6590 CONTRO LA DECORAZIONE DEI FASCISTI PARIFICATI AI COMBATTENTI PER LA LIBERTA'

20090202 08:54:00 redazione-IT

La presentazione di una legge (1360) in Parlamento che parifica mediante la decorazione del Tricolore i combattenti per la Libertà e i fascisti asserviti ai nazisti; la improprietà del linguaggio della politica del centro destra e la sua confusione strumentale e falsificante della storia del ‘900 e della Guerra di Liberazione inducono le associazioni della Resistenza, i partiti che derivano dal
CLN, sindacati dei lavoratori, l’ARCI, associazioni e movimenti della società civile a denunciare con sdegno la provocazione antistorica e offensiva nei confronti del popolo italiano.

Un’assemblea popolare indetta per il giorno Sabato 7 febbraio 2009 alle ore 10:00 nel Teatro Italia, via Bari 18 – Roma , riaffermerà i valori della Costituzione nata dalla Resistenza e rinnoverà il ricordo delle vittime dovute al nazifascismo.

anpi.roma@comune.roma.it

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[img]http://www.anpi.it/images/impiccagione_varese001.jpg[/img]

CAMERA DEI DEPUTATI N. 1360 —

PROPOSTA DI LEGGE D’INIZIATIVA DEI DEPUTATI
BARANI, ANGELI, BARBA, BARBIERI, BOCCIARDO, CALDORO,
CASTELLANI, CASTIELLO, CATONE, CESARO, CICCIOLI, CORSINI,
CRISTALDI, DE ANGELIS, DE CORATO, DE LUCA, DE
NICHILO RIZZOLI, DI BIAGIO, DI VIRGILIO, DIMA, DIVELLA,
FOGLIARDI, GREGORIO FONTANA, FUCCI, GAROFALO, GIRLANDA,
HOLZMANN, LABOCCETTA, LO MONTE, GIULIO MARINI,
MAZZONI, RICARDO ANTONIO MERLO, MIGLIORI, NARDUCCI,
PETRENGA, ROSSO, SARDELLI, SBAI, VALENTINI,
VENTUCCI, VESSA, ZACCHERA

Istituzione dell’Ordine del Tricolore e adeguamento
dei trattamenti pensionistici di guerra
Presentata il 23 giugno 2008

ONOREVOLI COLLEGHI ! — La presente proposta
di legge nasce dall’esigenza di attribuire
a coloro che hanno partecipato alla
seconda guerra mondiale un riconoscimento
analogo a quello attribuito ai combattenti
della guerra 1914-1918 dalla legge
18 marzo 1968, n. 263. L’istituzione dell’
« Ordine del Tricolore » deve essere considerata
un atto dovuto, da parte del
nostro Paese, verso tutti coloro che, oltre
sessanta anni fa, impugnarono le armi e
operarono una scelta di schieramento convinti
della « bontà » della loro lotta per la
rinascita della Patria.
Non s’intende proponendo l’istituzione
di questo Ordine sacrificare la verità storica
di una feroce guerra civile sull’altare
della memoria comune, ma riconoscere,
con animo oramai pacificato, la pari dignità
di una partecipazione al conflitto
avvenuta in uno dei momenti più drammatici
e difficili da interpretare della storia
d’Italia; nello smarrimento generale,
anche per omissioni di responsabilità ad
ogni livello istituzionale, molti combattenti,
giovani o meno giovani, cresciuti
nella temperie culturale guerriera e « imperiale
» del ventennio, ritennero onorevole
la scelta a difesa del regime, ferito e
languente; altri, maturati dalla tragedia in
atto o culturalmente consapevoli dello
scontro in atto a livello planetario, si
schierarono con la parte avversa, « liberatrice
», pensando di contribuire a una
rinascita democratica, non lontana, della
loro Patria.
Solo partendo da considerazioni contingenti
e realistiche è finalmente possibile
quella rimozione collettiva della memoria
ingrata di uno scontro che fu militare e
ideale, oramai lontano, eredità amara di
un passato doloroso, consegnato per sempre
alla storia patria.
Questo progetto di legge è coerente con
la cultura di pace e di pacificazione della
nuova Italia, post-bellica, repubblicana e
democratica; memore delle distruzioni
morali e materiali provocate dal conflitto
mondiale; orgogliosa della rinascita operata
dalla laboriosità del suo popolo; rinnovata
nelle istituzioni di una classe dirigente
espressa per la prima volta dal
popolo, libero e sovrano; consapevole della
necessità di rimarginare le ferite di un
passato tragico e cruento nell’interesse
dell’intera collettività.
Per queste considerazioni, attribuiamo
al progetto di legge in esame un forte
valore simbolico e sociale, che valga a
superare tutti gli steccati ideologici che
hanno reso difficile per troppi anni la
possibilità di riconoscere socialmente i
meriti e il sacrificio di coloro che hanno
combattuto consapevolmente per il Tricolore;
ad essi, dopo oltre sessanta anni dalla
fine della guerra e nel sessantesimo anniversario
della nostra Costituzione, il Parlamento
italiano, per motivi di equità e di
giustizia, deve tributare un riconoscimento
analogo a quello concesso ai cavalieri di
Vittorio Veneto.
Questo sarà costituito da un’alta attribuzione
onorifica, cioè l’appartenenza all’Ordine
del Tricolore e anche da un
miglioramento economico, doveroso per
chi ha dato tanto per la propria Patria.
In questo tempo di ristrettezze economiche
ci appare indizio di grande civiltà
pensare a chi ha combattuto e da anni
attende una revisione migliorativa dei trattamenti
pensionistici di guerra.
Il Parlamento ha riconosciuto più che
legittima l’aspirazione dei titolari di trattamento
pensionistico di guerra a ottenere
l’adeguamento economico delle proprie
pensioni, adeguamento che si ritiene non
sia ulteriormente procrastinabile, considerate
l’età avanzata dei soggetti e la lunga
attesa.

L’articolo 1 istituisce un nuovo ordine
onorifico, l’Ordine del Tricolore, comprendente
l’unica classe di cavaliere.

L’articolo 2 prevede che tale onorificenza
sia conferita:

a) a coloro che hanno prestato servizio
militare per almeno sei mesi, anche
a piu` riprese, in zona di operazioni, nelle
Forze armate italiane durante la guerra
1940-1945 e che siano invalidi; a coloro
che hanno fatto parte delle formazioni
armate partigiane o gappiste, regolarmente
inquadrate nelle formazioni dipendenti dal
Corpo volontari della liberta` , oppure delle
formazioni che facevano riferimento alla
Repubblica sociale italiana;

b) ai combattenti della guerra 1940-
1945; ai mutilati e invalidi della guerra
1940-1945 che fruiscono di pensioni di
guerra; agli ex prigionieri o internati nei
campi di concentramento o di prigionia.
L’articolo 3 determina le caratteristiche
dell’insegna, realizzata in bronzo, del nuovo
Ordine e rinvia a un decreto del Ministro
della difesa l’indicazione dei dettagli.
L’articolo 4 prevede che il Capo dell’Ordine
del Tricolore sia il Presidente
della Repubblica e che l’Ordine sia retto
da un consiglio composto da un tenente
generale o da un ufficiale con grado corrispondente,
che lo presiede, da due generali
e da un ammiraglio in rappresentanza
di ciascuna Forza armata, dal presidente
dell’Associazione nazionale combattenti
della guerra di liberazione
inquadrati nei reparti regolari delle Forze
armate italiane, dal presidente dell’Associazione nazionale combattenti e reduci,dal presidente dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia e dal presidente dell’Istituto
storico della Repubblica sociale italiana.
Il presidente e i membri del consiglio
sono nominati dal Presidente della
Repubblica, su proposta del Ministro della
difesa.

L’articolo 5 prevede che le onorificenze
siano conferite con decreto del
Presidente della Repubblica, su proposta
del Ministro della difesa, previa domanda
presentata dagli interessati al Ministero
della difesa.

L’articolo 6 prevede che agli insigniti
dell’Ordine del Tricolore sia riconosciuto
un assegno vitalizio e che le domande e i
documenti necessari per ottenere l’onorificenza
siano esenti dall’imposta di bollo e
da qualsiasi altro tributo.

L’articolo 7 prevede l’adeguamento
pensionistico degli invalidi e mutilati di
guerra per l’alto valore sociale che essi
rappresentano.

L’articolo 8 prevede la copertura finanziaria.

L’articolo 9 reca la data di entrata in
vigore della legge.

http://www.anpi.it/

 
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EmiNews 2009

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