6503 Obama chiama Abu Mazen, «consolidiamo la tregua»

20090121 19:37:00 redazione-IT

"Il presidente dell’Anp, Abu Mazen, ha ricevuto oggi una telefonata del neo presidente americano Barack Obama, che gli ha promesso il suo impegno per la pace in Medio Oriente", ha annunciato il capo dei negoziatori palestinesi, Saeb Erakat, alla tv satellitare al-Jazeera. "Obama ha affermato di voler lavorare insieme al presidente dell’Autorità nazionale palestinese – ha aggiunto – per garantire la pace nella regione". Il presidente Barack Obama ha espresso inoltre in una serie di telefonate a leader del Medio Oriente la sua determinazione «a lavorare per aiutare a consolidare il cessate il fuoco» a Gaza.

Una riunione con la sua squadra economica per mettere a punto il piano di rilancio, una con il consiglio di sicurezza per discutere «i prossimi passi in Iraq ed Afghanistan» e, naturalmente, la situazione in Medio Oriente: questi i principali impegni sull’agenda di Barack Obama nel primo giorno della sua presidenza. Il neo presidente ha promesso oggi di adoperarsi in vista "di una pace durevole" in Medio Oriente nel corso di una telefonata con il presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen, la prima – hanno precisato fonti della casa Bianca – fatta da Obama a un leader internazionale dopo l’investitura ufficiale, avvenuta ieri a Washington.

"Il presidente dell’Anp, Abu Mazen, ha ricevuto oggi una telefonata del neo presidente americano Barack Obama, che gli ha promesso il suo impegno per la pace in Medio Oriente", ha annunciato il capo dei negoziatori palestinesi, Saeb Erakat, alla tv satellitare al-Jazeera. "Obama ha affermato di voler lavorare insieme al presidente dell’Autorità nazionale palestinese – ha aggiunto – per garantire la pace nella regione". Il presidente Barack Obama ha espresso inoltre in una serie di telefonate a leader del Medio Oriente la sua determinazione «a lavorare per aiutare a consolidare il cessate il fuoco» a Gaza.

La nuova amministrazione si è messa al lavoro già subito dopo il giuramento di mezzogiorno e, come primo provvedimento, è stato ordinato ai procuratori militari di sospendere per 120 giorni i processi in corso a Guantanamo contro i cinque detenuti accusati di aver partecipato all’organizzazione degli attentati dell’11 settembre.

Alla riunione del Consiglio di Sicurezza convocata per oggi partecipa anche il generale David Petraeus, capo del Comando centrale americano, già comandante in capo delle forze americane a Baghdad. Durante l’incontro si parlerà di presenza militare in Iraq e Afghanistan: Obama dovrebbe chiedere ai comandanti un piano per il ritiro delle truppe combattenti dall’Iraq in 16 mesi, come promesso durante la sua campagna elettorale. Petraeus è appena rientrato dal suo viaggio in Afghanistan e Pakistan, di cui riferirà al presidente Obama.

Quanto alla situazione a Gaza, secondo la stampa americana, potrebbe arrivare subito la nomina George Mitchell ad inviato in Medio Oriente. L’ex senatore del Maine, 75 anni, sarebbe il primo esponente politico con origini arabe a ricoprire un simile incarico. Suo padre, Joseph Kilroy, era un orfano irlandese che fu adottato da una famiglia libanese che aveva anglicizzato il cognome in Mitchell. Sua madre, Mary Saad, era un’immigrata libanese che lo ha allevato nella fede cristiana maronita. Mitchell è un esperto negoziatore, nominato nel 1995 inviato speciale degli Stati uniti per il processo di pace nell’irlanda del nord.

Nel 2000, verso la fine dell’amministrazione Clinton, fu incaricato di guidare una commissione internazionale per indagare sulle cause della violenza in Medio oriente. Per quanto riguarda la politica interna, Obama potrebbe anche varare un’importante misura simbolica in favore dell’aborto, ma anche dell’impegno americano nella lotta alla povertà, ordinando l’abolizione della legge che vieta di finanziare le ong internazionali per la pianificazione familiare che sostengono anche il ricorso all’aborto, come uno dei primi atti della sua presidenza. Il provvedimento – che potrebbe arrivare giovedì, anniversario della sentenza della Corte Suprema «Roe versus Wade», che 36 anni fa legalizzò l’interruzione di gravidanza – abolirebbe la misura introdotta da Ronald Reagan nel 1984 e nel 1993 Bill Clinton la abolì subito il suo insediamento, scegliendo sempre la data simbolica del 22 gennaio. George Bush l’ha poi reintrodotta, proprio il 22 gennaio di otto anni dopo.

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EmiNews 2009

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