Aggiornamenti dal Brasile

a cura di Teresa Isenburg

Mi permetto di inviarvi i testi di due iniziative significative di azione contro il razzismo antinegro. In questo momento di mobilitazione negli Stati Uniti è della massima importanza che i mass media internazionali prestino attenzione alle lotte antirazzismo negro in Brasile. La tratta che ha insanguinato l’Atlantico per secoli ha impiantato in Brasile il modo di produzione schiavista e negli Usa la schiavitù; il razzismo antinegro in entrambi in paesi è diventato un fattore di coesione e identificazione dei gruppi dominanti e di ingiustizia sociale permanente. Il coordinamento della mobilitazione contro il razzismo antinegro in questi due grandi paesi  è qualche cosa di necessario e irrimandabile. Così come è irrimandabile una riflessione attiva del mondo europeo che ha costruito a partire dalla seconda metà del XV secolo la base ideologico-culturale per la  schiavizzazione degli africani e ha poi organizzato e praticato con grande vantaggio la tratta.

In annesso un testo dei Domenicani brasiliani (la cui adesione ha una scadenza prossima)  che collega appunto Brasile e Usa e una petizione su un caso di  assassinio di bambino nero che simboleggia il quotidiano massacro della gioventù di colore in Brasile.

Teresa Isenburg

 

Dani Brito, una ragazza di 22 anni, ha lanciato su Change la petizione sotto riportata e l’ha diretta alla Polizia Civile e al Ministero Pubblico di Pernambuco. Link http://chng.it/P7kXYBjkDh

Giustizia per Miguel

Miguel aveva cinque anni ed è morto martedì 2 giugno 2020 cadendo dal 9° piano di un edificio nel centro di Recife. Secondo la Polizia Militare il fatto si è verificato alle 13 nel condominio Píer Maurício de Nassau, noto come “torri gemelle”.

Miguel Otávio Santana da Silva era figlio unico di Mirtes Renata Santana de

Souza che lavorava come domestica al 5° piano dell’edificio in cui suo figlio è precipitato.

Quel giorno Mirtes dovette andare a lavorare e aveva portato con sé Miguel.

Mentre la madre Mirtes era stata mandata a portare a spasso i cani su richiesta della patrona, Miguel rimaneva sotto la responsabilità della padrona Sari Gaspar Corte Real.Il bimbetto cominciò a piangere perché voleva la madre e Sari – con estrema insensibilità e negligenza- lo lasciò solo nell’ascensore, a 5 anni. Miguel ha finito per perdesi ed è uscito dall’ascensore al 9° piano. Cercando la madre, il bimbetto ha superato un divisorio ed è caduto da circa 35 metri. Non ha sopravvissuto.

Vogliamo giustizia per la vita del piccolo Miguel e per tutta la famiglia vittima di una tremenda irresponsabilità di Sari Gaspar Corte Real per la morte di Miguel Otávio Santana da Silva.

Che siano prese le debite misure criminali, civili e sindacali per la famiglia di Miguel. La sua vita importa e vale molto di più dei 20.000 reais, cauzione pagata da Sari per rispondere al processo a piede libero.

Esigiamo giustizia e che i responsabili paghino per il crimine.

 

“In casa o per strada, vogliamo respirare”

Comunicato n.50/2020

San Paolo, lunedì 8 giugno 2020

Cari amici e care amiche,

la comunità Domenicana in Brasile nella sua permanente lotta per pace e giustizia, sta organizando una campagna internazionale per inviare messaggi personali ai famigliari di due persone amate assassinate la settimana scorsa dalla polizia. João Pedro, di solo 14 anni, a São Gonçalo-Rio de Janeiro e George Floyd a Minneapolis-Usa, entrambi assassinati in un modo di agire razzista e nella sicurezza di impunità e copertura da parte dei governanti.

Per questo si invita a scrivere con il cuore cinque o sei righe, mettere nome, professione e città e inviare (preferibilmente) entro il 16 giugno a querorespirar@dominicanos.org.br. I frati domenicani cureranno la consegna ai famigliari.

“La solidarietà è la più bella qualità dell’essere umano”.

Partecipate e divulgate.

 

“Sono in casa, calma!” è stato l’ultimo messaggio alla madre dell’adolescente nero di 14 anni João Pedro pochi minuti prima di essere assassinato il 18 maggio 2020 a São Gonçalo, Rio de Janeiro.Una settimana dopo “Non posso respirare” sussurrava George Floyd, l’afroamericano di 46 anni a Minneapolis, Usa con il collo soffocato dal ginocchio di un poliziotto bianco il 25 maggio. Entrambi sono stati assassinati in uno scenario di brutale violenza poliziesca.

Stiamo vivendo momenti molto difficili. Crisi sanitaria, politica, economica, ecologica e tante altre. Nonostante le nostre diverse esperienze di vita, e anche di fede, in molte situazioni la paura prevale, l’incertezza e l’insicurezza ci dominano. È un imperativo etico riconoscere il dolore dei nostri simili, e mobilitarci, motivati, al di là dell’indignazione, per la solidarietà e la compassione.

È in questo contesto che noi, Commissione Domenicana di Giustizia e Pace del Brasile nella condizione di discepoli solidali e di discepole solidali di Gesù e della nostra amica e maestra Lilia Azevedo, della cui Pasqua celebriamo il 120 anniversario, stiamo lanciando con audacia solidale la Campagna “In casa o per strada, vogliamo respirare” che consiste nello scrivere UN SOLO messaggio indicando nome, professione, città, stato, paese (in portoghese, inglese, francese, spagnolo) (o al caso italiano) di non più di cinque o sei righe destinate alle famiglie di João Pedro e George Floyd, assassinati dalla polizia, vittime di razzismo e di tanti altri tipi di violenza e discriminazione.

I messaggi vanno inviati entro mezzanotte di martedì 16 giugno per e-mail querorespirar@dominicanos.org.br . I bambini possono manifestarsi con disegni. L’importante è che ci si manifesti, si esprima il nostro sdegno e dolore: “non ne possiamo più”. Il nostro grido è: “senza Giustizia non c’è Pace”. Esigiamo, come Bartolomeu de Las Casas, “tutti i diritti per tutti e tutte”. Ci ispiriamo in questa campagna anche nel profeta Isaia che annuncia: “Il futuro della Giustizia è la Pace” (Is. 32,17).

I messaggi ricevuti, a seconda dell’originale, saranno tradotti in portoghese e inglese, tutti saranno inviati ai famigliari e alle comunità di João Pedro e George Floyd e verranno pubblicati nelle reti sociali della nostra Commissione. Chiediamo che, ricevendo questa Lettera, dedichiate immediatamente mezzora del vostro tempo per rispondere, per moltiplicarla e inviarla ai vostri contatti. Così miglioreremo la nostra Campagna.

La Campagna richiede che volontari si rendano disponibili per le necessarie traduzioni. Al caso, prendete contatto attraverso lo stesso e-mail. Sottolineiamo che nello stesso quartiere in cui George Floyd è stato assassinato si torva una Parrocchia, il cui parroco è il frate domenicano Frei Jerry Stookeym impegnato nella solidarietà internazionale.

Con Papa Francesco affermiamo: “Non possiamo tollerare né chiudere gli occhi davanti ad alcuna forma di razzismo o di esclusione”. Questa Campagna è nostra. È di tutti e di tutte. Al lavoro! Questa modalità si giustifica solo per Covid-19; altrimenti sarebbe nelle strade.

Goiânia, 7 giugno 2020

Coordinatore della Commissione Domenicana di Giustizia e Pace del Brasile e Priore Provinciale della Provincia Fra Bartolomeu de Las Casa

Pubblicato su www.rifondazione.it

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