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di Giacinto Botti
Il 7 ottobre è stata una tappa della “via maestra”: una grande, bella, plurale mobilitazione di popolo, donne, uomini, lavoratori, pensionati, giovani, militanti della Cgil e di tante associazioni democratiche e antifasciste, pacifiste, ambientaliste, femministe. Un popolo capace di indignarsi di fronte alla deriva politica e culturale del paese, con un governo violento, disumano, feroce verso i più deboli, le morti e le sofferenze degli immigrati.
Siamo scesi in piazza per difendere e applicare la Costituzione, per i diritti sociali e civili, per l’uguaglianza. Per difendere lo Stato sociale, la sanità e la scuola pubblica. Per la democrazia parlamentare e rappresentativa.
Ci vuole ora lo sciopero generale per continuare il percorso, difficoltoso ma necessario per una Cgil riferimento e speranza per milioni di persone, soggetto generale di rappresentanza sociale, non a caso sottoposto a un violento attacco mediatico.
Sciopero generale come risposta condivisa nelle nostre assemblee, perché le condizioni di vita e di lavoro impongono di continuare la mobilitazione. Sciopero generale, possibilmente unitario, per spostare i rapporti di forza nel paese tra capitale e lavoro e far riprendere alla classe lavoratrice il ruolo dirigente che le compete, per la conquista del cambiamento radicale, economico, sociale e politico di cui c’è bisogno. Sciopero generale per la pace, contro un’Italia e un’Unione europea piegate a un atlantismo ideologico subalterno agli interessi Usa. Siamo in guerra, in un’economia e un’informazione di guerra: si aumentano le spese militari e si continua a inviare armi in Ucraina, in spregio alla Costituzione, sapendo che sul terreno bellico non vincerà nessuno, sarà la sconfitta della civiltà.
Sciopero generale contro un governo patriarcale, oscurantista verso i diritti delle donne, del mondo lgbtq+, repressivo verso i giovani e chi contesta nelle piazze. Contro chi privatizza e affossa il Sistema sanitario nazionale, taglia la spesa pubblica e non garantisce il diritto allo studio. Contro governo, associazioni padronali, Confindustria che alimentano precarietà, lavoro povero e salari indegni, contro chi, anche la maggioranza del Cnel, contrasta la legge sul salario minimo.
Sciopero generale contro un governo che continua a utilizzare i pensionati come “bancomat”, non rivaluta e impoverisce le pensioni da lavoro. Sciopero generale contro chi fa cassa con la privatizzazione delle aziende pubbliche, depauperando e svendendo, come nel passato, settori strategici. Sciopero generale contro chi, con presidenzialismo, premierato, autonomia differenziata, vuole la delegittimazione del Parlamento, la secessione dei ricchi e la rottura dell’unità del paese. Sciopero generale per difendere la democrazia e applicare la Costituzione antifascista: occorre mettere al centro la persona e il pianeta, non il mercato e il profitto.
La “via maestra”, costruita e condivisa con tante e tanti, ora dobbiamo percorrerla insieme. Sciopero generale per un futuro migliore e un paese più giusto!
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FONTE: https://www.sinistrasindacale.it/index.php/periodico-sinistra-sindacale/numero-16-2023/2914-la-via-maestra-lo-sciopero-generale-di-giacinto-botti
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