6578 Farsa al Senato. Di Girolamo ancora graziato. Bell'esempio di diritto all'italiana

20090130 12:35:00 redazione-IT

di Michele Schiavone

ZURIGO – La farsa che si è materializzata ieri nell’emiciclo del Senato della Repubblica italiana, in occasione del dibattito sull’annullamento dell’elezione del Senatore Nicola Paolo di Girolamo, eletto nella circoscrizione estero benchè non avesse mai avuto i requisiti indicati dalla legge 459/2001, ha ripetuto un canovaccio a cui gli italiani assistono pavidamente da numerosi anni e che viene replicato a soggetto ogni qualvolta nel parlamento sono poste in discussione le regole, che definiscono le norme giuridiche che il nostro paese si è dato con i suoi ordinamenti. Il Senatore Nicola Paolo Di Girolamo, lo scorso aprile, è stato eletto Senatore della Repubblica italiana nella circoscrizione estero eludendo palesemente i dettami della legge Tremaglia, che prevede l’esclusiva eleggibilità nel parlamento di diciotto cittadini italiani residenti, in forma stabile, fuori dall’Italia.

Ad aprile il senatore era residente in Italia e, ai sensi della legge, non aveva il diritto di candidarsi. Questo reato gli è costato anche la limitazione della libertà e l’assegnazione agli arresti domiciliari.

La maggioranza del Senato, che ha deciso di rinviare una presa di posizione, oltre ad essere in forte contraddizione con le proprie prerogative, mostra altresì come, oggi, una maggioranza numerica per interessi particolari occupi le istituzioni legislative misconoscendo i principi fondamentali di uno stato di diritto. Ciò detto, con la votazione dell’ordine del giorno proposto dal senatore Sergio De Gregorio, anch’egli una figura controversa nel mondo degli italiani all’estero, la maggioranza ha minato nelle fondamenta non solo il lavoro svolto dalla giunta per le elezioni e l’immunità dei parlamentari, ma ha messo in forte discussione l’ordinamento costituzionale dello stato italiano. Così facendo si è dato vita ad un precedente che, contrariamente allo spirito della legge, va sanato senza indugi se si vuol legittimare e tenere fede al senso genuino con il quale il legislatore, per garantire nel Parlamento italiano la rappresentanza dei connazionali residenti all’estero, aveva eccezionalmente modificato due articoli della costituzione italiana. In ogni modo questa vicenda rappresenta l’ennesima battuta d’arresto del processo innovatore, di cui hanno bisogno le nostre istituzioni e che a stento riesce a manifestarsi nello spirito dell’opinione pubblica italiana. Ci siamo battuti per anni per portare nel parlamento italiano la nostra voce e per far emergere nel discorso pubblico italiano la peculiarità delle nostre esperienze. Quello che vorremmo evitare a priori è di cadere negli stereotipi di chi ci vorrebbe funzionali al sistema; perciò sarebbe opportuno che il Senatore Nicola Paolo di Girolamo, che non ha nulla a che spartire con gli italiani all’estero, compia un gesto di responsabilità e faccia i passi necessari per evitarci che questa storia da semplice farsa si tramuti in tragedia, riportando alla triste realtà un sogno che abbiamo inseguito per decenni.

Michele Schiavone

 
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EmiNews 2009

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