6496 Gaza sin bombas ¿hasta cuando?

20090120 12:13:00 redazione-IT

Tito Pulsinelli

También ayer –domingo- cayeron 12 cohetes más allá de la frontera de Israel, en aquellos territorios que solían pertenecer a los palestinos, hoy encerrados en el gueto de Gaza. También ayer, como al principio de la invasión y de las destrucciones indiscriminadas de seres humanos y objetos que han indignado al mundo.

Sin embargo, ayer el gobierno de Tel Aviv suspendió unilateralmente las acciones bélicas y empezó a retirar la armada. Hamas dijo, "de acuerdo, tienen una semana para la retirada completa y para la apertura de las fronteras".

Parece la secuencia de una película en la que la trama se revela totalmente diferente de los manifiestos y de la campaña publicitaria para su lanzamiento en el mercado. ¿Qué ocurrió? ¿Qué indujo al cambio repentino a los que habían hecho oídos sordos a las condenas urbi et orbi? ¿Qué fue lo que ablandó los corazones de piedra que habían rechazado con desdén las condenas del Consejo de Seguridad y de la Asamblea General de la ONU? ¿Y luego las de la Cruz Roja Internacional, de Amnestía Internacional y de la mayoría de los gobiernos de Países no europeos?

¿Es el "primer milagro" de Obama? ¿Acaso Tel Aviv no quiere aguar su fiesta de toma de posesión de la Casa Blanca? Sin embargo, doce cohetes Kassam han sido lanzados también ayer. Lo que demuestra que Hamas sigue en pie y que para destruirlo se necesita conquistar palmo a palmo su territorio, casa por casa, piso por piso.
La operación militar israelí se detuvo antes, no cruzó esa línea, que es la de la "guerra asimétrica" ortodoxa en la que se estancaron Estados Unidos en Irak y la OTAN en Afganistán.
Es el umbral en el que la tecnología bélica y los tecnoguerreros pierden superioridad y se vuelven bastante vulnerables. Y se necesita conquistar la mente, los corazones, no sólo espacio urbano.

Cuando no se puede aniquilar a un enemigo, sería sabio negociar y encontrar soluciones que sean algo más que un nuevo intervalo hasta el siguiente recrudecimiento de violencia. Tel Aviv y –sobre todo- sus patrocinadores nada pueden hacer contra "el arma demográfica" palestina y la fuerza de una resistencia decidida a ya no dar marcha atrás.

Que los patrocinadores digan claramente si el 15% del territorio residual es demasiado –o demasiado poco- para un Estado palestino. Que digan abiertamente que Palestina no es "una tierra sin pueblo para un pueblo sin tierra" y que borren este dogma sionista asumido como mito fundador y doctrina del Estado de Israel.

Mientras tanto, el derrotado número uno es el mito de la omnipotencia y invencibilidad militar de los guerreros de Israel. ¿Una superpotencia nuclear contra un grupo de terroristas? En apenas dos años ha tenido que retroceder frente al partido-milicia de Hezbollah; y hoy no ha podido desintegrar a Hamas, es más le confirió un gran prestigio y respiro político.
Contra la lógica inexorable de la guerra, en la sociedad civil internacional se ha arraigado la práctica del boicot como instrumento de presión concreto, no violento, desde abajo.

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Gaza senza bombe, fino a quando?
Etiquetas: DDHH Diritti Umani, Israel Palestina, Israele

Tito Pulsinelli

Anche ieri -domenica- sono caduti 12 razzi oltre la frontiera d’Israele, in quei territori che appartenevano ai palestinesi, oggi rinchiusi nel ghetto di Gaza. Anche ieri, come all’inizio dell’invasione e delle distruzioni indiscriminate di uomini e cose che hanno indignato il mondo. Eppure ieri, il governo di Tel Aviv ha sospeso unilateralmente le azioni belliche ed ha cominciato a ritirare l’armata.
Hamas ha detto "OK, avete una settimana per la ritirata completa e per l’apertura delle frontiere".

Sembra la sequenza di un film in cui la trama si rivela totalmente differente dai manifesti e dalla campagna pubblicitaria per il suo lancio nel mercato. Che cos’e’ successo? Che cosa ha indotto alla svolta repentina coloro che erano rimasti sordi alle condanne urbi et orbi? Che cosa ha ammorbidito i cuori di pietra che avevano rigettato con sdegno le condanne del Consiglio di sicurezza e dell’Assemblea generale dell’ONU? E poi quelle della Croce Rossa internazionale, di Amnesty International e della maggioranza dei governi dei Paesi non europei?

E’ il "primo miracolo" di Obama? Tel Aviv non vuole rovinare la sua festa dell’ascensione alla Casa Bianca? Eppure, dodici razzi Kassam sono stati lanciati anche ieri. Ciò dimostra che Hamas è ancora in piedi e che per distruggerla bisogna conquistare palmo a palmo il suo territorio, casa per casa, piano per piano.
L’operazione militare israeliana si e’ fermata prima, non ha varcato questa soglia, che è quella della "guerra asimmetrica" ortodossa in cui si sono impantanati gli Stati Uniti in Iraq e la NATO in Afganistan. E’ la soglia in cui la tecnologia bellica e i tecnoguerrieri perdono la superiorità e diventano parecchio vulnerabili. E bisogna conquistare la mente, i cuori, non solo spazio urbano.

Quando non si può annichilire un nemico, sarebbe saggio scendere a patti e trovare soluzioni che siano qualcosa di piu’ che un nuovo intervallo fino alla seguente recrudescenza di violenza. Tel Aviv e -soprattutto- i suoi sponsor, nulla possono contro "l’arma demografica" palestinese e la forza di una resistenza decisa a non indietreggiare piu’.
Gli sponsor dicano chiaramente se il 15% del territorio residuale è troppo -o troppo poco- per uno Stato palestinese. Dicano apertamente che la Palestina non è "una terra senza popolo per un popolo senza terra", e cancellino questo dogma sionista assurto a mito fondativo e dottrina dello Stato di Israele.

Nel frattempo, lo sconfitto numero uno è il mito dell’onnipotenza e imbattibilita’ militare dei guerrieri di Israele. Una superpotenza nucleare contro un gruppo di "terroristi"? In soli due anni, ha dovuto indietreggiare di fronte al partito-milizia di Hezbollah; e oggi non ha potuto polverizzare Hamas, soprattutto gli ha conferito gran prestigio e respiro politico.
Contro la logica inesorabile della guerra, nella società civile internazionale si è radicato il ricorso al boicottaggio come strumento di pressione concreto, non-violento, dal basso.

www.selvasorg.blogspot.com

 
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EmiNews 2009

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