epoca dell’attacco alle ong, con al centro la priorità della vita delle persone, che va sempre salvata, senza eccezioni.

2)l’intesa con la Libia andrebbe stracciata, in subordine cambiata radicalmente. E’ assurdo che venga foraggiata una guardia costiera sospettata, e anche qualcosa di più, di essere alleata con i trafficanti. I profughi in Libia vanno messi in sicurezza fuori dalla zona di guerra, usando i soldi finora regalati ai carcerieri.

3)Le normative che attuano il ripudio del fascismo e del nazismo vanno aggiornate rapidamente, insieme a severe norme contro il razzismo e la discriminazione, mettendo in chiaro, come ha chiesto l’Anpi, che sarà eretta una severa barriera antifascista, più forte di quella attuale che non basta.

Chi si schiera con il fascismo nelle scuole deve andare a casa, punto.

4)Occupazione. Occorre dare ai tavoli aperti, alcuni ormai in esaurimento, una prospettiva e se è necessario che un ente pubblico si occupi del percorso verso un nuovo lavoro occorre metterlo in campo.

Su questo come su altri temi economici il governo deve convocare le parti sociali e avanzare una proposta, ascoltare le osservazioni, fare una vera trattativa e avanzare una piattaforma definitiva di impegni, anzitutto i suoi, per realizzare gli obiettivi. L’economia, la politica economica sono fatti da attori sociali finora tenuto ai margini o poco utilizzati. Ora basta, occorre una svolta di fondo recuperando l’esperienza del governo Ciampi del 1993, attualizzandola, facendo meglio se è possibile, ma il dialogo sociale è fondamentale perchè è l’unico che può rendere coerenti interventi che hanno tempi diversi di attuazione e che solo in un periodo più lungo possono portare a risultati verificabili da tutti.

E’ una svolta rispetto ad oggi, è vero, ma il governo cosa ci perde a provare ? Se va avanti così non ce la farà, il bricolage non basta, annunciare mirabolanti cambiamenti per i quali non ci sono le risorse dove porta ?

5)Riportare a casa i soldati italiani che sono all’estero senza la bandiera dell’Onu.

6)Il governo chiuda l’epoca dei pasticci sull’autonomia regionale differenziata iniziata dalla Lega, la proposta di Boccia è sbagliata, occorre azzerare e ripartire da capo con in testa un saldo principio, l’Italia è una sola e i suoi abitanti hanno diritto alle stesse cure, alla stessa scuola, ecc. in qualunque parte vivano.
Sono alcuni problemi da risolvere, non gli unici ma affrontandone alcuni il governo darebbe un segnale che tanti raccoglierebbero con favore. Almeno se il governo dovesse cadere cadrebbe con onore, così è solo esposto al logoramento. Alfiero Grandi

 

06 – L’AGGUERRITO ESERCITO DELLA NEGAZIONE DELLA STORIA. CI RISIAMO. LA RICORRENZA DEL 10 FEBBRAIO – IL COSIDDETTO “GIORNO DEL RICORDO”, ISTITUITO CON LEGGE “BIPARTISAN” BERLUSCONI IMPERANTE (L. N. 92 DEL 3 MARZO 2004) – ECCITA GLI ANIMI, IN MODO OGNI ANNO PIÙ PAROSSISTICO: È IL PRIMO PARADOSSALE RISULTATO DI QUELLA LEGGE SCIAGURATA, CHE IN NOME DELLA “PACIFICAZIONE” E DELLE “MEMORIE CONDIVISE” HA PRODOTTO L’OPPOSTO EFFETTO.
Com’era ovvio, perché le memorie degli uni non solo non si pareggiano con quelle degli altri, ma, al contrario, emergono con rinnovato sentimento oppositivo. Gli eredi, biologici o politici, dei fascisti occupanti la Jugoslavia negli anni ‘40, autori di stragi inaudite, di devastazioni e vessazioni ai danni della popolazione locale, non sembrano più in cerca di una semplice (e impossibile) autoassoluzione per il loro ruolo di carnefici, ma ormai si propongono, con crescente protervia, nei duplici panni di vittime, e, addirittura, di «eroi». Si vedano gli annunci di iniziative delle associazioni degli esuli istriani e dalmati, o di circoli neofascisti, in cui ricorre accanto o invece del termine «martiri» quello appunto di «eroi»: gli eroi delle foibe.

Ecco, i neofascisti: chiamiamoli come preferiamo, ma qui siamo in presenza di un eccezionale rigurgito di fascismo aggressivamente «nostalgico». Tra la legalità garantita da una Costituzione democratica e l’illegalità di azioni che quella stessa Legge contrasta, i fascisti del terzo millennio, e i loro amici e sodali, stanno cavalcando «le foibe» in un disegno politico-ideologico davanti al quale la cultura democratica e la ricerca storica appaiono in disarmo, capaci al massimo di flebili voci di protesta. Vediamo in campo, da un lato, un esercito agguerrito e all’attacco, e dall’altro un esercito in rotta o in disarmo. Più spazio viene lasciato, a proposito della questione del «Confine orientale», alla destra, meno spazio rimane non per la sinistra, ma per la ricerca della verità e la sua difesa.

E di anno in anno lo squilibrio fra i due eserciti si aggrava, in una sostanziale indifferenza della cosiddetta opinione pubblica democratica. Ora siamo ad un paradosso: la destra, quella più becera e ignorante, nell’ormai antica pretesa di impartire lezioni di metodo storico, ha compiuto un’operazione indubbiamente degna di attenzione: ha sottratto all’arsenale sia della metodologia della storia, sia della cultura democratica, una parola che finora esprimeva una certo concetto, ma ora non più. La parola è «negazionismo». Nei manuali di metodologia della ricerca storica, si indica con questo «ismo» una delle forme estreme del revisionismo in tema di campi di sterminio nazista, quello che precisamente nega se non la loro esistenza, la loro funzione sterminazionista, cercando spiegazioni (risibili) per le camere a gas e i forni crematori: insomma nega il progetto genocidario del lager nazista.

Ora capita che la destra che sta costruendo proprio disegno egemonico, dai tanti aspetti, si sia impadronita della parola, rovesciandone in certo senso il concetto, facendolo trapassare dal campo democratico-antifascista a quello opposto. E con un cortocircuito, facilitato dalla vicinanza tra il 27 gennaio e 10 febbraio e dalla stessa terminologia (Giorno della memoria, (Giorno del ricordo), foibe e lager vengono avvicinati, poi sovrapposti e infine confusi, generando una cappa di nuvolaglia graveolente, sotto la quale si agitano i professionisti della «verità politica», che nulla ha a che spartire con la verità storica.

Davide Conti ha parlato su questo giornale di «populismo storico»: la formula è efficace, ma andrebbe corretta in «populismo storiografico», in quanto il chiacchiericcio mediatico, accanto a iniziative di politici e di amministratori, pretende di far scaturire come verità quello che «la gente» anela sentirsi dire, dopo essere stata opportunamente manipolata. E tutto questo con una crescente aggressività che vede presi a bersagli i pochi studiosi autentici del tema, compresi coloro che hanno lavorato in modo discreto cercando di non schierarsi troppo esplicitamente. Interdizioni, minacce, impedimenti opposti a quanti, singoli o associazioni, provano a fare onestamente il proprio lavoro: il populismo storiografico mescola le carte, dà non solo per acquisite, ma per scontate pseudo-verità, e si appella ai sentimenti di un nuovo pseudo-patriottismo, che dovrebbe interpretare in modo «spontaneo» i sentimenti diffusi, il senso comune, il pensiero della gente della strada, divenuta, non si sa in base a quale principio, depositaria delle «verità nascoste» (ovviamente dai comunisti) delle foibe.

E la storiografia, quella vera, arretra, tace, balbetta. Mentre dovrebbe sfoderare tutte le sue armi, e chiamare l’intero mondo intellettuale a propria tutela, e non esitare a pretendere dal ceto politico l’abrogazione di quella legge, generatrice di menzogne e, come stiamo vedendo, di un clima persecutorio. ( di Angelo D’Orsi da Il Manifesto)

 

07 – L’UNIONE SECONDO TRUMP. ALL’INIZIO DI OGNI ANNO IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI PRONUNCIA AL CONGRESSO IL DISCORSO SULLO STATO DELL’UNIONE, IN CUI SI RIVOLGE. AI PARLAMENTARI E ALLA NAZIONE PER FARE IL PUNTO SULLA SUA ATTIVITÀ E SULLA SITUAZIONE NEL PAESE.
“Quello pronunciato da Donald Trump il 4 febbraio è stato il discorso sullo stato dell’unione
più sprezzante, politicizzato, stravagante e retorico della storia della politica statunitense”,
scrive Politico. Trump ha sostenuto di aver messo fine al declino degli Stati Uniti e si è preso tutto il merito della crescita economica (una tendenza in realtà cominciata sotto la presidenza di Barack Obama). Secondo il Washington Post, il discorso conteneva una serie di informazioni inesatte o palesemente false.
“Per esempio, Trump ha detto di aver difeso l’assistenza sanitaria per le persone con malattie pregresse, quando in realtà la sua amministrazione sta cercando di cancellare l’Obamacare, la riforma sanitaria voluta da Obama, che proteggeva le persone che si trovano in questa condizione”.
Il presidente non ha invece parlato della procedura d’impeachment avviata dai democratici nei suoi confronti.
“L’obiettivo di Trump sembra essere quello di espandere la sua base elettorale in vista delle elezioni presidenziali di novembre, sfruttando anche le divisioni e le difficoltà del Partito democratico”,

 

08 – L’ON. LA MARCA (PD) CON I GIULIANO-DALMATI E L’ICFF PER LA GIORNATA DEL RICORDO E CON I PORDENONESI PER I 40 ANNI DEL CLUB VILLOTTESE DI TORONTO
L’On. Francesca La Marca anche quest’anno ha voluto trascorrere la Giornata del Ricordo con le associazioni giuliano-dalmate di Toronto, impegnate a rievocare il significato del 10 febbraio in occasione dei loro partecipati incontri sociali.
Sabato 8 febbraio, la parlamentare è stata presente al ricevimento organizzato dall’Italian Canadian Film Festival (ICFF) in collaborazione con il Club Giuliano-Dalmato di Toronto che ha preceduto la proiezione di un film rievocativo delle drammatiche vicende vissute da quelle popolazioni e prodotto in collaborazione.
Prima della proiezione, l’On. La Marca è intervenuta rivolgendo il suo saluto ai presenti e ricordando che il Parlamento italiano ha voluto racchiudere nell’arco di due settimane alcuni richiami cruciali della storia del Novecento: il 27 gennaio l’Olocausto e il 10 febbraio il ricordo delle vittime delle Foibe e dell’esodo dei Giuliani, dei Dalmati e degli Istriani.
“Tutti noi abbiamo il dovere di ricordare – ha affermato La Marca – non per far vivere lo spirito di vendetta e di odio ma per curare le coscienze degli uomini alla difesa della vita, al rispetto delle persone, alla tolleranza, all’accettazione delle diversità come un lievito della società, non come un fattore di lacerazione. Abbiamo il dovere di coltivare la memoria e di trasmetterla alle nuove generazioni come un fermento di libertà e di democrazia”.
Nella seconda parte della serata, presso la “Famee Furlane”, si è svolta la festa per i 40 anni del Club Villottese di Toronto, che raccoglie coloro che provengono da Villotta, una frazione del comune di Chions in provincia di Pordenone. L’abile regia è stata della Presidente Alberta Bottos e della Vice Presidente Elsa Querin.
La parlamentare, presente per il secondo anno all’incontro, dopo avere richiamato il valore del giorno del Ricordo, ha sottolineato il grande impulso dato allo sviluppo delle realtà di insediamento dai protagonisti di quelle popolazioni costrette a lasciare la loro terra, che hanno saputo ricostruire all’estero la loro vita e dare un esempio di serietà e di operosità da tutti riconosciuto.
Durante la serata si sono elevate le emozionanti note del “Silenzio”, a ricordo dell’esodo.
On./Hon. Francesca La Marca, Ph.D.
Circoscrizione Estero, Ripartizione Nord e Centro America

 

09 – L’ON. LA MARCA PARTECIPA AL CONCERTO DI CARNEVALE A TORONTO E RICEVE A MISSISSAUGA UNA TARGA DAL SINDACO DI MINTURNO. Prosegue il programma di assidui contatti dell’On. Francesca La Marca con la comunità italiana nei giorni di permanenza a Toronto. 14 FEBBRAIO 2020

Mercoledì 12 febbraio ha partecipato all’evento annuale “Concerti in Galleria”, dedicato quest’anno al Carnevale , tenuto dal Maestro Daniele Colla, direttore artistico della Corale San Marco di Toronto.

La parlamentare ha preso la parola all’inizio dell’evento portando il suo saluto ai presenti e ha affermato che per superare questi tempi difficili dobbiamo “l’Italia deve puntare sui suoi punti forti: la cultura, la bellezza della nostra arte e del nostro paesaggio, la gioia di vivere che ha sempre animato anche le realtà più piccole e povere del Paese. In questo modo il prestigio dell’Italia può crescere e i suoi spazi nel mondo potranno allargarsi. Per questo, sono contenta che con un mio emendamento si siano potuti aumentare i fondi per i Festival del cinema italiano all’estero, importanti veicoli di cultura e di italianità”.

L’indomani, giovedì, è intervenuta a Mississauga all’affollatissimo incontro settimanale degli anziani che partecipano alle attività sociali dell'”Huron Park Italo Canadian Seniors Club”. Nell’occasione si è svolta la Tombolata e la festa di San Valentino.

L’incontro è stato condotto da Frank Stendardo, fondatore e presidente del “Mississauga Ferragosto in the City”, una manifestazione di grande portata che si svolge ogni anno nel mese di agosto, e da Attilio Dell’Anno, membro del Comites di Toronto, entrambi componenti del comitato esecutivo della Federazione Laziale dell’Ontario.

Nel corso della serata, il consigliere Attilio Dell’Anno, a nome del Sindaco di Minturno Gerardo Stefanelli, ha consegnato all’On. La Marca una targa di riconoscimento per il suo assiduo impegno a favore della folta comunità dei Minturnesi in Canada.

La parlamentare, nelle sue parole di ringraziamento, ha ricordato di essere stata personalmente a Minturno per conoscere la cittadina laziale e i suoi rappresentanti.
On./Hon. Francesca La Marca, Ph.D.

 

10 – RECORD STORICO | Nel 2019 405mila passaporti emessi dai nostri Consolati
L’inversione di tendenza rispetto al passato, lo dicono i numeri, è evidente e sotto gli occhi di tutti., Sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo: “Proseguiremo in questo percorso, affinché la nostra rete consolare diventi un fiore all’occhiello del Sistema Italia all’estero”
Sono ben 405.254 i passaporti emessi nel 2019 dalla rete consolare italiana nel mondo. Si tratta, ancora una volta, di un risultato eccezionale: rispetto al 2018 c’è stato un aumento dell’8,5% e di oltre il 37% nel triennio 2017-2019.
A qualcuno possono sembrare solo semplici numeri, ma dietro queste cifre c’è l’instancabile lavoro del nostro corpo diplomatico-consolare, degli impiegati e dei funzionari, che si sforzano ogni giorno di offrire il miglior servizio ai nostri connazionali all’estero, nel minor tempo possibile.
L’inversione di tendenza rispetto al passato, lo dicono i numeri, è evidente e sotto gli occhi di tutti.
“Dall’inizio di questa legislatura siamo al lavoro senza pause, alla Farnesina, per dare nuovo impulso e nuovo slancio alle nostre sedi diplomatico-consolari. Proseguiremo in questo percorso – afferma il Sottosegretario agli Esteri Sen. Ricardo Merlo, presidente del MAIE -, perché molto è stato fatto ma c’è tanto altro da sistemare, in modo tale che la nostra rete consolare diventi, per tutti e ovunque nel mondo, un fiore all’occhiello del Sistema Italia all’estero“

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