APPELLO per una lista unitaria di sinistra all’estero

In quanto italiani che vivono da qualche mese o da molti anni all’estero, siamo anche noi “migranti per ragioni economiche”. Cervelli, braccia e cuori partiti dal proprio paese per necessità o per desiderio di cambiare. E per sentirci davvero cittadini d’Europa, e del mondo.

In occasione delle elezioni politiche, i nostri voti diventano interessanti, perché possono fare la differenza (12 deputati e 6 senatori eletti nella circoscrizione Estero). Cominciano così le promesse di rito: tasse sulla casa, servizi consolari, lingua italiana, Rai. E il voto all’estero diventa terreno di caccia per qualche cialtrone che poi cambia facilmente casacca.

L’ultima novità è l’emendamento Lupi alla riforma della Legge elettorale, votato anche dal PD, che concede anche ai residenti in Italia la possibilità di candidarsi nella circoscrizione Estero, mentre ai residenti all’estero è vietato candidarsi in Italia.

L’appello lanciato da alcuni di noi ad agosto voleva sondare la volontà di dare vita a una lista unica e unitaria di sinistra per la circoscrizione Europa in vista delle prossime elezioni politiche. Logicamente il riferimento era anche ad altre iniziative in Italia. Pensiamo al Brancaccio, la cui evoluzione è, finora, schiacciata da polemiche tutte interne a un ceto politico di sinistra, votato purtroppo alla sconfitta.

Tuttavia, ostinati come siamo, crediamo che per quel patrimonio “di lavoro condiviso, di iniziative unitarie, di piccole lotte e battaglie condotte insieme” che caratterizza le associazioni e le organizzazioni politiche degli italiani all’estero, si possa continuare in questo tentativo. Una lista di sinistra, insomma, di e per gli italiani all’estero. Una lista, secondo noi, che parta da alcuni principi:

  • Libera circolazione delle persone. Per i cittadini europei (Brexit, ecc.), come per tutti i migranti. Rifiutando le pratiche di respingimento e la distinzione tra richiedenti asilo e migranti per ragioni economiche e climatiche. Gli esseri umani non sono parametro economico, neanche quando il calcolo è favorevole alla presenza di migranti (come con la bilancia dei contributi previdenziali).
  • Garanzia delle protezioni sociali (diritto del lavoro, sicurezza sociale, cure mediche, casa, educazione…). Secondo un principio di reciprocità: non possiamo difendere i nostri diritti sociali all’estero, se il nostro paese d’origine rifiuta di rispettare quelli di chi arriva, vive, lavora, frequenta le scuole in Italia. Vedi la triste vicenda dello “ius soli”.
  • Sostegno alle politiche d’integrazione. Che non significa solo difesa dei servizi consolari o della lingua italiana. Sostegno quindi, per esempio, all’apprendimento della lingua del paese di residenza, informazioni e tutela del lavoro per i nuovi arrivati, integrazione e partecipazione alla vita politica, associativa, culturale, sociale e sindacale dei paesi di accoglienza.
  • Revisione dell’intero sistema della rappresentanza degli italiani all’estero. Dall’elezione dei parlamentari fino agli organismi come il CGIE o i COMITES, per ridare energia e slancio a forme di partecipazione reale nei corpi intermedi.

Noi, “emigrati per ragioni economiche”, vogliamo insomma mettere al centro l’accoglienza e la solidarietà, il diritto al lavoro e a una remunerazione equa, alla salute, all’ambiente, alla casa, alla cultura, all’istruzione. Vogliamo, per dirla con Corbyn, una politica “per i tanti e non per i pochi”.

Con queste premesse e con questi valori, organizziamo a Bruxelles un primo incontro pubblico per sviluppare e raccogliere idee, proposte, priorità per una lista unitaria di sinistra nella circoscrizione Estero alle prossime elezioni politiche italiane.

Per aderire vai alla seguente pagina:

L’appello

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