COVID-19: Il più grande choc economico della storia italiana: il Pil crolla di 15 punti in sei mesi

Reazioni a catena. Le stime dell’ufficio parlamentare di bilancio sulla crisi indotta dal coronavirus: mai così male in tempo di pace e «dalla Grande Depressione» del 1929

di Roberto Ciccarelli

Un calo dell’attività economica di intensità eccezionale, mai registrato nella storia della Repubblica: meno quindici punti percentuali del Pil complessivi nei primi sei mesi del 2020. È la stima dell’ufficio parlamentare di bilancio (Upb) sulle conseguenze del blocco delle attività produttive e sociali per contrastare la diffusione del virus Covid 19.

LO SHOCK, comparabile in tempi di pace solo agli effetti della «grande depressione del 1929», potrebbe essere attutito da una ripresa in estate. Ma le previsioni restano drammatiche: la Banca d’Italia ha parlato di una caduta del Pil attorno al 5% nel primo trimestre nei servizi, un calo della produzione industriale del 6%. Per l’Fmi potrebbe esserci un aumento del debito dall’attuale 135% fino al 155,5%. Il Pil potrebbe calare del 9%. Nelle prime settimane della segregazione, e del “distanziamento sociale” i numeri della cassa integrazione sono «esplosi» evidenzia l’Upb. Secondo l’Inps le richieste per la Cig con la causale »Covid 19» pervenute fino al 10 aprile hanno riguardato circa 2,9 milioni di lavoratori, quelle per l’assegno ordinario hanno coinvolto circa 1,7 milioni di beneficiari.

Per quanto riguarda il bonus dei 600 euro (che diventeranno 800 con il prossimo “decreto aprile”) riservato a partite Iva e lavoratori parasubordinati sono state erogate 4,4 prestazioni su 5 milioni in totale. Da parte del presidente dell’Inps Pasquale Tridico è stato rinnovato l’impegno a pagare la Cig ordinaria entro la fine di aprile. Il numero di ore autorizzate «può essere ampiamente superiore, anche triplo, rispetto ai valori massimi storicamente osservati su base mensile dalla crisi finanziaria del 2009» sostiene l’Upb.

LE STIME rendono l’idea delle prospettive economiche del Documento di Economia e Finanza (Def) che il consiglio dei ministri potrebbe approvare oggi insieme al nuovo scostamento di bilancio sull’indebitamento netto nel 2020 necessario per varare anche il nuovo decreto legge. Entrambi i temi saranno all’esame del Senato mercoledì 29 aprile. La conferenza dei capigruppo ha stabilito che ci sarà una discussione unica con due voti, il primo con maggioranza qualificata.

IL MINISTERO dell’economia sta lavorando su questa prospettiva: il Pil tendenziale in caduta quest’anno di circa l’8%, il debito in impennata al 155-160% del Pil, mentre deficit potrebbe arrivare, e superare, il 10%. Le percentuali dipendono anche dall’importo del provvedimento di aprile che potrebbe superare i 50 miliardi di euro, di cui una trentina destinati a finanziare gli ammortizzatori sociali straordinari, e un nuovo «reddito di emergenza» che potrebbe raggiungere «una tantum» due milioni persone, e non tre, escluse da bonus e altre indennità. In questo caso si sta lavorando anche alla definizione della platea, probabilmente in base all’indicatore Isee e una serie di indicatori patrimoniali come avviene nel caso del «reddito di cittadinanza».

SI PUNTA a una cassa integrazione agevolata per colf e badanti che lavorano «in nero» e al rifinanziamento del sussidio Naspi in scadenza. Il ministero della famiglia sta elaborando una proposta su un altro bonus destinato ai figli. Potrebbe durare anche fino alla fine dell’anno, calcolato da 80 a 160 euro al mese in base ai redditi Isee. La durata di questi sussidi dovrebbe essere giugno. In seguito andrebbero rifinanziati, ma sarà anche necessario capire quanti dipendenti oggi in Cig torneranno al lavoro. Sarà più difficile farlo per gli autonomi e gli invisibili. Le prime stime su disoccupazione e povertà sono terrificanti: si parla di almeno un milione di disoccupati e di altrettanti di poveri in più. Difficile affrontare questa situazione con misure occasionali. Ieri negli interventi alla Camera e Senato il premier Conte ha parlato di misure «durature». Si resta in attesa di un programma di ampio respiro capace di dare continuità a queste misure in una crisi sociale imprevedibile.

NEL DECRETO «APRILE», pari alla somma di due finanziarie, incideranno gli indennizzi a fondo perduto alle imprese, minimo da 4 miliardi di euro. Per la garanzia alla liquidità delle imprese lo stanziamento sarà di oltre 30 miliardi di euro tra Fondo di garanzia per le Pmi e Sace. il terzo decreto economico dopo il «Cura Italia» e il «Dl Liquidità» potrebbe essere varato mercoledì 29 o giovedì 30 aprile, ma potrebbe slittare agli inizi del prossimo mese. Lo chiameranno «decreto maggio».
( da Il Manifesto di Roberto Ciccarelli )

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