6736 Venezuela rivoluzionaria: ancora sconfitto il blocco antistorico mondiale

20090217 08:49:00 redazione-IT

Nonostante l’irrazionale blocco antistorico mondiale che vede andare a braccetto fascisti inveterati, media mainstream al servizio della borghesia e dell’imperialismo, filo-franchisti spagnoli, neoliberisti di destra, di centro e di "sinistra", sedicenti libertari, razzisti, sedicenti difensori della causa indigena, xenofobi, realisti più realisti del re, papisti più papisti del papa, "comunisti" più comunisti di Lenin, antichi guerriglieri (Teodoro Petkoff &C., la autonominatasi Bandera Roja che non disdegna di scendere in piazza con le svastiche di alcuni "studenti") incartapecoriti da sempre in odore di infiltrazione, professoroni universitari che hanno letto di tutto fino ad isolarsi dal mondo reale, ultrarivoluzionari a parole ed ultra-sinistri autodefinentesi in tutte le salse e per tutti gusti sul mercato delle etichette;

volete i bordighisti? Pardon, i "comunisti di sinistra"? Gli anarcoidi? I sedicenti gruppetti trotkistoidi, internazionalisti situazionisti? Li ritrovate tutti qui – formatosi in questi ultimi mesi – o forse sarebbe meglio dire anni – per farla finita con la Rivoluzione Socialista Bolivariana in Venezuela, la classe operaia venezuelana, le donne del popolo, i giovani dei barrios, i venezuelani e le venezuelane che hanno conservato quel minimo di lucidità e di reale coscienza critica, non si sono fatti turlupinare da una opposizione i cui capi storici hanno partecipato attivamente in tentativi di colpi di stato, in assalti alla ambasciata cubana, in azioni di distruzione delle infrastrutture pubbliche e sanitarie, in ogni tipo di azione e di sabotaggio contro un processo rivoluzionario che più democratico e tollerante – in molti casi fin troppo, ci pare – non ci si può permettere di esigere, senza provare almeno un po’ di vergogna, per chi conserva un minimo di etica e di coscienza.

Oggi il Venezuela si sveglia più democratico che mai, più entusiasta che mai, più popolare che mai, una vittoria veramente di unità di popolo, voluta e portata avanti da milioni di giovani uomini e donne che si sono mobilitati per garantire un futuro a sé stessi ed ai propri figli, che si sono mobilitati per garantire, più di tutto, la loro stessa felicità personale e collettiva, che si sono mobilitati per costruire il Socialismo attraverso l’imprescindibile strumento del Potere Popolare. Resta il rammarico che tutto ciò che sta accadendo a queste latitudini non verrà preso in considerazione da quasi nessun media ufficiale, a cominciare dai paesi imperialisti. Anzi. Con ogni probabilità, oggi, all’inizio di una nuova era, a vent’anni dalla rivolta popolare del Caracazo, dopo sconfitte e massacri di popolo, dopo lotte che nessun media si è mai degnato di far conoscere, i mezzi di comunicazione imperialisti, la reazione mondiale, si faranno ancora più virulenti.

Una affermazione, o meglio un autocritica del Comandante Chavez, che non è stata colta probabilmente ancora in pieno, riguarda proprio i media di comunicazione popolari, quelli che partono dal basso dei barrios e dei quartieri periferici e dei centri contadini: non sempre il Governo si è dimostrato all’altezza di valorizzare e prendere in adeguata considerazione l’importanza della comunicazione comunitaria. L’ANMCLA, http://www.medioscomunitarios.org/, l’Associazione Nazionale dei Media Comunitari Liberi ed Alternativi, sta portando avanti una lotta degna di ogni considerazione, la lotta per la socializzazione dello spettro elettromagnetico che consiste nella richiesta di regolare tale spettro secondo il principio del 33,33%, vale a dire un terzo controllato dal Pubblico/Istituzionale, un terzo direttamente dal Comunitario/Popolare, ed il restante dal Privato/Commerciale. Una proposta interessante, visto che la ripartizione attuale è visibilmente sbilanciata verso il Privato/Commerciale per un buon 80%, un 15% Pubblico/Istituzionale ed un risicato restante 5% alla comunicazione popolare diretta.

Se è vero che oggi si entra nella terza fase, che corrisponde al terzo decennio da quel 1989 della rivolta popolare del Caracazo, la fase della "cosecha", della raccolta, della offensiva strategica, come è stata variamente definita, la fase cioè della costruzione attiva dopo aver consolidato le fondamenta per lanciare verso il cielo l’edificio socialista, il protagonismo popolare, oggi, dovrà e si farà farsi sentire più che mai, in maniera cosciente, autonoma ed organizzata.

Al contempo, oggi, la guerra scatenata dalla borghesia imperialista, a cominciare da quella della information warfare, il terrorismo mediatico scatenato dai latifondisti della comunicazione, si farà certamente più dura come ha sottolineato lo stesso Chavez; questa è la sfida di oggi, una sfida popolare che può certamente rappresentare uno stimolo per i popoli e la classe operaia dell’Americalatina e di tutto il globo. L’informazione comunitaria si sta preparando, prenderà posto nelle sue trincee di lotta e sarà capace di lanciare, opportunamente, la propria guerriglia comunicazionale contra la guerra massmediologica.

16/02/2009

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Circolo Bolivariano "José Carlos Mariátegui" – Napoli – Italia www.redportiamerica.com

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EmiNews 2009

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