6686 Il tradimento di Ippocrate e la “cattiveria” con i clandestini

20090211 17:26:00 redazione-IT

di Marco Fedi

“Cattivi con i clandestini”: ecco la promessa, la minaccia la volontà fatta parola del ministro degli Interni Roberto Maroni. Già a metà novembre ebbi modo di dire che il decreto sicurezza reprime le potenzialità dell’immigrazione. Contribuisce a percepire l’immigrazione come “problema” anziché come risorsa, contribuisce a vedere i processi di integrazione come “secondari” rispetto alla repressione, confonde le scelte politiche su flussi e regole con la sacrosanta lotta alla criminalità ed alla clandestinità – che nessuno vuole promuovere ma che occorre contrastare con umanità e senso di responsabilità. Confonde gli immigrati regolari con i “clandestini”: per tutti vi sarebbe comunque un orizzonte fatto di marginalità e diritti dimezzati, se non cancellati, ed una cittadinanza italiana, lontanissima nel tempo, ma anche questa di serie B.

Da novembre è cambiato davvero poco. Siamo arrivati alla “cattiveria” di Stato con una cattiva legge che tra poche settimane arriverà alla Camera.

Cattiveria che si è tradotta in un deprecabile emendamento leghista passato al Senato nell’ambito del pacchetto sicurezza: quello che obbliga i medici a denunciare i propri pazienti immigrati non in regola con i documenti.

“Vergognoso, razzista, inaccettabile” sono state le parole del segretario del Pd. “L’idea di creare le condizioni per le quali le persone che sono ammalate abbiano paura di farsi curare è un’idea inumana”, ha giustamente osservato Veltroni.

A nulla sono valse le proteste di medici e infermieri, sindacati, associazioni umanitarie e opposizione. Al di là degli scopi persecutori, che violano qualsivoglia valore solidale e gettano alle ortiche la deontologia professionale di chi ha compiuto il giuramento di Ippocrate (e la stessa Costituzione), il provvedimento populista e xenofobo della Lega è rischioso anche per ragioni di salute pubblica. Potrebbe infatti accadere che, per timore di essere denunciati e di finire arrestati, dei clandestini non si sottopongano alle cure mediche e diffondano così malattie virali. Lo sforzo prioritario in questo momento dovrebbe essere quello di procedere ad una revisione complessiva della materia attinente alla immigrazione, promuovendo un’azione di buon governo che faccia perno sull’accoglienza, sull’integrazione e sul contrasto a tutte le forme di illegalità con i mezzi che abbiamo, che sono le forze dell’ordine e che vanno quindi rafforzate. Gli interventi disarticolati di questi ultimi mesi, incentrati unicamente sui temi della sicurezza come se questa non ci riguardasse tutti, immigrati compresi, contribuiscono ad allontanarci dalla possibilità di avere sull’immigrazione una seria discussione ed una riforma credibile. Credo che anche sui temi della cittadinanza occorra promuovere una seria riflessione ed una riforma. Senza costi aggiuntivi, la riforma potrebbe favorire l’inserimento degli stranieri anche nell’ambito della partecipazione alla vita politica nazionale, vero traguardo simbolico del processo integrativo. Analogamente spero che la questione altrettanto importante del voto amministrativo trovi il necessario consenso tra le forze politiche affinché anche su questo tema di partecipazione per chi lavora, paga le tasse e contribuisce a migliorare il territorio, si possano superare barriere demagogiche e trovare soluzioni simili a quelle di tanti altri Paesi dove i residenti votano alle elezioni amministrative.

On. Marco FEDI
Segretario III Commissione Affari Esteri e Comunitari
Camera dei Deputati

 
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EmiNews 2009

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