6633 BELEM, Foro Social Mundial: Dichiarazione dell'Assemblea dei Movimenti Sociali

20090204 19:44:00 redazione-IT

[b]NON PAGHEREMO LA CRISI, CHE LA PAGHINO I RICCHI[/b]

FSM,Belem 31 Gennaio 2009 – Per far fronte alla crisi sono necessarie alternative anti-capitaliste, antirazziste, anti-imperialiste, femministe, ecologiche e sociali.
I movimenti sociali del mondo si sono riuniti in occasione della celebrazione del 9° FSM a Belem, in Amazzonia, dove i popoli resistono all’usurpazione della natura, dei loro territori e della loro cultura.

Siamo in America Latina, dove gli ultimi decenni sono stati caratterizzati dal re-incontro tra i movimenti sociali e i movimenti indigeni che dalla loro cosmo-visione interrogano radicalmente il sistema capitalista; e negli ultimi anni l’America Latina ha conosciuto lotte sociali molto radicali che hanno portato alla sconfitta di governi neoliberali e alla nascita di governi che hanno fatto riforme positive come la nazionalizzazione di settori vitali dell’economia e riforme costituzionali democratiche.

In questo contesto, i movimenti sociali dell’America Latina hanno sicuramente:
appoggiato le misure positive che adottano questi governi, mantenendo la loro indipendenza e la loro capacità critica nel relazionarsi. Queste esperienze ci aiuteranno a rafforzare la ferma resistenza dei popoli contro la politica dei governi, delle grandi imprese e dei banchieri che stanno scaricando gli effetti di questa crisi sulle spalle delle oppresse e degli oppressi.

Attualmente i movimenti sociali su scala planetaria affrontano una sfida di portata storica. La crisi capitalista internazionale che colpisce l’umanità si esprime su vari livelli: è una crisi alimentare, finanziaria, economica,climatica, energetica, migratoria … , di civilizzazione, che arriva al pari della crisi dell’ordine e delle strutture politiche internazionali.

Siamo davanti a una crisi globale provocata dal capitalismo che non ha uscita in questo sistema. Tutte le misure adottate per uscire dalla crisi cercano solo di socializzare le perdite per assicurare la sopravvivenza di un sistema basato sulla privatizzazione di settori strategici dell’economia, dei servizi pubblici, delle risorse naturali ed energetiche, la commercializzazione della vita e lo sfruttamento del lavoro e della natura, così come il trasferimento delle risorse dalla periferia al centro e dei lavoratori e lavoratrici alla classe capitalista.

Questo sistema si regge sullo sfruttamento, la concorrenza esasperata, la promozione dell’interesse provato individuale a scapito di quello collettivo e sull’accumulazione frenetica di ricchezza per una manciata di ricchi. Genera guerre sanguinose, alimenta la xenofobia, il razzismo e i fondamentalismi religiosi; acutizza l’oppressione delle donne e aumenta la criminalizzazione dei movimenti sociali. Nel quadro di questa crisi, i diritti dei popoli sono sistematicamente negati.

La selvaggia aggressione del governo israeliano contro il popolo palestinese, violando il diritto internazionale, costituisce un crimine di guerra, un crimine contro l’umanità e un simbolo di questa negazione della quale soffrono anche altri popoli del mondo.

Per far fronte a questa crisi è necessario andare alla radice dei problemi e farlo il più rapidamente possibile fino alla costruzione di un’alternativa radicale che sradichi il sistema capitalista e la dominazione patriarcale.

E’ necessario costruire una società basata nella soddisfazione delle necessità sociali e sul rispetto dei diritti della natura, cosi come la partecipazione popolare in un contesto di pieni libertà politiche. E’ necessario garantire il rispetto di tutti i trattati internazionali sui diritti civili, politici, sociali e culturali (individuali e collettivi), che sono indivisibili.

In questo cammino dobbiamo lottare, favorendo la più ampia mobilitazione popolare, per una serie di misure urgenti come:

* La nazionalizzazione della banca senza indennizzi e sotto il controllo sociale

* Riduzione del tempo di lavoro senza riduzione del salario

* Mezzi per garantire la sovranità alimentare ed energetica

* Mettere fine alle guerre, ritirare le truppe di occupazione e smantellare le basi militari straniere

* Riconoscere la sovranità autonoma dei popoli, garantendo il diritto all’autodeterminazione

* Garantire il diritto alla terra, territorio, lavoro, educazione e salute per tutte e tutti

* Democratizzare i mezzi di comunicazione e di conoscenza

Il processo di emancipazione sociale che persegue il progetto ecologista, socialista e femminista del 21°secolo aspira a liberare la società dalla dominazione che esercitano i capitalisti sui grandi mezzi di produzione, comunicazione e sui servizi, appoggiando forme di proprietà di interesse sociale: piccola proprietà territoriale familiare, proprietà pubblica, proprietà cooperativa proprietà comune e collettiva…

Questa alternativa deve essere femminista perché risulta impossibile costruire una società basata nella giustizia sociale e sull’uguaglianza dei diritti se la metà dell’umanità è oppressa e sfruttata.

Ultimo, ci impregneremo ad arricchire il processo di costruzione della società basata sul "buon vivere" riconoscendo il protagonismo e gli apporti dei popoli indigeni.

I movimenti sociali sono davanti a un’occasione storica per sviluppare iniziative di emancipazione su scala internazionale. Solo una lotta sociale di massa può far uscire il popolo dalla crisi. Per darle impulso è necessario fare un lavoro di base, di presa di coscienza e mobilitazione.

La sfida per i movimenti sociali è quella di raggiungere la convergenza delle mobilitazioni globali s scala planetaria e rafforzare la nostra capacità di azione favorendo la convergenza di tutti i movimenti che cercano di resistere a tutte le forme di oppressione e sfruttamento.

Per questo ci impegniamo a:

* Organizzare una settimana di azione globale contro il capitalismo e la guerra dal 28 marzo al 4 aprile 2009:

– Mobilitazione contro il G-20 il 28 marzo;

– Mobilitazione contro la guerra e la crisi il 30 marzo;

– Una giornata di solidarietà con il popolo palestinese incoraggiando il boicottaggio, i disinvestimenti e le sanzioni contro Israele, il 30 marzo;

– Mobilitazione contro la NATO nel suo 60° anniversario il 4 aprile;

– etc.

* Rafforzare le mobilitazioni che si svolgono annualmente:

– 8 marzo: Giornata internazionale della Donna

– 17 aprile: Giornata internazionale per la Sovranità Alimentare

– 1 Maggio: Giornata internazionale dei lavoratori e delle lavoratrici

– 12 ottobre: Mobilitazione Globale di lotta per la Madre Terra contro la colonizzazione e contro la commercializzazione della Vita

* Dare impulso alle agende della resistenza contro il vertice del G-8 in Sardegna, il vertice sul clima di Copenaghen, il vertice delle Americhe di Trinidad e Tobago…

Rispondiamo alla crisi con soluzioni radicali e iniziative di emancipazione.

Questa vergognosa impunità deve terminare. I movimenti sociali riaffermano qui il loro attivo sostegno alla lotta del popolo palestinese così come a tutte le azioni dei popoli del mondo contro l’oppressione.

(Traduzione di Elvira Corona)

_________________

Declaración de la Asamblea de los movimientos sociales,
por Asamblea de los movimientos sociales
FSM-2009, Belém – 31 de enero de 2009

[b]NO VAMOS A PAGAR POR LA CRISIS, QUE LA PAGUEN LOS RICOS[/b]

Para hacer frente a la crisis son necesarias alternativas anticapitalistas, antiracistas, anti-imperialistas, feministas, ecológicas y socialistas
Los movimientos sociales del mundo nos hemos reunido con ocasión de la celebración del 9º FSM en Belém, en la Amazonia donde los pueblos resisten a la usurpación de la naturaleza, sus territorios y su cultura.

Estamos en América Latina donde en las últimas décadas se ha dado el reencuentro entre los movimientos sociales y los movimientos indígenas que desde su cosmovisión cuestionan radicalmente el sistema capitalista; y en los últimos años ha conocido luchas sociales muy radicales que condujeron al derrocamiento de gobiernos neoliberales y el surgimiento de gobiernos que han llevado a cabo reformas positivas como la nacionalización de sectores vitales de la economia y reformas constitucionales democráticas.En este contexto, los movimientos sociales de America latina han actuado de forma acertada: apoyar las medidas positivas que adoptan estos gobiernos, manteniendo su independencia y su capacidad de crítica en relación a ellos.

Esas experiencias nos ayudarán a reforzar la firme resistencia de los pueblos contra la política de los gobiernos, de las grandes empresas y los banqueros que están descargando los efectos de esta crisis sobre las espaldas de las y los oprimidos.

En la actualidad los movimientos sociales a escala planetaria afrontamos un desafió de alcance histórico. La crisis capitalista internacional que impacta a la humanidad se expresa en varios planos : es una crisis alimentaría, financiera, económica, climática, energética, migratoria…, de civilización, que viene a la par de la crisis del orden y las estructuras políticas internacionales.

Estamos ante una crisis global provocada por el capitalismo que no tiene salida dentro de este sistema. Todas las medidas adoptadas para salir de la crisis sólo buscan socializar las pérdidas para asegurar la supervivencia de un sistema basado en la privatización de sectores estratégicos de la economía, de los servicios públicos, de los recursos naturales y energéticos, la mercantilización de la vida y la explotación del trabajo y de la naturaleza, así como la transferencia de recursos de la periferia al centro y de los trabajadores y trabajadoras a la clase capitalista.

Este sistema se rige por la explotación, la competencia exarcebada, la promoción del interés privado individual en detrimento del colectivo y la acumulación frenética de riqueza por un puñado de acaudalados.

Genera guerras sangrientas, alimenta la xenofobia, el racismo y los extremismos religiosos; agudiza la opresión de las mujeres e incrementa la criminalización de los movimientos sociales. En el cuadro de estas crisis, los derechos de los pueblos son sistemáticamente negados. La salvaje agresión del gobierno israelí contra el pueblo palestino, violando el derecho internacional, constituye un crimen de guerra, un crimen contra la humanidad y un símbolo de esta negación que también sufren otros pueblos del mundo.

Esta vergonzosa impunidad debe terminar. Los movimientos sociales reafirman aquí su activo sostén a la lucha del pueblo palestino así como todas las acciones de los pueblos del mundo contra la opresión.
Para hacer frente a esta crisis es necesario ir a la raíz de los problemas y avanzar los más rápidamente posible hacia la construcción de una alternativa radical que erradique el sistema capitalista y la dominación patriarcal.
Es necesario construir una sociedad basada en la satisfacción de las necesidades sociales y el respeto de los derechos de la naturaleza, así como en la participación popular en un contexto de plenas libertades políticas. Es necesario garantizar la vigencia de todos los tratados internacionales sobre los derechos civiles, políticos, sociales y culturales (individuales y colectivos), que son indivisibles.

En este camino tenemos que luchar, impulsando la más amplia movilización popular, por una serie de medidas urgentes como:
La nacionalización de la banca sin indemnización y bajo control social Reducción del tiempo de trabajo sin reducción del salario Medidas para garantizar la soberanía alimentaría y energética

Poner fin a las guerras, retirar las tropas de ocupación y desmantelar las bases militares extranjeras Reconocer la soberanía y autonomía de los pueblos, garantizando el derecho a la autodeterminación

Garantizar el derecho a la tierra, territorio, trabajo, educación y salud para todas y todos Democratizar los medios de comunicación y de conocimiento ….

El proceso de emancipación social que persigue el proyecto ecologista, socialista y feminista del siglo 21 aspira a liberar a la sociedad de la dominación que ejercen los capitalistas sobre los grandes medios de producción, comunicación y servicios, apoyando formas de propiedad de interés social: pequeña propiedad territorial familiar, propiedad pública, propiedad cooperativa, propiedad comunal y colectiva…

Esta alternativa debe ser feminista porque resulta imposible construir una sociedad basada en la justicia social y la igualdad de derechos si la mitad de la humanidad es oprimida y explotada. Por último, nos comprometemos a enriquecer el proceso de la construcción de la sociedad basada en el “buen vivir” reconociendo el protagonismo y la aportación de los pueblos indígenas. Los movimientos sociales estamos ante una ocasión histórica para desarrollar iniciativas de emancipación a escala internacional. Sólo la lucha social de masas puede sacar al pueblo de la crisis. Para impulsarla es necesario desarrollar un trabajo de base de concienciación y movilización.

El desafió para los movimientos sociales es lograr la convergencia de las movilizaciones globales a escala planetaria y reforzar nuestra capacidad de acción favoreciendo la convergencia de todos los movimientos que buscan resistir todas las formas de opresión y explotación.

Para ello nos comprometemos a:
Desarrollar una semana de acción global contra el capitalismo y la guerra del 28 de marzo al 4 de abril 2009:

Movilización contra el G-20 el 28 de marzo;

Movilización contra la guerra y la crisis el 30 de marzo;

Día de solidaridad con el pueblo palestino impulsando el boicot, las desinversiones y sanciones contra Israel, el 30 de marzo;

Movilización contra la OTAN en su 60 aniversario 4 de abril;

Fortalecer las movilizaciones que desarrollamos anualmente:
8 de marzo: Día internacional de la Mujer

17 de abril: Día Internacional por la Soberanía Alimentaría

1 de Mayo: Día Internacional de los trabajadores y trabajadoras

12 de octubre: Movilización Global de lucha por la Madre Tierra contra la colonización y la mercantilización de la Vida
Impulsar las agendas de resistencia contra la cumbre del G-8 en Cerdeña, la cumbre climática en Copenhague, la cumbre de las Américas en Trinidad y Tobago…
Respondamos a la crisis con soluciones radicales e iniciativas emancipatorias.

http://www.movimientos.org/fsm2009/index.phtml?lang=Frances

 
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EmiNews 2009

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