6680 "Pio XII – Discorsi ai medici – Roma, 1959"

20090210 10:54:00 redazione-IT

"I diritti e i doveri della famiglia dipendono in generale dalla volontà presunta dell’infermo incosciente, se egli è maggiorenne e "sui juris". Quanto al dovere proprio e indipendente dlla famiglia, esso non obbliga, abitualmente, che all’impiego dei mezzi ordinari. Perciò, se il tentativo di rianimazione costituisce per la famiglia un onere , che, in coscienza, non si può ad essa imporre, questa può lecitamente insistere perché il medico interrompa i suoi tentativi, ed il medico può lecitamente acconsentire. In tal caso non c’è alcuna disposizione diretta della vita del paziente, e neppure eutanasia, che non sarebbe mai lecita; anche quando provoca la cessazione della circolazione sanguigna, l’interruzione di tentativi di rianimazione è soltanto indirettamente causa della cessazione della vita, e in tal caso bisogna applicare il principio del duplice effetto e del "volontarium in causa"."

"Il paziente – se è capace di decisione personale – potrebbe usarla (la rianimazione) lecitamente e quindi darne al medico l’autorizzazione. D’altra parte, siccome queste forme di cura superano i mezzi ordinari, che si è obbligati ad usare, non si può sostenere che sia obbligatorio ricorrere a tali forme e quindi autorizzare il medico ad applicarle."

Inoltre, a pag. 617, in risposta alla domanda su quando la Chiesa cattolica considera morto un paziente che giace profondamente incosciente per alcuni giorni senza miglioramento, si legge:

"Per ciò che riguarda l’accertamento del fatto nei casi particolari, la risposta non può derivare da alcun principio religioso e morale e, per tale aspetto, essa non cade sotto la competenza della Chiesa. Nell’attesa, la risposta rimarrà, dunque, sospesa."

"Pio XII – Discorsi ai medici , Roma, 1959"

__________________

"L’interruzione di procedure mediche sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all’accanimento terapeutico. Le decisioni vanno prese dal paziente o da coloro che ne hanno legalmente il diritto."

Catechismo della Chiesa cattolica articolo 2278

 
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EmiNews 2009

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