6438 Gaza: colpita la sede Onu, la torre delle tv, l'ospedale

20090115 16:20:00 redazione-IT

Israele ha intensificato l’offensiva su Gaza City, dove i combattimenti si concentrano nel centro cittadino e sono ormai casa per casa. Nella notte nuovi raid hanno causato la morte di almeno 16 palestinesi. I bombardamenti dell’aviazione di Israele si sono concentrati sulle città di Gaza, Khan Yunis e Rafah. Come riferiscono fonti mediche, tra i morti c’è un giovane di 13 anni, mentre cinque persone sono rimaste ferite in un raid portato contro una moschea di Rafah.

Dal lancio dell’offensiva israeliana contro la Striscia, il 27 dicembre scorso, il bilancio delle vittime in territorio palestinese è di 1.038 morti e oltre 4.850 feriti.

In mattinata è stata colpita due volte la sede dell’Unrwa, l’agenzia dell’Onu che si occupa dei profughi palestinesi, con tre dipendenti che sono rimasti feriti. E un coro internazionale di riprovazione a partire dal segretario delle Nazioni Unite Ban Ki Moon, tanto che alòla fine – riferisce Ban ki Moon – arrivano le scuse del governo israeliano.

Particolarmente toccante , la cronaca ripresa in diretta dalla tv panaraba satellitare Al Arabiya, dei razzi che hanno colpito attorno a mezzogiorno il palazzo sormontato da antenne chiamato Torre di al-Shuruq da dove trasmette anche la tv legata ad Hamas "Ramattan". Sulla tv satellitare Al Arabiya si sentiva la voce concitata e alle lacrime della telecronista palestinese che ha continuato per oltre un’ora la diretta mentre si vedeva il fumo che usciva dall’edificio e si sentivano intensi rumori di fondo. Da quel palazzo trasmettevano anche numerosi giornalisti di testate arabe e internazionali. Due giornalisti della Abu Dhabi Tv sono rimasti feriti e il palazzo alla fine è stato evacuato.

Un portavoce dell’Unrwa, l’agenzia dell’Onu che si occupa dei profughi palestinesi, ha frattanto annunciato la sospensione delle attività dopo il
ferimento di tre suoi dipendenti da parte dell’artiglieria israeliana.

Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon, in visita in Israele, si è detto «indignato» per l’attacco al quartier generale di Gaza City dell’Unrwa e ha chiesto spiegazioni alle autorità dello Stato ebraico. «Ho espresso la mia dura protesta e la mia indignazione e ho chiesto una piena spiegazione al ministro degli Esteri e al ministro della Difesa», ha dichiarato il numero uno del Palazzo di vetro da Tel Aviv. Ban ha anche definito «insopportabile» il numero di morti per l’offensiva su Gaza.

È la seconda volta, dall’inizio dell’offensiva israeliana a Gaza, che viene colpita una sede delle Nazioni Unite: nel terzo giorno dell’offensiva di terra, il 6 gennaio scorso circa 40 persone, per lo più donne e bambini, erano rimaste uccise e varie decine ferite in un bombardamento dell’artiglieria israeliana su una scuola gestita dall’Unrwa a Jabaliya. Il direttore dell’Unrwa John Ging in collegamento telefonico con il Tg3 Rai spiega che a colpire il "compound" sono state anche bombe al fosforo e che sono andate distrutte tonnellate di medicine. «L’esercito israeliano sapeva benissimo qual era il nostro edificio – afferma, scoraggiato – ma del resto tocca anche a noi vivere ciò che sta vivendo da venti giorni la popolazione civile di Gaza».

Nel ventesimo e più duro giorno dell’attacco israeliano, giovedì, anche un’ala dell’ospedale gestito dalla Mezzaluna rossa è stato avvolto dalle fiamme. Secondo i dati forniti da Hamas sarebbero 15 in tutto le strutture sanitarie tra ambulatori e ospedali andati parzialmente o del tutto distrutti nei bombardamenti israeliani.

Da Stasburgo intanto anche l’assemblea dell’Europarlamento chiede un cessate il fuoco immediato e permanente che preveda «la fine del lancio di razzi da parte di Hamas contro Israele e il termine dell’attuale azione militare isrraeliana a Gaza». La mozione è stata approvata a larghissima maggioranza, nessun contrario e con solo qualche astensione.

Il Vaticano torna a farsi sentire. «Negando l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza viene meno il basilare rispetto dei diritti e della dignità delle persone e delle comunità». Allo stesso tempo va condannato fermamente l’uso dei civili come scudi umani. È questa la denuncia dell’arcivescovo Celestino Migliore, intervenuto ieri al Consiglio di Sicurezza dell’Onu sul tema della protezione dei civili nei conflitti armati, il cui intervento è stato diffuso dalla Radio Vaticana.

Il governo greco ha protestato ufficialmente contro Israele per aver bloccato la nave, la Arion battente bandiera greca e proveniente da Cipro carica di medicinali e aiuti umanitari raccolti dal Free Gaza Mouvement. Mentre ieri anche la Bolivia, dopo ilVenezuela, ha rotto le relazioni diplomatiche e ritirato l’ambasciatore da Tel Aviv.

Il segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon ha rilanciato giovedì da Israele una dichiarazione alla radio di Stato in cui giudica a portata di mano un cessate il fuoco almeno temporaneo. La missione di Ban Ki Moon, che venerdì sarà a Ramallah ma ha annunciato che non intende incontrare rappresentanti di Hamas, ha toccato come prima tappa l’Egitto. Mentre al Cairo proseguono i colloqui per arrivare ad una tregua tra le parti.

In Egitto è alla fine arrivato il delegato israeliano Amos Gilad che dovrebbe avviare i colloqui con il mediatore Omar Suleiman sulla proposta di accordo franco-egiziana.

Un dirigente di Hamas ha detto alla rete televisiva Al Arabiya che la sua organizzazione sarebbe favorevole al dispiegamento di «osservatori turchi, europei, dell’Autorità nazionale palestinese e rappresentanti del governo di Gaza» ai confini della Striscia.

Mohammed Nazzal, membro dell’ufficio politico di Hamas che vive in esilio a Damasco, ha detto all’emittente che «se ci sono timori di un possibile passaggio di armi dal valico di Rafah, gli osservatori europei lo impedirebbero e tutto potrebbe essere controllato». Nazzal, che è un esponente dell’ufficio politico di Hamas, ha però precisato che la sua organizzazione non intende sottoscrivere con Israele alcuna tregua di lunga durata per salvaguardare il diritto alla resistenza del popolo palestinese contro le truppe occupanti.

Intanto è arrivato in Israele anche il ministro degli Esteri tedesco Franck Walter Steinmeier alla prima tappa di un viaggio in Medio Oriente volto anche questo a cercare di ottenere una tregua umanitaria a Gaza. Steinmeier incontrerà oggi i principali responsabili israeliani, prima di recarsi in Cisgiordania ed Egitto. Secondo il suo portavoce, il capo della diplomazia tedesca «ha deciso di aumentare gli sforzi per ottenere una tregua il più rapidamente possibile».

Secondo indiscrezioni Hamas sarebbe favorevole a una tregua limitata a una decina di giorni e a una forza internazionale di osservatori alla frontiera con l’Egitto composta da tecnici tedeschi e americani dalla parte della Striscia e turchi e egiziani sul l’altro lato.

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EmiNews 2009

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