6651 Medici e pazienti irregolari: opzione di denuncia

20090206 14:41:00 redazione-IT

I danni certi e quelli prevedibili della misura votata al Senato
Di Giuseppe Casucci e Guglielmo Loy

Roma, 6 febbraio 2009 – Nella giornata di ieri 5 febbraio nell’ambito della discussione del ddl Sicurezza, il Senato ha approvato la cancellazione dal Testo unico di disciplina dell’immigrazione del comma 5 dell’art.35. Esso recita: “L’accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all’autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano”.

La cancellazione di questo comma, qualora venisse confermata dall’esame della Camera, comporta la possibilità (e non l’obbligo) dei medici di denunciare alle autorità la condizione di irregolarità di un paziente straniero che si rivolga alle loro cure. La maggioranza difende il provvedimento sostenendo che il diritto fondamentale alla salute rimane tutelato e che agli stranieri irregolari che si rivolgono alle strutture sanitarie, le cure saranno garantite. L’opposizione, al contrario, la definisce una barbarie ed un’interferenza deontologica al giuramento d’Ippocrate.

Una prima riflessione a caldo, da parte nostra, è che – data la forma del provvedimento che cancella la proibizione ai medici di denuncia, ma non ne prevede l’obbligo – la probabilità che i medici assieme alla cura aggiungano la delazione alle autorità del paziente irregolare che va a farsi curare da loro, rimane oggettivamente scarsa. Norma non obbliga nessuno a farlo e, comunque, molte associazioni di medici (a partire da MSF) hanno già anticipato la decisione di ricorrere, se necessario, all’obiezione di coscienza. Anche la Chiesa ha reso pubblica l’intenzione di chiedere ai medici cattolici di fare opposizione attiva a questo provvedimento.

Non c’è dubbio, però, che l’obiettivo su cui punta la Lega è l’effetto annuncio del provvedimento e la sua rappresentazione mediatica. In effetti i danni prodotti da questo meccanismo sono già in corso da tempo. A conferma, vengono alcuni dati del SSN, secondo i quali da novembre scorso (quando la Lega propose questo emendamento al ddl sicurezza) ad oggi, il numero di stranieri che si sono rivolti alle strutture pubbliche (ed al pronto soccorso, in particolare), sarebbe calato di oltre il 50%.

E’ evidente che il migrante irregolare, nel dubbio preferirà non recarsi nelle strutture della sanità pubblica, ricorrendo a forme alternative di cura.

Quello che rischia di succedere ora è facilmente prevedibile, e lo rappresenta bene Aldo Morrone, direttore dell’Ircss (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) del San Gallicano di Roma . "Il danno", spiega, "lo farà la paura, la percezione che si ha di questa norma, e il rischio è quello di diffusione di malattie nel territorio; c`è il rischio che tutta una serie di malattie non vengano diagnosticate e non siano quindi trattate adeguatamente". "Inoltre – prosegue Morrone – questo apre la strada anche alla possibilità della nascita di mercati clandestini, dove gli immigrati non dovessero più fidarsi del servizio sanitario pubblico, può nascere l`offerta di un servizio clandestino, che sfrutti la situazione per guadagnare sproporzionatamente sulla loro pelle. Non dobbiamo dimenticare che attualmente il 35-40% delle interruzioni di gravidanza riguarda donne immigrate.

E’ giusto ricordare, infine, che per ora il provvedimento non è ancora legge e non lo sarà fino a quando i due rami del Parlamento non lo avranno approvato ed il nuovo dispositivo non sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Oggi, dunque, è ancora valido il comma 5 dell’art.5 del TU sull’immigrazione, che vieta la denuncia del migrante irregolare che va a farsi curare dal medico o in ospedale.

 
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EmiNews 2009

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