6509 Guantanamo, Obama fa di più Oggi l'ordine per la chiusura

20090122 12:29:00 redazione-IT

È atteso per la giornata di oggi l’ordine di servizio da parte del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, per l’avvio dell’iter per la chiusura del controverso carcere di Guantanamo entro un anno. Lo hanno reso noto in serata alcuni media americani che citano fonti interne al Congresso, precisando anche che l’ordine di Obama dovrebbe riguardare anche le nuove procedure in materia di interrogatori di sospetti di terrorismo.

Come primo provvedimento, mercoledì, Obama aveva bloccato i processi per i detenuti di Guantanamo per 4 mesi.

L’amministrazione Bush era stata spesso accusata di permettere alla Cia di procedere con tecniche di interrogatorio che sconfinavano nella tortura.

In campagna elettorale Barack Obama aveva invece promesso che tra le decisioni che avrebbe preso qualora fosse diventato presidente, tra le prime vi sarebbero state proprio la chiusura di Guantanamo e la messa al bando della tortura.

Una riunione con la sua squadra economica per mettere a punto il piano di rilancio, una con il consiglio di sicurezza per discutere «i prossimi passi in Iraq ed Afghanistan» e, naturalmente, la situazione in Medio Oriente: questi i principali impegni sull’agenda di Barack Obama nel primo giorno della sua presidenza. Il neo presidente ha promesso oggi di adoperarsi in vista "di una pace durevole" in Medio Oriente nel corso di una telefonata con il presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen, la prima – hanno precisato fonti della casa Bianca – fatta da Obama a un leader internazionale dopo l’investitura ufficiale, avvenuta ieri a Washington.

"Il presidente dell’Anp, Abu Mazen, ha ricevuto mercoledì una telefonata del neo presidente americano Barack Obama, che gli ha promesso il suo impegno per la pace in Medio Oriente", ha annunciato il capo dei negoziatori palestinesi, Saeb Erakat, alla tv satellitare al-Jazeera. "Obama ha affermato di voler lavorare insieme al presidente dell’Autorità nazionale palestinese – ha aggiunto – per garantire la pace nella regione". Il presidente Barack Obama ha espresso inoltre in una serie di telefonate a leader del Medio Oriente la sua determinazione «a lavorare per aiutare a consolidare il cessate il fuoco» a Gaza.

Alla riunione del Consiglio di Sicurezza convocata ha partecipato anche il generale David Petraeus, capo del Comando centrale americano, già comandante in capo delle forze americane a Baghdad. Durante l’incontro si parlerà di presenza militare in Iraq e Afghanistan: Obama dovrebbe chiedere ai comandanti un piano per il ritiro delle truppe combattenti dall’Iraq in 16 mesi, come promesso durante la sua campagna elettorale. Petraeus è appena rientrato dal suo viaggio in Afghanistan e Pakistan, di cui riferirà al presidente Obama.

Quanto alla situazione a Gaza, secondo la stampa americana, potrebbe arrivare subito la nomina George Mitchell ad inviato in Medio Oriente. L’ex senatore del Maine, 75 anni, sarebbe il primo esponente politico con origini arabe a ricoprire un simile incarico. Suo padre, Joseph Kilroy, era un orfano irlandese che fu adottato da una famiglia libanese che aveva anglicizzato il cognome in Mitchell. Sua madre, Mary Saad, era un’immigrata libanese che lo ha allevato nella fede cristiana maronita. Mitchell è un esperto negoziatore, nominato nel 1995 inviato speciale degli Stati uniti per il processo di pace nell’irlanda del nord.

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EmiNews 2009

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