6720 VENEZUELA: REFERENDUM, VIA LIBERA A CHAVEZ, RIELEZIONE SENZA LIMITI

20090216 10:02:00 redazione-IT

[b]Come ne parla la stampa italiana[/b]

(di Martino Rigacci)

CARACAS (Ansa) – Via libera in Venezuela alla possibilità per Hugo Chavez di essere rieletto senza limiti temporali: è il principale risultato politico del referendum costituzionale ieri in Venezuela, dove il 54,36% degli elettori ha risposto con un ‘si” a tale possibilità proposta dal presidente. L’attuale mandato di Chavez (54 anni), al potere da più di dieci, scade nel 2012: il leader ‘bolivariano’ potrà tornare a ripresentarsi anche per altri mandati, fatto che secondo l’opposizione rappresenta un perpetuarsi al potere quasi all’infinito di un capo di Stato definito intollerante e anti-democratico. Oltre alla presidenza, potranno essere rieletti anche i governatori, sindaci, consiglieri municipali e parlamentari.

La vittoria della guida del ‘socialismo del XXI secolo’ è stata annunciata durante la notte dal presidente del Consiglio nazionale elettorale (Cne), Tibisay Lucena, la quale ha fissato in un 45,63% i ‘no’ mentre l’astensione, secondo dati provvisori, è stata pari al 32,95%: molto al di sotto quindi del 41,1% del precedente referendum (il 2 dicembre 2007), che ha visto la sconfitta, anche se solo per un soffio, di una ben più ampia e complessa riforma costituzionale. Fatto che spiega, almeno in parte, la vittoria odierna del capo dello Stato. Subito dopo la comunicazione dei risultati, Chavez è uscito da un balcone del ‘Palazzo Miraflores’, sede della presidenza a Caracas, dove ha fatto un intervento fiume salutato dai suoi simpatizzanti, molti dei quali indossavano la camicia rossa che distingue il socialismo ‘chavista’. Nel discorso, il presidente ha intrecciato analisi politica, canzoni, citazioni letterarie (tra le quali Jorge Luis Borges), ricordi familiari, oltre a intonare brevemente ‘El pueblo unido jamas sera’ vencidò. Un saluto speciale è andato a Fidel Castro, che "dieci secondi" dopo l’annuncio della vittoria ha inviato un messaggio a Caracas, dicendo che la vittoria del presidente ha avuto "una dimensione tale da non poter essere misurata".

Nel ricordare inoltre più volte l’apostolo San Paolo ("quel guerriero dei popoli") e segnalando i dieci punti di scarto tra i ‘si” e il ‘no’, Chavez ha ribadito il proprio "impegno nei confronti del socialismo, quello vero, la rivoluzione socialista". Spiegando le ragioni della sua vittoria, Chavez ha inoltre sottolineato che alla fine si è imposta "la costanza, la verità non la menzogna, la dignità del popolo". La vittoria del chavismo è giunta al termine di una giornata elettorale senza disordini né grandi problemi nelle operazioni del voto elettronico, al di là degli scambi di accuse tra i due fronti su azioni di propaganda politica a urne aperte. Nel pomeriggio, Chavez aveva sottolineato l’importanza dell’ appuntamento elettorale, ricordando che in questa occasione era in gioco il suo "destino politico". Così come per le altre elezioni e referendum di questi ultimi dieci anni, il paese si è presentato al voto polarizzato su due blocchi opposti. E’ probabile, affermano le prime analisi a caldo subito dopo il voto, che tale spaccatura continuerà anche nei prossimi mesi.

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Venezuela, vince il sì: Chavez può essere eletto a vita
(da il Messaggero)

CARACAS (16 febbraio) – Via libera in Venezuela alla possibilità per Hugo Chavez di essere rieletto senza limiti temporali: è il principale risultato politico del referendum costituzionale ieri in Venezuela, dove il 54,36% degli elettori ha risposto con un “sì” a tale possibilità proposta dal presidente. L’attuale mandato di Chavez (54 anni), al potere da più di dieci, scade nel 2012: il leader bolivariano potrà tornare a ripresentarsi anche per altri mandati, fatto che secondo l’opposizione rappresenta un perpetuarsi al potere quasi all’infinito di un capo di Stato definito intollerante e anti-democratico. Oltre alla presidenza, potranno essere rieletti anche i governatori, sindaci, consiglieri municipali e parlamentari.

La vittoria della guida del “socialismo del XXI secolo” è stata annunciata durante la notte dal presidente del Consiglio nazionale elettorale (Cne), Tibisay Lucena, la quale ha fissato in un 45,63% i “no” mentre l’astensione, secondo dati provvisori, è stata pari al 32,95%: molto al di sotto quindi del 41,1% del precedente referendum (il 2 dicembre 2007), che ha visto la sconfitta, anche se solo per un soffio, di una ben più ampia e complessa riforma costituzionale. Fatto che spiega, almeno in parte, la vittoria odierna del capo dello Stato. Subito dopo la comunicazione dei risultati, Chavez è uscito da un balcone del “Palazzo Miraflores”, sede della presidenza a Caracas, dove ha fatto un intervento fiume salutato dai suoi simpatizzanti, molti dei quali indossavano la camicia rossa che distingue il socialismo “chavista”. Nel discorso, il presidente ha intrecciato analisi politica, canzoni, citazioni letterarie (tra le quali Jorge Luis Borges), ricordi familiari, oltre a intonare brevemente “El pueblo unido jamas serà vencido”.

Un saluto speciale è andato a Fidel Castro, che dieci secondi dopo l’annuncio della vittoria ha inviato un messaggio a Caracas, dicendo che la vittoria del presidente ha avuto »una dimensione tale da non poter essere misurata«. Nel ricordare inoltre più volte l’apostolo San Paolo («quel guerriero dei popoli») e segnalando i dieci punti di scarto tra i sì e il no, Chavez ha ribadito il proprio «impegno nei confronti del socialismo, quello vero, la rivoluzione socialista». Spiegando le ragioni della sua vittoria, Chavez ha inoltre sottolineato che alla fine si è imposta «la costanza, la verità non la menzogna, la dignità del popolo».

La vittoria del chavismo è giunta al termine di una giornata elettorale senza disordini nè grandi problemi nelle operazioni del voto elettronico, al di là degli scambi di accuse tra i due fronti su azioni di propaganda politica a urne aperte. Nel pomeriggio, Chavez aveva sottolineato l’importanza dell’ appuntamento elettorale, ricordando che in questa occasione era in gioco il suo «destino politico». Così come per le altre elezioni e referendum di questi ultimi dieci anni, il paese si è presentato al voto polarizzato su due blocchi opposti. È probabile, affermano le prime analisi a caldo subito dopo il voto, che tale spaccatura continuerà anche nei prossimi mesi.

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Venezuela, Hugo Chavez vince il referendum: sarà presidente a vita (da l’Unità)

Alla fine ci è riuscito: Hugo Chavez potrà essere candidato a vita alla presidenza del Venezuela. E, di conseguenza, presidente a vita. «La verità e la dignità di un popolo hanno trionfato», è stato il suo commento a caldo, appena conosciuto il risultato del referendum. Il 54,36 per cento dei venezuelani ha dato il “via libera” alla riforma costituzionale che permetterà al presidente venezuelano di riprensentarsi senza vincoli di mandato. Il via libera all’emendamento costituzionale permette di rendere rieleggibili, oltre al capo dello Stato, le principali cariche pubbliche: governatori, sindaci, deputati nazionali e regionali, che potranno ricandidarsi alla stessa carica, allo scadere del secondo mandato. Chavez, che ha definito il risultato «una grande vittoria del popolo e della rivoluzione socialista», ha già preannunciato che si ripresenterà alle elezioni presidenziali del 2012, «a meno che Dio non disponga un’altra cosa».

«Abbiamo aperto le porte al futuro», ha detto il presidente che -circondato dai figli, i nipoti e i più stretti collaboratori- si è affacciato dal “balcone del Popolo” di Palazzo Miraflores per salutare i suoi sostenitori. «Voi avete scritto il mio destino», ha aggiunto, dinanzi alle migliaia di venezuelani che si erano raccolti festanti attorno al palazzo presidenziali, promettendo che «a partire da questo istante» si «consacrerà totalmente al pieno servizio del popolo venezuelano». La Costituzione limitava a due i mandati presidenziali: Chavez (54 anni) avrebbe dovuto quindi lasciare il potere nel 2012, visto che è stato già rieletto nel 2006.

Delusa l’opposizione (si è fermata al 45,63%), che ha però immediatamente riconosciuto la sconfitta elettorale.«Siamo sicuri -ha detto il leader dell’opposizione studentesca, David Smolansky- che la storia ci darà ragione», che «i leader solitari, personali sono sbagliati e che le leadership collettive possono fare la differenza». L’opposizione, pur se divisa, può contare sul sostegno della mobilitazione degli studenti, scesi ancora una volta in campo contro il presidente, sostenuto in modo abbastanza compatto invece dalle classi meno abbienti: sono i due blocchi sociali in cui è diviso il Venezuela, quello per il quale Chavez porta avanti un modello più "inclusivo", quello invece che denuncia la concentrazione del potere e il parallelo logoramento delle istituzioni nazionali.

Ora a preoccupare Chavez è la situazione economica. Anche il presidente deve infatti fare i conti con la crisi internazionale. Caracas non è più la "la Venezuela saudità dei tempi (fino a poche settimane fa) in cui il greggio era vicino a 150 dollari il barile (è quota 37). Proprio questo aspetto riduce sensibilmente i margini di manovra della finanziaria per il 2009, pari a 77 miliardi di dollari. In parte grazie al fiume di petrodollari degli ultimi anni, tra il 2002 e il 2007 – afferma la Cepal (commissione Onu per l’America Latina) – la povertà nel paese è scesa dal 51% al 28%, mentre l’indigenza è passata dal 25% all’8,5%.

Oltre all’economia, l’altro elemento completamente diverso rispetto al passato è la fine dell’era Bush, e l’arrivo di Barack Obama alla Casa Bianca. Ieri, Chavez ha per esempio “aperto”; ad un possibile dialogo con gli Usa. E qualche timido segnale in questa direzione è giunto anche da Washington.

15 febbraio 2009

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Il presidente venezuelano raggiante per il successo dei sì (54%). Passa dunque la modifica costituzionale che gli permetterà di ricandidarsi

Chavez ha vinto il referendum: Potrà essere rieletto
(da La Repubblica)

Chavez ha vinto il referendum Potrà essere rieletto
CARACAS – Hugo Chavez ha vinto: il 54 per cento dei venezuelani ha dato il ‘via libera’ alla riforma costituzionale che permetterà al presidente venezuelano di riprensentarsi senza vincoli di mandato. Il via libera all’emendamento costituzionale permette di rendere rieleggibili, oltre al capo dello Stato, le principali cariche pubbliche: governatori, sindaci, deputati nazionali e regionali, che potranno ricandidarsi alla stessa carica, allo scadere del secondo mandato.

Chavez – che ha definito il risultato "una grande vittoria del popolo e della rivoluzione" – ha già preaannunciato che si ripresenterà alle elezioni presidenziali del 2012, "a meno che Dio non disponga un’altra cosa".

"Abbiamo aperto le porte al futuro", ha detto il presidente circondato da figli, nipoti e dai più stretti collaboratori affacciandosi dal ‘balcone del Popolo’ di Palazzo di Mirafiori. "Voi avete scritto il mio destino", ha poi aggiunto dinanzi alle migliaia di venezuelani che si erano raccolti festanti attorno al palazzo presidenziali, promettendo che "a partire da questo istante" si "consacrerà totalmente al pieno servizio del popolo venezuelano".

Delusa l’opposizione (che si è fermata al 45,63%), che ha però immediatamente riconosciuto la sconfitta elettorale.

"Siamo sicuri -ha detto il leader dell’opposizione studentesca, David Smolansky- che la storia ci darà ragione", che "i leader solitari, personali sono sbagliati e che le leadership collettive possono fare la differenza".

(16 febbraio 2009)

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Venezuela, Hugo Chavez può ricandidarsi alla presidenza
Il 54 per cento ha votato sì alla modifica costituzionale
(da La Stampa)

CARACAS
Il presidente venezolano Hugo Chavez ha ottenuto con il referendum il diritto a ripresentarsi alle elezioni presidenziali del 2012, con largo margine. Il referendum di conferma della modifica costituzionale è stato approvato dal 54 per cento degli elettori, sulla base del 94 per cento delle schede votate. Lo ha comunicato il capo della commissione nazionale elettorale Tibisay Lucena. Esplosioni di petardi hanno salutato la notizia, mentre i sostenitori di Hugo Chavez percorrevano Caracas per festeggiare la vittoria.

Il presidente Chavez è apparso al balcone del palazzo presidenziale per cantare l’inno nazionale, con migliaia di sostenitori riuniti sotto le sue finestre. Ieri il presidente Chavez ha affermato che dopo un decennio agitato adesso ha bisogno di più tempo per trasformare il Venezuela in Stato socialista. «Oggi si decide il mio avvenire politico. Il futuro del Paese è in gioco» ha dichiarato prima del voto. Gli elettori favorevoli a Chavez ricordano che lui ha nutrito i poveri mantenendo bassi i prezzi degli alimentari, ha permesso la loro istruzione e ha dato loro accesso alle cure mediche. Li ha associati al potere con il suo discorso di lotta di classe dopo decenni di governi sostenuti dagli Stati Uniti che favorivano i ricchi. Gli oppositori sostengono che Chavez ha già troppo potere, influenzando i tribunali, il parlamento e il consiglio elettorale. Abolendo il limite di dodici anni di mandato istituito nel 1999, Chavez diventa incontrollabile. «Se vince, più niente lo tratterrà e farà del Venezuela un’altra Cuba, perchè è ciò che vuole» ha detto ieri Adriana Hernandez, una studentessa in ingegneria di 19 anni.

«Governerà per decreti e eliminerà la proprietà privata» ha detto la ragazza. Chavez è arrivato al potere nel 1999 e ha ottenuto nello stesso anno una nuova costituzione che gli permette di governare per due mandati di sei anni. Ieri, ha modificato il dato, dopo una sconfitta nel dicembre 2007. Chavez ha avvertito i suoi avversari che «ogni tentativo di prendere la strada della violenza rifiutando di riconoscere i risultati del voto popolare sarebbe neutralizzato».

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Messaggio di congratulazioni di fidel castro
Referendum in Venezuela, vince Chavez
Nessun limite alla sua rielezione
Il presidente potrà candidarsi tutte le volte che vorrà: «Abbiamo aperto le porte del futuro»
(dal Corriere della Sera)

RIO DE JANEIRO – Al potere già da dieci anni, Hugo Chavez potrà ora candidarsi alla presidenza del Venezuela quante volte vorrà. È il risultato del referendum che si è svolto ieri. Con il 54,3 per cento di sì gli elettori hanno approvato l’abrogazione di alcuni articoli della Costituzione che limitavano la rielezione alla Presidenza e ad altre cariche politiche. Per Chavez si tratta di una secca rivincita dopo aver perso, a fine 2007, un referendum sulla trasformazione socialista del Venezuela. Per l’opposizione, invece, è uno stop inatteso alla timida ripresa degli ultimi anni.

RIVOLUZIONE BOLIVARIANA – Nelle scorse settimane Chavez aveva annunciato di voler restare al potere ancora per alcuni decenni. Di certo ci rimarrà fino al 2012, quando scadrà l’attuale mandato. Pochi minuti dopo la diffusione dei risultati, le tre di notte in Italia, il vincitore si è affacciato al tradizionale «balcone del popolo» del palazzo presidenziale tra il tripudio dei suoi, cantando e promettendo la prosecuzione della rivoluzione bolivariana: «Abbiamo aperto le porte del futuro, che sarà socialista». Poi ha letto il messaggio appena ricevuto da Fidel Castro. «Una vittoria enorme, impossibile da misurare», gli ha scritto il vecchio leader cubano. Nel discorso della vittoria Chavez ha annunciato un anno di consolidamento e «aggiustamenti» delle conquiste già realizzate, riferendosi all’economia. Il Venezuela rischia una brusca frenata, dopo anni di crescita, a causa del crollo del prezzo del petrolio, che pesa per oltre la metà del reddito nazionale.

Rocco Cotroneo
16 febbraio 2009

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Chavez per sempre

Con il 54% di sì (ma con il 50% degli elettori che ha votato), il presidente venezuelano Hugo Chavez ha vinto il referendum che gli consentirà di candidarsi alle elezioni presidenziali vita natural durante.

(da l’Avvenire)

Il presidente venezuelano Hugo Chavez ha vinto ieri un referendum che gli consente di essere rieletto fino a quando continuerà a battere alle urne i suoi avversari politici, rafforzando il sostegno alle sue politiche socialiste e anti-americane. Chavez, 54 anni, è al potere da 10 anni e il voto di ieri gli permette di governare per decenni, come lui stesso aveva promesso, nonostante la crisi economica in questo momento limiti la sua abilità di spendere i proventi petroliferi nella nazionalizzazione delle industrie e di estendere la sua influenza all’estero.

Le autorità elettorali hanno detto che il 54% degli elettori ha approvato la riforma costituzionale per rimuovere i limiti alla rielezione, dando la possibilità a Chavez di rimanere in carica sino a che non verrà sconfitto alle urne. Il suo mandato attuale termina nel 2013. "Lunga vita alla rivoluzione" ha gridato Chavez, maglietta rossa e pugno alzato, dal balcone del suo palazzo davanti a migliaia di sostenitori. La crisi economica ha oscurato il suo trionfo, con il presidente che per la prima volta non ha annunciato — come usualmente fa nei suoi discorsi di vittoria — nuove misure, affermando piuttosto il consolidamento delle politiche socialiste già in atto e il prosieguo della lotta alla corruzione. L’opposizione ha accettato la sconfitta, pur considerando Chavez un autocrate che vuole fare del Venezuela una replica della Cuba comunista catturando lo scontento della popolazione riguardo al crimine, alla corruzione e alla crisi.

 
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EmiNews 2009

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