6497 Barack è Presidente, il mondo cambia pagina

20090120 22:01:00 redazione-IT

Il presidente Barack Obama ha teso la mano al mondo islamico non radicale nel discorso dell’insediamento. Rivolgendosi a «quei leader islamici nel mondo che cercano di seminare zizzania o che danno all’Occidente la colpa dei mali delle loro societa», Obama ha detto che «tenderemo loro la mano se sono disposti ad aprire il pugno».

Mano tesa contro ai leader ma linea dura contro i terroristi. "Il nostro spirito è più forte e non può essere vinto" ha detto Obama. E ha aggiunto: "Vi batteremo"

Le sfide che l’America ha davanti sono "reali, sono gravi e sono molte" ha proseguito Obama. "Non le supereremo facilmente o in un breve arco di tempo. Ma sappi questo, America, le supereremo". Obama ha detto che la sua elezione significa che l’America ha preferito "la speranza alla paura, l’unità di obiettivi al conflitto e alla discordia".

Barack Obama ha ringraziato poi George W. Bush «per aver servito il Paese».

"L’America è pronta a tornare essere una guida" ha aggiunto Obama, che nel suo discorso ha ribadito che gli Stati Uniti saranno sempre al fianco di chi lotta per la libertà. "Si sappia" ha detto, "che l’America è amica di ogni paese e ogni uomo, donna o bambino che sia alla ricerca di un futuro di pace e dignità e che siamo di nuovo pronti a fare da guida»"Il presidente ha invocato un uso "prudente" della forza "che deve sempre essere preceduta da "una giusta causa, dalla forza del nostro esempio e dalle tempranti qualità di umiltà e moderazione".

Poi parlando dell’Iraq Obama ha anche detto che gli Stati Uniti inizieranno "un ritiro responsabile. Possiamo far fronte alle nuove sfide che chiedono uno sforzo ancora più grande, oltre che una maggiore cooperazione e comprensione tra le nazioni" ha detto, "cominceremo responsabilmente a lasciare l’Iraq al suo popolo e a forgiare una pace conquistata a duro prezzo in Afghanistan. Lavoreremo senza senza tregua con vecchi alleati ed ex nemici per ridurre la minaccia nucleare".

Queste le sue parole nel momento del giuramento davanti a due milioni di persone: "Io, Barack Hussein Obama, giuro solennemente che eserciterò lealmente l’incarico di presidente degli Stati Uniti ed eserciterò le mie capacità al massimo per preservare, proteggere e difendere la Costituzione degli Stati Uniti":

Prima di arrivare a Capitol Hill il neo presidente si è intrattenuto con il predecessore George Bush . Bush e Obama hanno salutato dal portico della Casa Bianca la folla che gridava oltre la cancellata della residenza presidenziale. Poi sono saliti insieme sulla limousine presidenziale che li ha condotti proprio a Capitol Hill, lungo Pennsylvania Avenue. Obama percorrerà ora lo stesso tragitto, da presidente, in senso opposto. Centinaia di migliaia di persone hanno preso posto lungo Pennsylvania Avenue, salutando il passaggio del corteo presidenziale.

Intanto il Papa il Papa «prega» perchè Obama promuova«comprensione, cooperazione e pace tra le nazioni». Lo afferma un telegramma di Benedetto XVI al neopresidente.
20 gennaio 2009

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Il braccialetto del Presidente

In pochi minuti è cambiato tutto. Dal sito della Casa Bianca, ieri paludatissimo, e oggi con le foto di Obama. Mica foto ufficiali. Sono scatti di vita comune. Lui con la famiglia, lui con gli operai. E’ cambiato anche il look presidenziale. Anzi, Barack è il primo presidente degli Uniti a sfoggiare un braccialetto nella cerimonia che tiene il mondo col fiato sospeso, che fa fermare il pianeta. E’ il suo amuleto, dicono. Lo porta da poco meno di un anno.

A febbraio del 2008 incontrò in Wisconsin la signora Tracy Jopeck, mamma di Ryan David un soldato ucciso in Iraq da una mina il 2 agosto del 2006. E’ un bracciale semplicissimo, nero, con una targhetta d’argento. C’è la data di nascita e di morte di Ryan: aveva vent’anni quando è caduto. Le due date e una scritta; "Tutti hanno dato qualcosa, lui ha dato tutta". Quando la signora Tracy gliel’ha regalato Barack Obama stava correndo per le primarie democratiche e si è commosso. "Non lo toglierò più", aveva detto. E così è stato. Un amuleto ma anche il simbolo del no alla guerra del Presidente.

Lo aveva detto a febbraio proprio in Wisconsin, davanti alla folla di sostenitori. Aveva mostrato il bracciale e ricordato la storia di Ryan. "Incontro ogni giorno in tutto il Paese madri e familiari che piangono i loro figli, ma pensano anche a tutte le ragazze e i ragazzi che sono ancora laggiù, chiedendosi quando finirà". Per Ryan, per tutti i morti in Iraq, per chi aspetta a casa, il bracciale di Obama è un altro simbolo di speranza.

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Le frasi chiave del discorso
ROMA – Ansa – Ecco le frasi chiave del discorso pronunciato oggi da Barack Obama durante la cerimonia dell’insediamento.

– LE SFIDE – Vi dico oggi che le sfide che abbiamo di fronte sono reali, che sono gravi e sono molte. Non saranno superate facilmente o in un breve arco di tempo, ma vi prometto che le supereremo.

– LE ORIGINI – Nel nostro viaggio non abbiamo mai scelto scorciatoie né ci siamo accontentati. Non è stato il viaggio di chi preferisce lo svago al lavoro o persegue solo i piaceri dei ricchi e famosi. E’ stato piuttosto il viaggio di chi corre rischi, (…) di uomini e donne che hanno lavorato, spesso senza fama, e che ci hanno portati verso la prosperità e la libertà. Hanno viaggiato attraverso oceani alla ricerca di una nuova vita. Hanno lavorato (…) hanno combattuto e sono morti, a Concord e Gettysburg, in Normandia e a Khe Sahn.

– ORGOGLIO – Rimaniamo la più prospera e potente nazione in Terra. I nostri lavoratori non sono meno produttivi di quando questa crisi è iniziata. Le mostre menti non sono meno ingegnose… Ma é finito il tempo di proteggere interessi limitati e di rimandare le decisioni scomode. A partire da oggi dobbiamo rialzarci, scrollarci la polvere di dosso e ricominciare il lavoro per rifare l’America.

– ECONOMIA – Ovunque si guardi c’é del lavoro da fare. Lo stato della nostra economia ci chiama all’azione, coraggiosa e rapida. E noi agiremo, non solo per creare nuovi posti di lavoro, ma per gettare le nuove fondamenta della crescita.

– FALSE SCELTE – Quel che i cinici non hanno ancora capito è che il terreno é franato sotto i loro piedi. Che gli argomenti politici stantii che ci hanno consumato tanto a lungo non valgono più. La domanda da farsi oggi non è se il governo è troppo grande o troppo piccolo ma se funziona. Né la domanda deve essere se il mercato sia una forza buona o cattiva: il suo potere di generare ricchezza e espandere la libertà è senza rivali, ma questa crisi ci ha ricordato che senza un occhio attento i mercati possono perdere il controllo e una nazione non può prosperare quando favorisce solo chi è prospero.

– IRAQ E AFGHANISTAN – Inizieremo a lasciare responsabilmente l’Iraq alla sua gente, a forgiare la pace in Afghanistan. Con vecchi amici e ex nemici, lavoreremo instancabilmente per contenere la minaccia nucleare. Non ci scuseremo per il nostro modo di vita e non esiteremo nel difenderlo. E a coloro che vogliono avanzare inducendo il terrore e massacrando innocenti, diciamo che il nostro spirito é più forte e non può essere spezzato; non potete batterci, noi vi sconfiggeremo.

– UNA NAZIONE PATCHWORK – Sappiamo che la nostra eredità patchwork è forza e non debolezza. Siamo una nazione di cristiani e musulmani, ebrei, indù e non credenti. Siamo formati da ogni lingua e cultura, provenienti da ogni angolo della Terra; e siccome abbiamo sentito il sapore amaro della guerra civile e della segregazione e siamo emersi da quel buio capitolo più forti e più uniti, non possiamo che credere che vecchi odi un giorno passeranno… che l’America deve giocare il suo ruolo nell’avviare una nuova era di pace.

– MANO TESA ALL’ISLAM – Al mondo islamico: noi cerchiamo una nuova strada basata sul mutuo interesse e sul mutuo rispetto. A coloro che si aggrappano al potere con la corruzione e con l’inganno e che reprimono il dissenso, sappiate che siete dalla parte sbagliata della storia, ma che noi vi tendiamo la mano se siete disposti ad aprire il vostro pugno.

– POVERTA’ E AMBIENTE – Ai popoli delle nazioni povere: ci impegniamo a lavorare al vostro fianco per far prosperare le vostre fattorie e far scorrere acqua pulita, per nutrire corpi e menti. E a quelle nazioni che come noi godono di benessere diciamo che non possiamo più guardare con indifferenza chi soffre fuori dai nostri confini, così come non possiamo consumare le risorse del mondo senza considerarne gli effetti. Perché il mondo è cambiato e noi cambieremo con lui.

– VALORI E RESPONSABILITA’ – Le nostre sfide possono essere nuove, ma i valori dai quali dipende il nostro successo – lavoro duro e onestà, coraggio e correttezza, tolleranza e curiosità, lealtà e patriottismo – queste cose sono antiche (…). Quel che ci viene richiesto è una nuova era di responsabilità, un riconoscimento da parte di ogni americano che abbiamo doveri verso noi stessi, verso la nazione e verso il mondo, doveri che non accettiamo a malincuore ma che abbracciamo di buon grado (…). Questo è il prezzo e la promessa dell’essere cittadino, questa è la forza della nostra fiducia, la consapevolezza che Dio ci chiama a dar forma a un futuro incerto.

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Le reazioni dal mondo

Auguri al nuovo presidente ma anche attese e speranze nel ‘nuovo sogno americano’. Con qualche rara eccezione, è un coro unanime quello che si è oggi levato da tutto il mondo nel giorno dell’insediamento del neo presidente degli Usa Barak Obama.

Ecco le reazioni principali.

UE: SERVE NUOVA GOVERNANCE GLOBALE – Unione Europea e Stati Uniti rafforzino i legami transatlantici e uniscano i loro sforzi per affrontare le grandi sfide del nostro tempo. E’ il messaggio che il presidente della Commissione Ue, José Manuel Durao Barroso, ha inviato a Barack Obama. Secondo Barroso, Usa e Ue devono tenere conto della loro interdipendenza per affrontare la crisi economica, i tempi della pace e della sicurezza, le questioni dello sviluppo e dei cambiamenti climatici.

GB: BROWN SALUTA NUOVO CAPITOLO STORIA USA – "Un nuovo capitolo nella storia americana e del mondo": così il premier britannico Gordon Brown ha commentato l’insediamento di Barack Obama. "E’ un uomo di grande visione e motivazione morale", ha detto, non solo il primo presidente nero.

FRANCIA: RACCOGLIAMO INSIEME SFIDE – "La Francia è decisa a lavorare fianco a fianco con l’America, sua amica e alleata, per raccogliere insieme le immense sfide alle quali il nostro mondo si trova oggi di fronte". Questo il messaggio che il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha inviato a Barack Obama.

GERMANIA: MERKEL SI AUGURA PIU’ COOPERAZIONE – La cancelliera tedesca Angela Merkel ha auspicato rapporti più stretti tra Berlino e Washington. "Mi auguro che la nostra cooperazione sia caratterizzata da un rapporto di reciproco ascolto, consapevoli del fatto che un solo Paese non può risolvere i problemi del mondo, ma solo insieme", ha detto.

SPAGNA: PER ZAPATERO DISCORSO POSITIVO – Re Juan Carlos ha inviato un messaggio di auguri al nuovo presidente americano Barak Obama e il premier socialista José Luis Zapatero ha dal canto suo definito "molto positivo" il discorso di investitura, esprimendo anche "grande speranza e fiducia". Nei quattro anni della presidenza Bush, i rapporti tra Usa e Spagna hanno conosciuto momenti di tensione per il ritiro dall’Iraq del contingente spagnolo voluto da Zapatero.

ISRAELE: OLMERT, AMERICA SIMBOLO E ESEMPIO – Il premier israeliano Ehud Olmert si è congratulato "con l’America per la sua democrazie e col presidente Barack Obama che entra oggi in carica". "Sono convinto che gli stretti e intimi rapporti tra Israele e Stati Uniti si rafforzeranno", ha affermato. Olmert ha anche ringraziato il presidente uscente George W. Bush.

IRAN: IRAN SOSPENDE GIUDIZIO – L’Iran aspetterà le prime iniziative politiche prima di pronunciarsi su Barack Obama. Lo ha detto il ministro degli esteri Manuchehr Mottaki invitando il nuovo capo della Casa Bianca a "guardare in modo nuovo al Medio Oriente". Farlo in modo tradizionale, ha ammonito, "non porterebbe a niente".

AMLAT: CHAVEZ NON SI FA ILLUSIONI, CILE E ARGENTINA SPERANO – "Nessuno si faccia illusioni, stiamo parlando dell’impero americano. Speriamo comunque che il presidente Obama abbia con l’America Latina un nuovo approccio". E’ il primo commento del presidente venezuelano, Hugo Chavez, dopo l’insediamento di Obama. La presidente del Cile, Michelle Bachelet, ha detto che il nuovo presidente dovrà affrontare "sfide enormi" mentre la sua collega argentina Cristina Fernandez de Kirchner ha auspicato che l’era Obama "possa aprire una nuova tappa nel dialogo tra gli Stati Uniti e l’America Latina".

MANDELA RENDE OMAGGIO A NUOVA SPERANZA – Nelson Mandela, l’eroe della lotta alla segregazione razziale in Sudafrica, ha salutato l’elezione del primo nero alla presidenze degli Stati Uniti affermando che quella di Barak Obama è una "nuova voce di speranza" per il mondo.

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EmiNews 2009

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