6582 Battisti & Mantica.

20090130 19:35:00 redazione-IT

di Rodolfo Ricci

[b]Un incontenibile sottosegretario Mantica sta mettendo in costernazione da alcune settimane i rappresentanti della comunità italiana in Brasile –nell’imbarazzo dell’Ambasciatore Valensise- incitandoli a prendere posizione tra gli italiani in Brasile contro la decisione di quel paese di non concedere l’estradizione di Cesare Battisti, la cui vicenda personale appare più assimilabile a quella di un disastrato“lumpen”, più che a quella di un pericoloso terrorista. Ma in questo momento in Italia, tutto fa brodo pur di poter nascondere fatti e misfatti di chi governa insieme ad una situazione economica e sociale sempre più deteriorata. Non che la richiesta di estradizione non abbia condivisibile fondamento, ma il coinvolgimento dell’emigrazione tentato da Mantica è del tutto fuori posto.

Immemore di quando le case del fascio finanziate da Mussolini proliferavano in quel paese -che poi, a causa della propaganda che si esercitava in quei luoghi li chiuse e vietò per anni che si parlasse addirittura l’Italiano-, egli intende replicare quella funzione di sostegno agli interessi della madrepatria che gli emigrati a suo parere dovrebbero svolgere.[/b]

[img]http://www.emigrazione-notizie.org/public/upload/cesare_battisti.jpg[/img]

[b]Il Sen. Mantica, il cui storico esordio al CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero) non può essere dimenticato: [i]“Mi chiamo Mantica, sono orgoglioso della mia storia nel MSI e della mia identità politica e culturale e vi chiarisco subito a voi che venite dall’estero, che gli italiani in Italia non vogliono più “la monnezza e gli immigrati”[/i], dimostra ancora una volta di non comprendere che la specificità degli italiani all’estero non è quella di essere la quinta colonna delle ambizioni di potenza della repubblica bananiera, ma semmai quella di costituire un ponte di comprensione e di mediazione culturale e sociale tra i paesi ove essi risiedono e l’Italia.

Non comprende neanche che gli italiani all’estero, tra le tante disavventure, hanno anche la fortuna di essere informati non solo da RAI e MEDIASET, ma anche da altri media locali ed internazionali.
L’affronto storico che sarebbe stato perpetrato dal Brasile all’Italia, patria dello Stato di Diritto, non tiene in considerazione che la percezione di questo nostro Stato di diritto, all’estero, abbia da tempo sviluppato diffuse perplessità, tra queste il rovescio del diritto all’italiana.

Questa percezione è legata a fatti eclatanti del passato, ma non solo, visto che oggi, 30 gennaio 2009, all’inaugurazione dell’Anno Giudiziario, il Procuratore Generale della Cassazione, Vitaliano Esposito, ha dovuto ammettere che il ranking di efficienza del nostro sistema giudiziario ci vede al 151° posto sui 181 paesi presi in considerazione nel mondo intero, ben dietro numerosi paesi africani. Non male!
Vale comunque la pena citare alcuni di quei fatti eclatanti che, ben noti oltre confine quanto oramai quasi dimenticati sul suolo patrio, hanno scandito la considerazione del diritto all’italiana, siano essi accaduti 60, 40 o 1 anno fa:

Cominciamo con l’oggi: in Italia, la stragrande maggioranza dei detenuti nelle nostre galere sono stranieri extracomunitari. In Italia è stato introdotta l’aggravante di clandestinità per i poveri immigrati alla ricerca di un lavoro, assimilando con ciò a reato quella che è invece una condizione particolarmente svantaggiata. Molti di loro sono latino-americani. E i paesi latinoamericani hanno tutti protestato con Italia ed Europa contro la “Direttiva Ritorno” e le varie applicazioni nazionali di cui quella italiana si prefigura come la peggiore.

In Italia, secondo stime ufficiali, la mafia ha aumentato in tre-quattro anni il proprio “fatturato” da 100 a 130 miliardi di Euro. (Siamo a quasi il 9 % del cosiddetto PIL). Un sistema giudiziario funzionante avrebbe dovuto ridurre il potere mafioso, o no?.

In Italia, le più alte cariche dello Stato, grazie al noto Lodo Alfano, non possono essere sottoposte a giudizio. In Italia, decine di parlamentari sono tali, pur essendo sottoposti a procedimenti penali e altri sono già stati giudicati colpevoli di reato. Qualcuno, addirittura – e questo rasenta la barzelletta – è stato candidato falsificando i documenti di residenza, come tale Di Girolamo, eletto al Senato nella Circoscrizione Estero e compagno di scuderia del Sen. Mantica. Ed il Senato gli ha conferito più volte “la grazia”. E’ accaduto di nuovo ieri, 29 gennaio 2009.

Negli ultimi anni, cittadini stranieri sono stati sottoposti a sequestri a supporto di servizi segreti esteri (leggi CIA), le cosiddette extraordinary rediction ad opera di funzionari e servizi italiani.

L’Italia è un paese che nel dopoguerra, tra gli altri, ha esportato migliaia di fascisti in fuga; soprattutto verso l’America Latina; ed ha continuato a farlo anche in epoche più recenti; si sa che alcuni di loro (centinaia se non migliaia) hanno continuato a tramare e fare da sponda tra i poteri nostrani e quelli delle sanguinarie dittature locali. Tra gli artefici di questi traffici ce n’è uno, che si chiama Gelli, che oggi pontifica liberamente sulle televisioni italiane, su molte cose, tra cui il modo migliore per reprimere a forza di manganellate ed altri mezzi le recenti proteste degli studenti.

Molti dei circoli costituiti da questi esuli italiani –su cui oggi il Sen. Mantica conta per rispondere all’onta della patria offesa-, erano pieni di gagliardetti e di lupe romane, fino a pochi anni fa, così a Buenos Aires, – dove in molti, compresi i sodali visitatori dall’Italia, amavano frequentare insieme il ristorante “Filo” di Giovanni Ventura -, come a San Paolo del Brasile, ove anche si sprecavano foto e audaci manifesti del ventennio, littori di bronzo e altri cimeli o ad Asuncion, dove hanno transitato e vissuto a lungo fior fiore di terroristi neofascisti assistiti amorevolmente. Oppure in Bolivia, dove tuttora sembra sostengano la secessione dal legittimo governo di Evo Morales, assieme all’ex ustascia Branko Gora Marinkovic.
Immagino che qualche analoga presenza non sia mancata tra Venezuela, Colombia, Canada e USA, a braccetto di mafiosi e trafficanti principi del contrabbando di cocaina sotto l’ombrello protettivo paramilitare Salvatore Mancuso, per anni in cima alle liste internazionali del terrorismo superando perfino Osama Bin Laden, oggi “recluso” in USA perché ne sa di cotte e di crude, come libero in USA è l’altro galantuomo Luis Posada Carriles,, terrorista internazionale venezuelano al soldo della CIA, che mise la bomba sull’aereo cubano ove morì tra gli altri, l’italiano Fabio Di Celmo.

L’Italia è il paese che qualche giorno fa ha approvato la concessione di onoreficienze ai fascisti combattenti della repubblica di Salò, mai pentiti, anzi “irriducibili”. Questa volta una condizione sanguinaria del passato remoto assurge a merito repubblicano da riconoscere ufficialmente, a prescindere da per che cosa si è combattuto e da come lo si è fatto.

In Italia, negli anni in cui Battisti Cesare ed altri “rossi” ben più pericolosi di lui scorazzavano e uccidevano, erano presenti anche varie organizzazioni sovversive con ampie diramazioni internazionali come la luccicante Gladio, la P2, ed altre annesse che hanno depistato, o tentato colpi di stato o organizzato e commissionato stragi, o semplicemente governato. Di queste stragi, a distanza di 30 e 40 anni non si è ancora riusciti, dopo innumerevoli processi, ad individuare i colpevoli.

L’Italia non è riuscita a farsi consegnare dagli USA i responsabili di gravissime stragi come quella della funivia del Cermis dove perirono 20 persone, o l’autore dell’uccisione di Calipari. Non ricordo che sia stato richiamato l’ambasciatore a Washington per consultazioni.
L’Italia sa che Zorzi, che sembrerebbe essere stato l’autore della strage di Bologna (dove perirono oltre 80 persone) fa il libero imprenditore a Tokio o giù di lì. Mai sentito qualcuno sbracciarsi al proposito.

In Italia regnò per decenni un uomo, tale Giulio Andreotti, senatore a vita, che fino al 1981 aveva rapporticon la mafia, secondo sentenza passata in giudicato e che si è salvato solo per prescrizione del reato; ed oggi governa un leader che ha ospitato presso la sua residenza un mafioso di nome Mangano per anni. Naturalmente lui non lo sapeva che era un mafioso, ma recentemente ha sostenuto che gli si doveva fare un monumento in quanto eroe, assieme all’altro ideatore e fondatore di Forza Italia, tale dell’Utri. Potenza della tradizione !

Ultimo in ordine di tempo, la destituzione e il trasferimento di giudici importanti che stavano svolgendo indagini molto significative nell’ambito della classica compenetrazione nostrana affari, politica, mafia. Ed in procinto di essere varata, una nuova misura bipartisan che limiterà potentemente le intercettazioni telefoniche autorizzate dalla magistratura nelle indagini per pericolosi crimini e reati attinenti alla medesima spinosa materia.

Ne consegue, -ma l’elenco è del tutto parziale- che, all’estero, questa immagine di stato di diritto all’italiana manifesta una sua singolare tipicità. Per noi, in Italia tutto rientra nella normalità, ma nel mondo, è più che probabile che qualche dubbio insorga.

E’ un po’ come per la Costituzione, si dice che la nostra sia una delle migliori, ma dopo sessant’anni ne abbiamo applicata solo una piccola parte e quindi, per evitare incongruenze e polemiche, stiamo facendo di tutto per peggiorarla, così che la carta somigli di più alla realtà e nessuno si lamenti ulteriormente dello scostamento tra teoria e prassi.

Ma tornando all’ottimo Senatore e Sottosegretario Mantica, è bene che da tutta questa materia di ordine diplomatico lasci fuori l’emigrazione.
Sarebbe meglio che, come opportunamente gli ha ricordato l’On. Fabio Porta qualche giorno fa, utilizzi la sua straripante energia per recuperare quei 60 milioni di Euro che il suo governo, con la sua piena e complice acquiescenza, ha sottratto alle misure di sostegno agli italiani all’estero.
Altrimenti tra qualche mese o settimana, altre saranno le petizioni che saranno lanciate dagli emigrati ed avranno un altro titolo.[/b]

 
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EmiNews 2009

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