6519 Lampedusa, il governo minimizza. Il sindaco: «Situazione esplosiva»

20090124 17:28:00 redazione-IT

[b]
Dopo la rivolta degli immigrati nell’isola, il governo getta acqua sul fuoco. «La situazione è sotto controllo» ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Nell’isola 1300 immigrati hanno sfondato i cancelli del Cpa gridando: "Aiutateci, libertà". Alla base della rivolta condizioni al limite della sopravvivenza. La polizia non interviene. La rabbia della popolazione contro il "fortino" per gli immigrati.
[/b]

Rivolta a Lampedusa, il governo getta acqua sul fuoco

Il governo getta acqua sul fuoco sulla rivolta di Lampedusa. «La situazione nell’isola è sotto controllo – ha detto il premier Silvio Berlusconi – sono liberi di muoversi quelli che arrivano a Lampedusa, non è mica un campo di concentramento…» Ed ancora: «sono liberi di andarsi a prendere anche una birra….». Il premier ha minimizzato l’atto di rivolta. «Sono andati – ha spiegato prima di un comizio a Tempio Pausania – in paese come fanno di solito, solo che adesso sono 1.800. Un numero veramente rilevante». «Abbiamo fatto un lavoro importantissimo con la Tunisia, direttamente con il presidente Ben Alì –
assicura il premier quanto alla situazione nell’isola di Lampedusa -. Nell’incontro a Tunisi di Maroni con il ministro dell’Interno tunisino e il presidente Ben Alì verranno stabilite le modalità per far rientrare i 1200 tunisini venuti dalla Libia». La situazione a Lampedusa è assolutamente contingente – ha proseguito il premier – e non spostiamo questi extracomunitari in altri posti perché
abbiamo questi accordi di rientro».

«Il fatto che i clandestini fossero tenuti a Lampedusa ha impedito che potessero scappare,
come sarebbe potuto avvenire in un altro posto». Ha invece detto il ministro dell’Interno Roberto Maroni. «Motivo in più – ha aggiunto – per confermare la decisione che abbiamo preso: dall’isola dovranno essere tutti rimpatriati».

Chi non vuole minimizzare è il sindaco del comune Dino De Rubeis (Mpa). «Ho parlato questa mattina con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Purtroppo ho dovuto comprendere che della situazione gravissima che si è determinata negli ultimi giorni a Lampedusa le più alte cariche dello Stato ne sanno poco o nulla. Forse i loro informatori – ha aggiunto – stanno filtrando le notizie in modo da non fare comprendere la realtà dei fatti, addossando a me e alla mia
amministrazione responsabilità che non abbiamo».

La rivolta In 1300 sono fuggiti dal Cpa di Lampedusa. Milletrecento migranti davanti al municipio dell’isola urlando: "Aiutateci, libertà". Tra gli applausi della gente, dei lampedusani. Hanno forzato le reti di recinzioni e sono fuggiti in massa, di corsa. La polizia ai lati osserva e non interviene. Da qualche giorno la situazione nel centro era particolarmente tesa. Ieri gli extracomunitari si erano aggrappati sulla recinzione della struttura gridando lo stesso slogan che oggi è diventato l’urlo che attraversa il corteo organizzato con il sostegno della popolazione e dell’ex sindaco Martello: «Aiutateci, libertà».

Ieri alcuni migranti si erano allontanati dal Cpa, ma erano stati poi rintracciati dalle forze dell’ordine e fatti rientrare. Gli immigrati lamentano di essere trattati «in modo poco dignitoso». «Abbiamo freddo – dice un africano giunto a Lampedusa dalla Tunisia – io ho bisogno dell’insulina, ma non ce n’è. Siamo qui da oltre 30 giorni". E in contemporanea monta la rabbia della popolazione, contro il ministro Maroni, che vuole la costruzione di un fortino blindato nell’isola siciliana.

Gli extracomunitari chiedono di poter lasciare il centro, di essere trasferiti nei Cpt di Brindisi e di poter raggiungere le loro famiglie, molte delle quali sono in Francia, in Germania e nell’ Nord Italia. Sul palco allestito nella piazza, a dare il benvenuto ai
migranti c’è l’ex sindaco Totò Martello, leader del comitato che si oppone alla realizzazione di un centro di identificazione
ed espulsione nell’Isola.

Stipati nel Cpa in 1300 a fronte di una capienza di 800 posti, gli immigrati non si sono dileguati nell’isola, come spiega il questore di Agrigento Girolamo Di Fazio, ma hanno inscenato una protesta lamentando l’eccessiva lunghezza della loro detenzione e le difficili condizioni in cui sono costretti a vivere; poi si sono uniti in corteo con i residenti gridando «rispettate i nostri diritti» e «libertà». Guardati a vista dalle forze dell’ordine che al momento si limitano a controllare la situazione, si sono diretti con i lampedusani verso il municipio dove gli abitanti consegneranno le schede elettorali contro l’apertura del nuovo centro di
identificazione degli immigrati progettato dal ministero dell’Interno.

Si tratta di una delle iniziative decise ieri sera nella seduta straordinaria del Consiglio comunale che ha varato un coordinamento che dovrà pianificare le ulteriori iniziative di protesta dopo lo sciopero generale di ieri.

«Vogliamo essere portati a Bari come è successo agli africani». Dice Amor, 26 anni, tunisino come la maggior parte dei migranti che si trovavano nel Cpa di Lampedusa. «Io ho mia moglie a Bergamo, voglio andare da lei – prosegue – ho attraversato il deserto dalla Tunisia, a piedi, sono arrivato in Libia e ho pagato duemila euro per raggiungere l’Italia. Sono stato nel Cpa, in
cui dovevo rimanere poche ore, e invece ci sono rimasto per oltre 30 giorni. Dormivamo a terra come le bestie». Una storia quella di Amor simile a quella di centinaia di altri migranti. La folla in questo momento è radunata in piazza.

24 gennaio 2009

__________________

Lampedusa in piazza contro Maroni

Proteste e scontri a Lampedusa contro il nuovo centro di prima accoglienza per stranieri deciso dal ministro dell’Interno Roberto Maroni. In quattromila (l’isola ha seimila abitanti ) hanno bloccato strade, innalzato cartelli e rimandato indietro un pullman carico di extracomunitari destinati al rimpatrio. Secondo il sindaco Bernardino De Rubeis il provvedimento di Maroni potrebbe trasformare «Lampedusa in una nuova Alcatrax».

Oltre alla manifestazione c’è stato anche uno sciopero generale. I negozi sono rimasti chiusi, l’isola è stata in stato di assedio, occupata da centinaia di poliziotti in assetto antisommossa. Il prefetto Mario Morcone, capo dipartimento per l’immigrazione inviato dal Viminale a Lampedusa, è stato contestato vivacemente dagli isolani, che hanno impedito il trasferimento di centinaia di clandestini dal vecchio centro al nuovo Cpt che dovrebbe sorgere nell’ex base Loran della Nato.

"Vogliono militarizzarci, quest’isola vive di turismo che è il nostro pane quotidiano ed il ministro Maroni non può permettersi di distruggere anni ed anni di fatiche" protestano i lampedusani, che non risparmiano critiche al vicesindaco Angela Maraventano, senatrice della Lega, sollevata dalla delega all’immigrazione dopo le parole spese a favore del nuovo Cpt. Sulla facciata del comune è comparso ieri un grande lenzuolo con su scritto: "Cosa dirai ai tuoi figli, Senatrice "venduta"?"

Anche l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) ha espresso «crescente preoccupazione per la situazione umanitaria dei quasi 2.000 migranti, fra i quali molti richiedenti asilo, attualmente ospitati nel Centro di primo soccorso ed accoglienza di Lampedusa in condizioni di estremo sovraffollamento». L’Unhcr sottolinea che «il centro di accoglienza ha una capienza massima di 850 posti e non è in grado di ospitare un così alto numero di persone. Pertanto, centinaia di soggiornanti sono costretti a dormire all’addiaccio sotto teli di plastica come unico riparo. In queste condizioni non possono essere garantiti adeguati standard di accoglienza».

Nell’isola è arrivata anche una delegazione del Pd guidata da Dario Franceschini. «Fino ad oggi, le notizie arrivate da Lampedusa tramite i giornali e gli esponenti politici locali segnalavano una situazione drammatica. venire a vedere di persona ci è sembrato il modo migliore per capire» una realtà dove «non c’è rispetto per i diritti umani», che «non è degna di un paese civile» e che «è frutto di una scelta ideologica del governo» ha detto Franceschini.

Di tutt’altro avviso il ministro Roberto Maroni che ha commentato: «I cittadini di Lampedusa erano abituati a trasferire i problemi altrove».

23 gennaio 2009

www.unita.it

 
6519-lampedusa-il-governo-minimizza-il-sindaco-situazione-esplosiva

7254
EmiNews 2009

Views: 1

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.