6662 "Salve o popolo di delatori"

20090207 16:11:00 redazione-IT

Interventi di
MONI OVADIA, FABIO MUSSI, CLAUDIO FAVA, MARCO MONTELICIANI
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di Moni Ovadia

[b]Il provvedimento proposto dalla Lega nord e passato al senato che incita medici alla delazione dei clandestini malati che si rivolgono a loro per ricevere cure è semplicemente ripugnante. Le voci di condanna che si sono levate contro questa legge sono molteplici e vibranti. Anche esponenti moderati delle opposizioni usano nei suoi riguardi espressioni non equivoche come barbarie. Il governatore della Puglia Niki Vendola ha immediatamente fatto ciò che era giusto fare diramando una circolare che diffida i medici dall’ottemperare ad una simile vergogna. E’ diritto e dovere di ogni cittadino democratico di questo paese opporsi a questo obbrobrio, subito e con la massima fermezza. Se tuttavia il contrasto alla sottocultura del governo berlusconiano-leghista si limiterà solo a questa fattispecie o agli aspetti formalmente più rozzi della sua azione, lo scandalo suscitato da questo exploit fascistoide cesserà e l’assuefazione all’ignobile clima in cui il nostro paese è precipitato riprenderà il suo posto.[/b]

[b]Il dialogo con questo esecutivo è un’illusione che nuocerà alla fine a chi la coltiva. La profonda vocazione dei suoi politici è populista, reazionaria e repressiva. Questi galantuomini sfruttano la devastante crisi prododotta dalla religione iperliberista di cui sono stati i più devoti adepti, esibendo senza vergogna la loro ridicola conversione dirigista con condimento di xenofobia e razzismo. Berlusconi e la lega governanno con gli strumentti della paura, della discriminazione, del privilegio. Brandendo un linguaggio demagogico da spot televisivo ingannano i cittadini più deboli e sprovveduti camuffando le loro vere intenzioni con la melassa di chi ha cura per il benessere nazionale. L’unica cosa sensata si può fare nei confronti di questi governanti è un’opposizione ferma, risoluta e senza tentennamenti e questa non è questione di linguaggio ma di fatti.[/b]

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E’ il momento di reagire: siamo di fronte ad un’azione di disfacimento della democrazia

di Fabio Mussi

E’ in corso un processo rapido di demolizione di principi fondamentali della Costituzione repubblicana. Dunque un’azione di disfacimento della democrazia.
Il decreto sicurezza definisce le categorie dei sottouomini, dagli immigrati ai senza tetto, che perdono qualunque riconoscimento dei diritti universali di cittadinanza. Una cosa che ricorda le dittature degli anni ’30.
Il decreto sul caso Englaro cancella la distinzione dei poteri e impone l’incondizionato primato del governo, guidato dalle forze clericali.
Ora è il momento che le forze laiche, liberali, democratiche, di sinistra reagiscano.
E’ necessaria quella grande manifestazione nazionale di cui parla Emma Bonino, allargata nei contenuti e negli obiettivi.
Ora è il momento di rivolgere anche un discorso chiaro al PD: con un governo così, qualunque collaborazione, su qualunque terreno, è un’abdicazione. Il PD si deve decidere anche perché penso che sarà sempre più difficile collaborare nazionalmente e localmente, con chi collabora con Berlusconi.

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Le minacce di berlusconi si chiamano golpe
di Claudio Fava

Quando il capo del governo minaccia di usare le Camere contro il Presidente della Repubblica, in democrazia si chiama attentato alla Costituzione. Altrove, golpe.
E’ il commento dell’on. Claudio Fava, segretario nazionale di Sinistra Democratica, alle minacce di Berlusconi nei confronti del Capo dello Stato sul caso di Eluana Englaro.
L’on. Fava sarà domani pomeriggio sabato 7 febbraio alle ore 17 davanti a Palazzo Chigi al presidio di protesta, organizzato da quasi tutte le forze politiche di opposizione e dalle associazioni per i diritti civili.

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Epitaffio di una democrazia
di Marco Montelisciani

Ciò che sta accadendo in queste ore può forse rappresentare la triste fine della democrazia in Italia.
Proprio in questi due giorni, infatti, il Governo italiano e la maggioranza che lo sostiene hanno dato vita a provvedimenti che ricordano i tristi periodi nella Germania degli anni trenta.

L’obbligo per i medici di denunciare i clandestini, la schedatura dei clochard, il decreto su Eluana Englaro, il successivo scontro di poteri con il Presidente della Repubblica, la minaccia di modificare la costituzione, qualora il Presidente non firmasse il decreto. Tutto ciò è segno del fatto che la storia della nostra democrazia potrebbe essere agli ultimi gemiti agonizzanti.

La destra pretende che i medici denuncino i clandestini che andranno a curarsi nei pronto soccorso oppure a ricoverarsi negli ospedali pubblici italiani. Ovvero, qualora un migrante senza permesso di soggiorno si ammalasse, questo dovrebbe scegliere tra restare malato, rischiando, oltre la propria salute, anche quella degli altri, oppure correre il rischio di essere arrestato o espulso.
In pratica, un immigrato che venisse a trovarsi senza un permesso di soggiorno (il che avviene anche subito dopo essere stati licenziati) non avrà pieno diritto di avvalersi delle cure mediche, in quanto, facendolo, rischierebbe la galera o l’espulsione.

L’altro provvedimento scioccante è quello sulla schedatura dei senza tetto. Riprendo le parole pronunciate da Claudio Fava in merito: “l’ulitma volta che si è censita un’intera categoria sociale è stato in Germania, nel 1938. E sappiamo come è finita.” Credo basti questo.

Poi viene la terribile vicenda di Eluana Englaro, che, ormai, va assumendo forme, se possibile, ancor più gravi, rispetto ad una “semplice” storia di una vita umana contesa come in un tiro alla fune tra chi vuole cessare la sofferenza propria e dei propri cari e chi, invece, strumentalizza il dolore altrui per far passare delle assurde tesi, come quelle della Chiesa Cattolica e della destra conservatrice, su questo caso. Peggio. Questa storia sta divenendo il pretesto, il casus belli, per aprire la battaglia finale contro l’ordine costituzionale che regge questo paese.

Faccio, ovviamente, riferimento allo scontro istituzionale in atto tra il Governo e la Presidenza della Repubblica. Riassumendo, il Presidente Napolitano si è rifiutato di firmare il decreto legge che, nei voleri del governo, avrebbe impedito, ai genitori di Eluana Englaro, di compiere il volere della figlia e, per tutta risposta, il Presidente del Consiglio ha dichiarato, in una conferenza stampa ufficiale, che lui non arretrerà e che, se Napolitano riterrà incostituzionale il decreto, per “salvare la vita di Eluana Englaro” cambierà la costituzione, presentandosi “davanti al popolo”.

Tralasciando il linguaggio popul-golpista di queste affermazioni, non si può fare a meno di evidenziare il senso vero e profondo delle stesse.
Tenuto conto che, comunque, non è possibile modificare la costituzione nel giro di pochi giorni (in tempo per “salvare la vita ad Eluana”, come dice di voler fare il Premier), bisogna pensare che Berlusconi voglia dire qualcos’altro.
Tra le righe della dichiarazione di Berlusconi, mi sembra si legga, abbastanza chiaramente, una minaccia: “se non mi permettete di fare questo decreto, io la costituzione, visto che non posso cambiarla, LA SOSPENDO.” Il tutto, aggiungiamo noi, con il notevole vantaggio, in termini di consenso, di farlo per “salvare una vita umana”.

Io non credo che Berlusconi sospenderà la costituzione manu militari, con un Golpe, ma credo voglia lanciare un messaggio chiaro e forte, diretto al Presidente della Repubblica, l’unico intralcio rimasto, ormai, al compimento dei piani del Cavaliere.

La tenuta del sistema democratico, nella storia repubblicana di questo paese, non è mai stata così a rischio.

http://www.sinistra-democratica.it/

 
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EmiNews 2009

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