6468 Roma: 'Grazie Santoro', 300.000 in corteo.

20090118 00:09:00 redazione-IT

di Simona Tagliaventi

ROMA – Ansa/Eminotizie. Solo la preghiera ha fermato, per una manciata di minuti, i manifestanti che hanno percorso le strade di Roma al grido di ‘Stop al massacro di Gaza’. In più di 200 mila, secondo gli organizzatori, (ma per la Questura tra i 12 e i 15 mila) sono partiti da piazza Vittorio per arrivare a Porta San Paolo.
Un corteo a tratti guidato anche da bambini, schierati in prima fila per ricordare le prime vittime di questo conflitto. Una manifestazione che si è svolta nel giorno in cui la comunità ebraica italiana ha disertato la prima Giornata del dialogo tra cattolici ed ebrei e mentre il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni ha partecipato ad una conferenza organizzata dall’associazione Bené Berith e la comunità di Sant’Egidio. Canti, slogan in arabo poi ripetuti in italiano, striscioni hanno accompagnato il lungo corteo che, al tramonto, si è fermato. Circa cinquanta musulmani, spalle al Colosseo, si sono inginocchiati per pregare. E dietro, dove prima suonavano i tamburi, solo il silenzio e il rispetto per un momento sacro. Un momento di raccolta quello della preghiera in una manifestazione che non ha lesinato immagini e parole dure: le Stelle di David accostate alle svastiche e poi le bambole coperte da garze insanguinate portate in braccio dalle donne, come le immagini terribili che arrivano da Gaza.

"Ecco come riducono i nostri figli" ha detto stringendo una bambola una donna palestinese. Migliaia le bandiere palestinesi e poi il Corano alzato col coro "Allah è grande, no al forte che uccide il debole". Sopra le teste del fiume umano sono spuntate anche scarpe, qualcuna appesa sull’asta delle bandiere. Un simbolo dichiaratamente anti Bush dopo il gesto, ormai icona, del giornalista iracheno. Poi ancora slogan contro Bush e il ministro della difesa israeliano Barak. Insieme alle bandiere palestinesi, di gran lunga le più numerose, anche bandiere rosse, quelle dei sindacati di base e dei movimenti, e kefiah rosse e nere legate intorno al collo e poi, come colonna sonora, ritmi orientale e occidentali.

A guidare migliaia di persone, per pochi minuti, un bambino, Nidhal, appena sette anni, gli occhi neri, così come i capelli. La madre è tunisina, mentre lui è nato in Italia. Dopo aver visto le immagini di guerra sulla tv ha avuto un incubo: "Ho sognato che uccidevano pure me", ha spiegato poi al megafono ha gridato con la sua voce di bimbo: "Palestina mia mia, Israele via via". Slogan anche contro la stampa che "distorce la verità e tace sul massacro".

L’unico giornalista che viene salvato è Michele Santoro, ringraziato "nel nome della verità e della sincerita". Ma proprio il conduttore di "Annozero" è il bersaglio degli slogan dei partecipanti ad un presidio anti-corteo al Ghetto di Roma: 300 persone della comunità ebraica capitolina riunite tra bandiere di Israele e slogan come "Santoro servo di Hamas".

Il corteo pro Palestina sceglie Porta San Paolo come punto di arrivo perché, spiegano i manifestanti, "luogo-simbolo della Resistenza a Roma". Prima però una sosta e un minuto di silenzio davanti alla sede Fao. Si ricordano "i martiri di Gaza di fronte a un organismo internazionale che si occupa di cibo". Si ricorda al mondo intero che ai palestinesi "manca da sempre la pace ma anche il cibo: basterebbero solo terra e libertà".

 
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EmiNews 2009

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