Pensionati Italiani all’estero, poco conosciuti e poco valorizzati.

In Italia si parla poco dei flussi di migranti “made in Italy”. È difficile anche soltanto reperire in rete dati su quanti/e italiani/e se ne vanno in giro per il mondo alla ricerca di un proprio progetto di vita, quello che il loro Bel Paese non ce la fa proprio ad offrire. Ogni tanto esce un articolo, che magari attinge a un sondaggio o a una ricerca di questo o quell’istituto, finanziato privatamente, ed ecco che il dibattito si infervora, lasciando trasparire ingenuità e improvvisazione.

Pochi sanno che il nostro Paese dà un contributo non indifferente al flusso di migranti nel mondo. E la ragione è esattamente la stessa di quella, mutatis mutandis, dei paesi di provenienza dell’umanità disgraziata e dolente dei barconi: l’inadeguatezza del reddito. Lo ha riconfermato un’ultima indagine del “Sole 24 ore”. E non ci vuole molto a capire che se il problema è anche nostro abbiamo tutto l’interesse a trovare una soluzione.

Non sia mai!!! Si preferisce nascondere la polvere sotto il tappeto. Quando si parla dei pensionati per esempio, li si presenta come degli sgherri pronti a sottrarre all’Inps una somma cospicua degli assegni. Loschi figuri, profittatori, sanguisughe che se ne stanno pancia all’aria in qualche spiaggia delle Maldive. Non sono pochi. La cifra oscilla intorno ai 300mila da un po’ di anni, cambiando profilo ovviamente. Tra i tanti volti di questo pezzo di italianità che ha detto “Basta!” c’è quello del “welfare mobile”. Di cosa si tratta? È semplice.

Visto che il tanto decantato modello di welfare italiano è ormai alla frutta, e anche quello europeo non sta poi così bene ecco che i nonni e le nonne corrono appresso ai loro figli improvvisandosi babysitter, consulenti immobiliari, chauffer, ristoratori, infermieri del pronto soccorso. Non sono fantasie, lo racconta nei dettagli l’ultimo rapporto ‘Migrantes’.

Questo esempio, come tanti altri, ci parla di come il popolo, ovvero la gente comune, ormai vive l’istituzione come un ostacolo, qualcosa da cui tutelarsi. Ci si inventa sempre qualcosa pur di trovare un livello vitale di sopravvivenza.  Basta dare un’occhiata ai social per toccare con mano il passa-parola sulle migliori mete al mondo su dove andare a trascorrere un lungo periodo lontani dall’iper-inflazione di casa nostra dove ormai serve il mutuo anche soltanto per fare la spesa.

La gente si scambia le informazioni sulle normative e le opportunità, sui punti di appoggio e sulle società di consulenza che offrono condizioni meno onerose. Senza parlare del fatto che questo problema della sopravvivenza è ormai un problema mondiale. Nessuno sa, per esempio, che le lotte contro l’esiguità degli assegni previdenziali ci sono negli States come in Iran!!! Si muore di mala-sanità in ogni paese del mondo. E in ogni paese del mondo la gente anziana si indigna. Cosa aspettano le grandi organizzazioni sindacali mondiali a porre una seria vertenza su questo? È troppo ageé?

Nella vicina Francia, per esempio. Il risultato della sinistra alle elezioni parlamentari è stato reso possibile anche dal grande clima di mobilitazione creato dai pensionati, che ancora non perdono la speranza di abbassare l’età di quiescenza. A Londra la musica non cambia più di tanto perché la condizione degli anziani è ormai allo stremo, tanto che i stanno moltiplicando gli esperimenti di prolungamento della vita lavorativa proprio per fare in modo che chi si trova fuori dal reddito da lavoro non debba soffrire la povertà.

Ci vengono a dire che c’è un problema di demografia. Sì certo, ma non sta lì il punto. Il punto è che il sistema economico non regge e che l’espulsione della forza lavoro dai luoghi della produzione e dei servizi va avanti senza sosta, e trasforma il lavoro stabile in lavoro precario. Ergo, il sistema a ripartizione sta deflagrando. I giovani non potranno pagare la pensione degli anziani. I pensionati scappano anche dagli Usa. Incredibile vero? Eppure è così. Vengono in Italia, perché la trovano interessante sotto molti aspetti, a partire da una sanità che almeno “non ti toglie il sangue”. 

Ecco, con questa logica per cui c’è sempre un luogo di rango più basso che può fare al caso tuo se il tuo paese di residenza non è più in grado di offrirti la normalità a cui eri abituato si sta spalmando in tutto l’occidente. Gli italiani vanno in Romania o in Tunisia e gli americani vengono in Italia.


Fabio Sebastiani, direttore di Radio Mir

Views: 36

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.