6568 Il Grande Orecchio sbarca a Sigonella

20090128 21:01:00 redazione-IT

di Manlio Dinucci

Quello delle intercettazioni sarà «il più grande scandalo della storia della Repubblica»: lo ha gridato sabato scorso al comizio di Olbia il premier Berlusconi. Ha invece taciuto sul fatto che, appena quattro giorni prima, il suo governo ha dato il via all’installazione in Italia di uno dei più potenti sistemi di intercettazioni del mondo, al cui confronto quello dei giudici italiani è un lavoro da dilettanti. E’ il sistema di spionaggio Nato Ags (Alliance Ground Surveillance), che sarà installato a Sigonella. La base sarà ampliata per ospitare gli 800 militari (con famiglie) addetti alla nuova installazione. Sigonella – ha detto il ministro della difesa La Russa – è stata scelta, rispetto ad altre località in Turchia e Germania, per la sua «centralità strategica nel Mediterraneo», che permetterà di concentrare in questa zona «importanti informazioni per diffonderle agli altri alleati», facendo «interagire le diverse forze dell’intelligence».

Il sistema Ags – spiega la Nato – servirà a sorvegliare non solo il territorio dell’Italia e di altri paesi europei, ma quello di paesi extra-europei, soprattutto mediorientali, fornendo importanti informazioni «prima e durante le operazioni Nato». Esso sarà «uno strumento chiave per rendere più incisiva la Forza di risposta della Nato (Nrf)», in grado di essere proiettata entro cinque giorni «per qualsiasi missione in qualsiasi parte del mondo». Il sistema Ags fornirà un quadro dettagliato del territorio da occupare, permettendo anche di «individuare e prendere di mira veicoli in movimento». Ciò sarà reso possibile da vari tipi di piattaforme aeree e stazioni di controllo terrestri. Le prime consisteranno in aerei-radar (Airbus A 321 modificati) e aerei senza pilota Block 40 Global Hawk della statunitense Northrop Grumman: questi, guidati a distanza, volano per 35 ore a oltre 18mila metri di quota, trasmettendo al comando i dati rilevati dai sensori. Opererà inoltre da Sigonella un velivolo italiano Sigint, per la rilevazione delle onde elettromagnetiche, comprese quelle telefoniche (e quindi in grado di intercettare le telefonate anche in Italia). Le stazioni terrestri saranno sia fisse che mobili, ossia in grado di essere trasferite in lontani teatri bellici. Si tratta dunque del più sofisticato sistema di spionaggio elettronico, finalizzato sia al controllo dei paesi europei della Nato, sia al potenziamento della sua capacità offensiva «fuori area».

L’accordo per la creazione di questo sistema è stato sottoscritto dal governo Berlusconi nel novembre 2002, insieme a Stati uniti, Francia, Germania, Olanda e Spagna. E’ stato quindi costituito un «consorzio transatlantico» di industrie militari, comprendente la Northrop Grumman, General Dynamics, Eads, Thales e Galileo Avionica, che nel 2005 ha ricevuto un primo contratto per l’ammontare di 23 milioni di euro. Solo un piccolo acconto: la Nato stessa lo definisce «uno dei più costosi programmi di acquisizione intrapresi dall’Alleanza», che comporta una spesa di almeno 4 miliardi di euro. Ulteriori impegni sono stati assunti per conto dell’Italia dal governo Prodi, nell’ottobre 2006. Il ministro La Russa assicura però che l’installazione del sistema Ags a Sigonella avrà «un ritorno economico in tutta l’area».

L’unico sostanziale «ritorno» sarà in realtà quello di accrescere la già pesante servitù militare di quest’area, che comporta anche rischi sanitari per la popolazione, dovuti alle forti emissioni elettromagnetiche. Nella U.S. Naval Air Station Sigonella, che ospita il centro logistico delle forze navali del Comando europeo degli Stati uniti, vi è uno dei due principali siti del sistema Gbs, gestito da tutti i settori delle forze armate Usa. E nella «dépendance» di Niscemi, dove già sono in funzione 41 antenne Usa, sarà installata una delle quattro stazioni terrestri del Muos (Mobile User Objective System), il sistema della U.S. Navy che collegherà – con comunicazioni ad altissima frequenza – le forze navali, aeree e terrestri mentre sono in movimento, in qualsiasi parte del mondo si trovino. Come se ciò non bastasse, arriva ora a Sigonella il nuovo sistema di spionaggio Nato, che – annuncia il ministro La Russa – conferisce all’Italia un accresciuto «ruolo di prestigio».

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