Salvini, il Pci e la sinistra che non difende la propria storia…

di Aldo Tortorella e Vincenzo Vita

Le affermazioni di Matteo Salvini sul Partito comunista italiano, sulla sede di via delle Botteghe Oscure, nonché su Enrico Berlinguer, sono grottesche e, insieme, rivelatrici.

Paragonare la demagogia leghista ad una storia complessa e nobile, capace di cambiare la vita di milioni di persone, di contribuire alla liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo, alla costruzione della repubblica e alla sua Costituzione , è una trovata propagandistica indegna e insensata.

Il linguaggio e la politica del capo leghista zeppo di inflessioni razziste e autoritarie, di strizzate d’occhio ai rigurgiti neofascisti, di mirabolanti promesse senza fondamento, di avversione all’Europa e di servilismo verso il potere degli Stati uniti, l’uso volgare della pandemia per propaganda di parte a costo di penose contraddizioni sono esattamente l’opposto della serietà e del rigore di Berlinguer e del PCI.

Questo tentativo di uso strumentale della destra di ricordi cari al popolo della sinistra rivela il danno gravissimo della mancata lotta per la difesa di una memoria storica corretta, ribadisce l’assurdità totale del taglio delle radici e l’assenza dell’opera necessaria per far rivivere nel tempo nuovo la parte migliore del pensiero e dell’azione della sinistra italiana.

Una ragione in più per stimolare ogni parte della sinistra attuale a correggersi, a riappropriarsi della propria storia, a lottare contro le cause culturali e politiche che hanno generato il nuovo e grave pericolo di una destra eversiva.

 

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Salvini fa rima con Mussolini e i suoi disvalori sono l’antitesi di quelli di un dirigente comunista e antifascista come Enrico Berlinguer.

di Maurizio Acerbo (PRC)

 

La sua provocazione dà la misura del personaggio, capace di dire tutto come già a suo tempo il demagogo di Predappio.
In questo Salvini sta dentro la tradizione della peggiore destra.
Ma se questo fenomeno da baraccone è diventato un leader osannato lo si deve anche e soprattutto alla distruzione della sinistra in italia, con il suo radicamento operaio e popolare e con la sua capacità di egemonia culturale, è stato operato prima da Craxi e poi da coloro che sciolsero il PCI.
A uccidere la sinistra in Italia sono stati gli ex-comunisti.
Salvini arriva in ritardo a Botteghe Oscure. Da tempo non c’è più traccia della storia comunista.
La sede di Botteghe Oscure è stata venduta da anni e oggi ospita la sede dell’ABI, associazione banche italiane e laddove c’era la mitica libreria Rinascita ora c’è un supermercato.
Avendo avuto centinaia di parlamentari, consiglieri regionali, comunali questi signori non hanno conservato neanche la buona abitudine di versare i soldi al partito per autofinanziarsi.
I valori di un comunista come Berlinguer non erano quelli di Salvini ma neanche quelli del Partito Democratico.
Come Rifondazione Comunista continuiamo a difendere l’eredità del comunismo democratico di Enrico Berlinguer e pensiamo che vada raccolta, insieme ad altri filoni della storia e della cultura plurale della sinistra italiana, per ricostruire una forza popolare e di classe che oggi non c’è nel paese.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Italiana

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