6495 Brasile, Battisti e la "civilta' giuridica"

20090119 16:11:00 redazione-IT

Il Brasile ha rifiutato l’estradizione di Cesare Battisti all”Italia, concededogli l’asilo come "rifugiato politico". In questo modo, non e’ stata tenuta in nessun conto la legislazione d’emergenza approvata negli anni 70, con cui Battisti venne condannato a vari ergastoli in contumacia.
In Italia si sono levate alte grida di scandalo contro la "scarsa civilta’ giuridica" che esisterebbe in Brasile e che premierebbe un "terrrorista".

Le autorita’ brasiliane, invece, hanno fatto una lettura differente della vicenda giudiziaria e umana di Cesare Battisti, nonche’ del contesto sociale in cui avvennero quegli eventi che hanno avuto uno strascico giudiziario lungo tre decenni.
In Brasile non hanno accettato la "logica antiterrorista" contempororanea per una vicenda che 30 anni addietro aveva universalmente una indole politica e sociale.

La classe politica al completo, tutto l’arco dei dissimili identici, si strappa i capelli e le vesti, esibendo un rigorismo morale che si appella al non-perdono e impossibilitá di voltar pagina.
Tutti Savonarola con i deboli, amnistiali con i potenti (che non si puo’ nemmeno "intercettare"). Tutti smemorati e ciechi, non ricordano che nel 1948 il ministro della giustizia -il comunista Palmiro Togliatti- firmo’ l’amnistia che restituí alla liberta’ tutti i prigionieri per delitti connessi alla guerra civile.

Dopo tre anni tornarono liberi noti criminali di guerra, e l’Italia comincio’ a scrivere un altro capitolo della sua storia. Attualmente, dopo 30 anni, rimangono nelle carceri e fuori dall’Italia alcune centinaia di persone.

A Roma non capiscono che in America latina i traumi legati alla guerriglia degli anni 70 sono stati ampiamente superati e che -magari per "scarsa civiltá giuridica"- in Uruguay, Venezuela e nello stesso Brasile vari guerriglieri di allora sono ora ministri.
Il tupamaro Mujica sará probabilmente il prossimo candifato alla Presidenza dell’Uruguay. Ali Rodriguez Araque e’ ministro delle finanze del Venezuela, dopo aver diretto l’industria statale del petrolio.

Il ministro della Giustizia del Brasile e’ stato un perseguitato politico della dittatura militare, costretto a rifugiarsi in Uruguay e conosce bene le "legislazioni d’emergenza" varate durante i periodi di forte conflitto sociale. Sa che valore attribuire alle lettere indignate dei dignitari romani, ed ha risposto cosí: "Abbiamo applicato correttamente la legislazione e la costituzione del Brasile. Quello che sta succedendo adesso è una reazione ideologica al fatto che Battisti è stato un militante di ultra-sinistra».

selvasorg.blogspot.com

 
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EmiNews 2009

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