IL TRIONFO DELL’ESTREMA DESTRA IN ARGENTINA: se la reazione sfugge di mano anche alle oligarchie
“giustizia sociale, che aberrazione” no, non è un tweet di Marattin e nemmeno il titolo di una diretta di Michele Boldrin, o di Ivan Grieco purtroppo, è mooolto più grave: è lo slogan ufficiale della campagna per le primarie di Javier Milei, l’astro nascente della destra anarcocapitalista argentina che ieri, ha fatto il pieno di voti.
Tra fallimento totale della controffensiva ucraina, impotenza di fronte ai golpe patriottici in africa occidentale, dedollarizzazione e impossibilità di fare a meno del colosso industriale cinese, il nord globale e le oligarchie finanziarie col cuore a washington e il portafoglio un po’ ovunque che rappresenta non fanno che prendere una sberla dietro l’altra il corso della storia è segnato, e procede spedito nella direzione di un nuovo ordine multipolare ma come ogni grande sconvolgimento degli assetti di potere esistente, non sarà un pranzo di gala.
Di fronte al loro inesorabile declino, la reazione dei vecchi dominatori crea mostri e passo dopo passo sdogana il ritorno di spettri del passato che la propaganda mainstream aveva provato a convincerci fossero corpi estranei all’ordine globale unipolare fintoliberale: dal darwinismo sociale più feroce, al colonialismo più sfacciato, passando senza troppi tentennamenti a qualche matrimonio di convenienza con la peggio feccia neofascista e neonazista d’altronde, per i dominatori, non è semplicemente questione di avidità.
E’ questione di sopravvivenza; non c’è compromesso pacifico che può convincere il dominatore a rinunciare alla sua posizione di dominio in cambio di una qualsiasi buonuscita con i dominatori o gli annienti, o ti fai annientare nel nuovo disordine multipolare che si sta affermando, o sopravvive l’1%, o si afferma il 99: l’1% è determinato a garantire la sua sopravvivenza con ogni mezzo necessario.
Noi cosa siamo disposti a fare per garantire la nostra? (…)
(da Ottolina Tv)
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