6641 CARLO FLAMIGNI: Diritti costituzionali a rischio

20090206 12:08:00 redazione-IT

Ho visto una parte dello spettacolo di Bruno Vespa dedicato al caso Englaro, solo una parte perché mi sono accorto che mi stavo mangiando il fegato e ho ben presto deciso di smettere di farmi male da solo. Vespa aveva messo in piedi uno show del tutto sbilanciato (come sempre) e dove non arrivavano i suoi testimoni ci pensava lui, forse esagerando un po’, ma con indubbia efficacia. Dopo un po’, un osservatore distratto e poco informato avrebbe capito più meno quanto segue: è in atto un complotto che è inteso a fare morire di fame e di sete una povera ragazza (le negheranno persino il pane e l’acqua, cose alle quali hanno diritto persino i carcerati), una giovane donna che morirà tra mille stenti e provando inauditi dolori.

La povera ragazza in questione è in qualche modo addormentata, o forse soltanto assopita, da qualche tempo, ma se stimolata in modo acconcio segnala con precisi mutamenti delle sue attività cerebrali di provare gradimento per certe cose che le vengono offerte quotidianamente da amorevoli suorine, come qualche passeggiata in giardino e alcune affettuose carezze. La ragazza potrebbe svegliarsi di momento in momento, ed è solo la incomprensibile fretta di due genitori anaffettivi che le impedirà di tornare tra noi e costringerà i medici (che vorrebbero tanto svegliarla) a ucciderla nel sonno. I genitori, la famiglia tutta, debbono essere beninteso trattati col massimo del rispetto, ma non si può non sottolineare che si tratta di emeriti bugiardi che si sono inventati di sana pianta la storia di una antica scelta suicida della ragazza stessa, tutto il rispetto che volete, ma la verità loda iddio e bisognava pure che qualcuno avesse il coraggio di dirla .
Non mi permetterei mai di scherzare su un caso tanto doloroso, ma questo che a prima vista vi sembrerà un cattivo scherzo goliardico è veramente quanto si è cercato di far passare per la cruda, sgradevole, ma necessaria verità. Tutti i dubbi di una scienza ancora del tutto sperimentale sono stati fatti passare per verità scientifiche, e intanto il coro dei testimoni infieriva, pane e acqua, pane e acqua, pane e acqua, il gesto d’amore col quale riconosciamo l’altro come persona…
Sono, lo sappiamo tutti, deformazioni della verità, sempre odiose e inaccettabili, ancora di più in un caso come questo in cui infieriscono su due genitori provati oltre ogni dire. Eluana è da 17 anni in una condizione di stato vegetativo persistente, nessuno si è mai “risvegliato” dopo un periodo così lungo, proprio nessuno. I suoi genitori – non le streghe della foresta, non gli atei e gli agnostici razionalisti, i suoi genitori, quelli che, lo dicono i vescovi, meritano comprensione e rispetto – ci dicono che non avrebbe mai voluto che il suo corpo fosse costretto (costretto!) a sopravviverle tanto a lungo.
Ma questa farsa è solo l’inizio di una tragedia vera, quella che vedrà approvata in Parlamento in tempi brevi (i voti per farlo ci sono tutti, anche quelli di cilicio e martello) una legge sul testamento biologico che ci porterà via un altro dei nostri diritti costituzionali, quello di poter rifiutare le cure quando riteniamo che il nostro percorso terreno sia ormai concluso o quando vediamo messa a repentaglio la nostra dignità, quella che ha ispirato la nostra vita e che con la quale la nostra vita vorremmo poter concludere. Sono facile profeta se anticipo i due punti chiave di questa nuova legge in gestazione. Il primo punto riguarderà l’obbligo di rinnovare le nostre volontà reiterando la firma davanti al notaio ogni due o tre anni. Non commento neppure questo punto, ma imbarazza la sottile malizia di chi ha pensato di rendere inapplicabile la norma coinvolgendo tante brave persone come debbono certamente essere considerati i notai. Si poteva costruire una ipotesi meno malevola, istituendo un ente centrale a Roma, o forse ancora meglio a Nuoro, e richiedendo la presenza di almeno due testimoni, obbligatoriamente sempre gli stessi. Oppure si poteva prendere ad esempio l’ipotesi formulata anni or sono dal Comitato Nazionale per la Bioetica, che prevedeva la possibilità di una “obiezione di conoscenza” da parte del medico, da applicare quando il sanitario avesse qualche dubbio circa la competenza del cittadino in questione nei riguardi della medicina sperimentale o delle nuove conoscenze in tema di occultismo e di metafisica.
Ma il secondo punto è ancora più malevolo: verrà stabilito per legge che l’idratazione e l’alimentazione artificiale non sono terapie e pertanto non possono essere sospese.
Potrei dire molte cose a questo proposito, ma credo che la cosa realmente essenziale sia riferire cosa pensano di ciò gli specialisti: la medicina non è, lo sappiamo tutti, una scienza esatta, vive di consensi. E i consensi elaborati al più alto livello possibile sono, al di là di ogni ombra di dubbio, quelli delle Società Scientifiche. E allora leggete cosa ha scritto, nel gennaio del 2007, il Consiglio Direttivo e la Commissione di Bioetica della Società Italiana di Nutrizione Parenterale e Enterale:
“La Nutrizione Artificiale (NA) è un trattamento medico. La NA è da considerarsi a tutti gli effetti un trattamento medico fornito a scopo terapeutico o preventivo. La NA non è una misura ordinaria di assistenza (come lavare o imboccare un malato non autosufficiente). Come tutti i trattamenti medici la NA ha indicazioni, controindicazioni ed effetti indesiderati . L’attuazione della NA prevede il consenso informato del malato o del suo delegato, secondo le norme deontologiche. La NA è praticata in Ospedale, o anche a domicilio, se le condizioni cliniche e metaboliche del malato consentono la prosecuzione del trattamento fuori dell’Ospedale.
…. Vi sono situazioni non oncologiche in cui la NA può mantenere in vita il malato per un tempo superiore alla storia naturale della malattia. Si tratta ad esempio dei casi di stato vegetativo permanente o di patologie neurologiche degenerative o vascolari in fase particolarmente avanzata (m.di Alzheimer, m.di Parkinson, sclerosi laterale amiotrofica, ecc.): in queste condizioni la decisione sull’opportunità di instaurare, continuare o sospendere determinati trattamenti sostitutivi /NA, ventilazione assistita, ecc.) implica una problematica più complessa, da affrontare in modo collegiale con il contributo del neurologo, del nutrizionista clinico, degli altri specialisti coinvolti, del care-giver e dell’assistente familiare. Comunque la decisione andrà presa caso per caso.
Nel caso del paziente incosciente è opportuno anche tenere conto della pregressa volontà del malato e dell’eventuale Testamento Biologico. A tale proposito si ricorda quanto affermato dal Comitato Nazionale di Bioetica sulle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento: “che la legge obblighi il medico a prendere in considerazione dichiarazioni anticipate, escludendone espressamente il carattere vincolante, ma imponendogli, sia che le attui sia che non le attui, di esplicitare formalmente in cartella clinica le ragioni della sua decisione”.
Dunque, questo è il consenso degli esperti: la nutrizione parenterale è una terapia, e non può essere considerata una misura ordinaria di assistenza. Poiché questo consenso degli esperti verrà completamente trascurato e al suo posto ci verrà ammannita un legge basata sul consenso dei nostri parlamentari, immagino di avere il diritto, una volta approvate queste nuove prevaricazioni, di tacciarli tutti di disonestà.

*Carlo Flamigni è componente la COmmissione Nazionale di bioetica, della direzione di Sd

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EmiNews 2009

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