6614 INAS-Cisl: Un nuovo contratto sociale globale per uscire dalla crisi

20090203 09:05:00 redazione-IT

da Corrispondenza Italia – febbraio 2009

La portata della crisi mondiale che di giorno in giorno appare sempre più profonda ed epocale,sta riportando il dibattito politico-economico,come quello sociale-sindacale, ai livelli di 8o anni fa e talvolta addirittura agli anni 8o del XIX secolo quando il cancelliere tedesco conservatore Otto von Bismark pensò che le emergenze dell’impoverimento del proletariato lavoratore andavano combattute non solo
"con la repressione degli eccessi socialdemocratici ma anche promuovendo il benessere delle masse". Fu infatti nel 1883 che venne introdotta l’assicurazione sanitaria obbligatoria "per i lavoratori manuali e impiegatizi" e nel 1889 la pensione di vecchiaia "per gli operai specializzati e apprendisti". Tutto quel che è venuto dopo,almeno nell’ex-primo mondo occidentale, è varia declinazione di quel tema-base,sia nel modello cosiddetto "corporativistico" fondato sul valore della coesione sociale (o nazionale,nella
versione fascistica) e su accordi tripartiti sindacati-imprenditori-Stato ; sia nel "modello nordico" basato su diritti e servizi universali spettanti ai cittadini in quanto tali ;sia nel cosiddetto "modello residuale" liberista anglosassone (sostanzialmente non modificato neppure dal new deal u.s.a. degli anni 30) che
prevede l’intervento dello stato solo come extrema ratio.

La novità della catena di crisi (finanziaria,creditizia,economica,produttiva,occupazionale e sociale) che ha
fatto irruzione nel mondo in questi ultimi mesi,proprio per la inedita caratteristica planetaria,sta
cambiando lo scenario nell’ Occidente come ad Est,nel Nord come nel Sud del mondo,imponendo l’idea
di un nuovo contratto sociale globale,sulla scia delle teorie dell’economista -filosofo indiano,premio
Nobel Amartya Sen. In sostanza,come dice in Italia il prof.Zamagni,teorico dell’economia sociale del
cosiddetto "terzo settore", che ha esposto le sue tesi in un recente convegno sindacale in casa Cisl, va
rovesciata la classica concezione del welfare come puro e semplice consumo sociale da finanziare
sottraendo risorse all’economia, intesa come produzione di ricchezza sub specie-pil: In realtà infatti sta
tramontando l’idea della presunta incompatibilità/alternatività tra spesa sociale e crescita economica. Tale
idea infatti è stata egemone negli ultimi 30 anni ed ha imposto il paradigma in base a cui consistenti
investimenti nei servizi pubblici e sociali (salute,sicurezza,istruzione,previdenza, e così via) e in
particolare nei servizi alla persona , scoraggiano lo sviluppo trainato dagli "animal spirits". Mentre
invece è solo la crescita della ricchezza (sempre misurata col feticcio-pil) che porta,per automatismo ,
alla soluzione dei problemi sociali. Una teoria contestata,fino a due-tre mesi fa, soltanto in sedi
accademiche: ma che ora è crollata assieme ai castelli di carta della cosiddetta finanza creativa (in
realtà,truffaldina e criminale).
Aprire la strada di un ciclo economico fondato sulla domanda di beni e servizi atti a promuovere le
capacità attive delle persone. Stabilire, con la guida dei soggetti pubblici e comunitari (le istituzioni, la
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politica, l’associazionismo a cominciare da quello sindacale ma anche imprenditoriale, culturale e
religioso) stabilire -ripetiamo- rapporti di sinergia e di scambio di reciproche utilità tra le generazioni
vecchie e nuove, tra le fasce forti della società (le scienze applicate, la tecnologia, l’organizzazione
manageriale, l’imprenditorialità eticamente orientata) e le fasce deboli (lavoratori anziani o espulsi dalla
produzione, pensionati o precari, donne sottoccupate, diversamente abili e perfino non-autosufficienti):
questo il profilo di una nuova economia personalista ed umanista che può emergere dalle macerie della
crisi se gli "operatori di buona volontà", a cominciare dalle nostre strutture sindacali e di patrocinio nelle
quali agiamo noi dell’Inas, saranno all’altezza del ciclo storico appena apertosi. E solo così la "tragedia
sociale" che attraverseremo significherà non annientamento/punizione ma catarsi e cioè purificazione
dalle scorie, come sapevano bene quegli antichi greci che, appunto, la tragedia l’hanno inventata,
rappresentata e insegnata all’umanità.

http://www.inas.it/corrispondenza_italia.asp

 
6614-inas-cisl-un-nuovo-contratto-sociale-globale-per-uscire-dalla-crisi

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EmiNews 2009

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