6738 Dopo lo choc sardo Veltroni rassegna le dimissioni da segretario del PD

20090217 18:32:00 redazione-IT

Cicchitto (Pdl): hanno sbagliato tutto. I radicali: "Manovrando i media si può capovolgere l’opinione pubblica”. La sconfitta di Soru e la debacle del Pd in Sardegna. Cacciari: "Il vento è quello"

di Davide Orecchio

Sarà colpa delle oligarchie partitodemocratiche, come scrive il direttore dell’Unità Concita De Gregorio in un editoriale durissimo? Sarà colpa dell’onnipotenza berlusconiana, come ricordano i radicali citando i dati da regime sui passaggi televisivi del Cavaliere nel corso della sua personale campagna sarda? Oppure si tratta semplicemente di prendere atto che il vento di destra, in Italia, non ha ancora smesso di soffiare e gonfiare le vele del Berlusca, come notano molti editorialisti all’indomani delle elezioni che hanno consegnato l’isola più bella del Mediterraneo al signor Ugo Cappellacci? O forse è anche un po’ colpa di Renato Soru, volto nuovo del Pd caduto nella “trappola del partito” (Concita dixit) e a questo punto forse uscito di scena (gli oligarchi di cui sopra saranno contenti), ma a detta di alcuni troppo umbratile e impopolare per alcune sue scelte, su tutte quell’ostinata difesa dell’ambiente e del territorio sardo che, a noi che si guardava da fuori, scaldava tanto il cuore? O sarà anche un po’ colpa di Walter Veltroni, che fino a oggi (dal lato macchina) non si può dire che abbia tenuto in pugno il suo partito e (dal lato idee) non è andato oltre la traduzione dall’inglese del programma di Barack Obama? Il dibattito è aperto e la guerra intestina al partito lo è già da un pezzo, solo che – a differenza di un passato sempre più remoto – lo scontro tra D’Alema (+ Bersani) e Veltroni & Co. non sembra trovare echi nel paese, tanto che – come tutti sanno – alle primarie per la sindacatura fiorentina ha vinto un outsider né degli uni né degli altri (alias Matteo Renzi).

Nel corso del vertice post choc sardo del 17 febbraio, Veltroni si è dimesso. Riferiscono le agenzie che a nulla è valso il tentativo di dissuaderlo fatto dai presenti: Rosy Bindi, Pierluigi Bersani, Enrico Letta, Antonello Soro (capogruppo alla Camera) e Anna Finocchiaro (capogruppo al Pd). Né è servita la fiducia confermatagli dal leader dei Dl Francesco Rutelli, dalla sua pagina su Facebook: ‘Non si torna indietro – ha scritto Rutelli -. L’esperienza di Margherita e DS e’ conclusa. Ora Veltroni faccia quello che non e’ riuscito a fare finora. Ha il pieno rinnovo della mia fiducia per fare un partito nuovo’. Parole impresse sul “libro-faccia” ma non per questo di secondaria importanza: infatti in quel partito è pure scoppiata la grana etico-politica, coi Dl in imbarazzo per il duello diessino D’Alema-Veltroni e che tendono a sfilarsi con conseguente esplosione dell’irrisolta identità del Pd tra laicismo e cattolicesimo. Senza dimenticare le bordate della teodem Paola Binetti, che giusto il 17 (intervistata da Repubblica) accusa il suo collega di partito Ignazio Marino di pericolose devianze verso “l’eutanasia”, solo perché l’apprezzato chirurgo non ha voglia di votare il ddl del centrodestra sul testamento biologico e suggerisce una campagna referendaria per abrogarlo una volta divenuto legge.

Le cifre della sconfitta
Ma torniamo all’innesco sardo, all’amara cronaca dei dati. Ugo Cappellacci è il nuovo governatore dell’isola, al posto di Renato Soru che nel 2004 vinse con il 50,13%. Il dato (91% di sezioni scrutinate) assegna al candidato del Popolo delle libertà il 51,86% dei consensi, mentre il presidente uscente si ferma al 42,9. Dunque 9 punti di distacco. Tra le coalizioni, però, lo scarto aumenta: il centrosinistra non va oltre il 38,67%, contro il 56,66% del centrodestra. Soru prende più dei suoi partiti, e il Pd crolla: non arriva al 25%, mentre solo un anno fa alle politiche aveva ottenuto il 33% dei voti. Un disastro. Il Pdl diventa così il primo partito nell’isola superando il 30%. Ma nel centrodestra crescono tutti: i Riformatori (dal 6 al 7% circa), l’Udc (9-10%), e il Psd’Az (dal 3,83% raccolto nel 2004 al 4,35%). Nel centrosinistra gioisce solo Di Pietro, che passa dallo 0,99% del 2004 al 5% (alle politiche del 2008, in Sardegna, aveva raccolto il 4%). Continua la caduta libera del Prc, che non va oltre il 3%. Mentre i Socialisti in corsa solitaria (né con Soru né con Cappellacci) raggranellano il 2%, percentuale che non dà diritto a seggi.

I commenti
Peggio di così non si poteva. Per questo la già citata De Gregorio commenta severamente: sono stati i "due giorni più bui della breve storia del Pd", anzi "delle sue oligarchie, per l’esattezza: punite con severità assoluta da un elettorato stanco di lotte intestine e clandestine, dei giochi di potere sotterranei, eppure così visibili". È stata una "lotta fratricida – spiega il direttore dell’Unità – fatta di colpi bassi e bassissimi: una guerra che mai si cura del bene comune, dell’alleanza politica, dell’interesse pubblico, delle città e delle regioni, delle persone che ci vivono, del Paese. Una politica dimentica di essere al servizio dei cittadini e convinta che i cittadini siano al suo servizio. Gli elettori li hanno puniti: esausti, esasperati, nauseati e in qualche caso incattiviti fino al punto di farsi del male”.

Anche Felice Casson, senatore Pd ed ex magistrato, parla di “sconfitta netta, molto chiara, al di là delle aspettative ". “Berlusconi ha investito molto – dice Casson – ed è per noi ancora più preoccupante perché significa che il modello Berlusconi passa nel paese".

E mentre il sindaco di Venezia Massimo Cacciari spiega che “il vento è quello” e Soru non poteva certo fermarlo, dall’altra sponda Fabrizio Cicchetto (presidente dei deputati del PdL) infila il coltello nella piaga: ‘Vittoria nettissima per Berlusconi, Cappellacci e per il centro-destra; Veltroni, Soru ed il PD sono andati incontro ad un’autentica disfatta. Soru aveva condotto una campagna elettorale tutta contro Berlusconi cercando di prendere due piccioni con una fava: ridiventare Presidente della Regione e mettere un’ipoteca sulla leadership nazionale della sinistra, viste le difficoltà di Veltroni. Una scelta politica e propagandistica rovinosa, la sua. Per parte sua Veltroni aveva attaccato il Governo su tutto, specialmente tacciandolo di razzismo. Non sembra che gli elettori abbiano condiviso questo attacco. E’ indubbio che per il Partito Democratico si aprono problemi assai seri’.

Restano solo i radicali a ricordarci quanto avevano affermato già qualche giorno fa, ossia che "manovrando i media si può capovolgere l’opinione pubblica. Mancano delle regole, dei paletti che possano preservare questo Paese e questa situazione dovrebbe preoccupare anche una parte del centro-destra". Parola di Emma Bonino, che cita l’analisi del Centro d’Ascolto radicale sull’Informazione Radiotelevisiva, riferita ai week-end elettorali in Sardegna: "A Berlusconi è stato riservato uno spazio di un’ora e 29 minuti in voce, mentre a Soru di un minuto e 56 secondi".

E proprio a Soru, lo sconfitto, lasciamo l’ultima parola: "Ci sono tanti fattori che hanno determinato l’esito del voto: ha influito la crisi economica ma anche certe scelte del governo, che si è ricordato solo in questi giorni, a ridosso delle elezioni, di ritirare un’opposizione a una legge sarda sui dipendenti regionali". E ancora: "Conta chi ha preso un voto in più", per questo la coalizione di centrodestra guidata da Cappellacci "merita rispetto". Ma l’ex presidente della Regione Sardegna intende proseguire il suo impegno all’interno del Partito democratico e assicura che lo schieramento di centrosinistra "ha comunque un grande futuro davanti".

http://www.rassegna.it/articoli/2009/02/17/42940/il-pd-riflette-sul-tracollo

 
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EmiNews 2009

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