6618 REFERENDUM: SI ALLA CONFERMA DEGLI ACCORDI BILATERALI TRA UNIONE EUROPEA E CONFEDERAZIONE ELVETICA

20090203 15:18:00 redazione-IT

DOMENICA PROSSIMA 8 FEBBRAIO SI VOTA IL REFERENDUM IN SVIZZERA. SI’ ALLA CONFERMA DEGLI ACCORDI BILATERALI TRA UNIONE EUROPEA E CONFEDERAZIONE ELVETICA.

Nella primavera del 2001 il popolo svizzero ha approvato a larga maggioranza gli Accordi bilaterali tra UE e CH, di cui quello sulla libera circolazione delle persone rappresenta il più importante; insieme agli Accordi sono entrate in vigore, a partire dal 1° giugno 2002, le “misure di accompagnamento”contro il dumping salariale e sociale, poi rafforzate in maniera massiccia nel 2006.

Le misure di accompagnamento, se pienamente applicate, possono rappresentare una protezione efficace contro il dumping salariale e sociale, permettendo di controllare meglio di prima il mercato del lavoro svizzero, grazie all’iniziativa delle commissioni tripartite in cui sono presenti le istituzioni, i sindacati dei lavoratori dipendenti e le associazioni dei datori di lavoro: le commissioni emettono sanzioni in caso di abusi ed hanno la facoltà di fissare i salari minimi.

A partire dal 1° gennaio del prossimo anno saranno effettuati controlli in maggior numero (27.000 all’anno al posto di 22.500) da parte di più ispettori (180 invece di 150); inoltre, aumenta il numero dei contratti collettivi di lavoro dichiarati di obbligatorietà generale.

Per quanto riguarda le lavoratrici e i lavoratori frontalieri italiani in Svizzera (oltre 50.000, abitanti nelle provincie di Bolzano, Como, Sondrio, Varese, Verbano-Cusio- Ossola e occupati nei cantoni Grigioni, Ticino e Vallese), essi hanno ricevuto indubbiamente numerosi vantaggi dall’esistenza degli Accordi bilaterali: sono state abolite le zone di frontiera in cui erano obbligati a risiedere, entro 20 km dal confine; non c’è più l’obbligo del rientro quotidiano, basta quello settimanale; è consentita la mobilità professionale e geografica; soprattutto, non è più richiesto il permesso preventivo, con la subordinazione dell’assunzione a quella dei cittadini svizzeri.

Qualora domenica prossima nel referendum prevalesse il NO, si tornerebbe indietro, togliendo forza alle organizzazioni sindacali che si battono in favore delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti, siano essi residenti, domiciliati o frontalieri; inoltre, anche le misure di accompagnamento contro il dumping salariale e sociale perderebbero ogni validità: ciò sarebbe disastroso in questa situazione di grave crisi economica e sociale, con crescente disoccupazione.

Per tutte queste ragioni, auspichiamo che il popolo svizzero l’8 febbraio prossimo si esprima favorevolmente, votando SI alla conferma degli Accordi bilaterali.

Andrea Amaro Responsabile CGIL Italiani all’estero
Claudio Pozzetti responsabile CGIL Frontalieri

 
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EmiNews 2009

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