6723 Il segretario generale del CGIE Elio Carozza sulla riunione alla Farnesina del CdP

20090216 14:16:00 redazione-IT

[b]“Le questioni dei nostri connazionali nel mondo rimangono in un angolo e non interessano né il paese né il governo”[/b]

ROMA – In questi giorni il Comitato di Presidenza del Cgie si è riunito alla Farnesina per discutere i punti salienti delle politiche per gli italiani all’estero. Tra le questioni messe a fuoco spiccano quelle della riforma degli organi di rappresentanza, un intervento ormai certo dopo il rinvio delle elezioni dei Comites al 2010, e dei tagli in finanziaria alle risorse per la diffusione della lingua e cultura italiana. Per avere un’idea più chiara degli umori e degli esiti della riunione abbiamo raccolto le valutazioni del segretario generale del Cgie Elio Carozza.

Come si è articolata e quali indicazioni sono emerse dalla due giorni di lavoro alla Farnesina del Comitato di Presidenza?

E’ stato fatto il punto della situazione in maniera lucida ed abbiamo verificato come la realtà odierna sia molto delicata per gli italiani all’estero. Constatiamo un’assenza di progetto per le questioni dei nostri connazionali nel mondo che ormai sono relegate in un angolino e non interessano al governo e al paese in generale. A riprova di ciò ricordo la mancata convocazione della Conferenza Stato-Regioni-Province autonome-Cgie, i tagli della finanziaria ai capitoli di spesa per gli italiani all’estero e il rinvio delle elezioni dei Comites. Tutti segnali molto netti di come il paese guarda alla questione degli italiani all’estero. Lo stesso fatto che il Consiglio Generale non avrà le risorse per assicurarsi le riunioni annuali previste dalla legge fa pensare ad un tentativo di mettere nell’angolo il Cgie. Noi del Comitato di Presidenza partiamo però dall’idea di non voler morire, e se proprio dobbiamo farlo vogliamo deciderlo da soli. Pertanto continueremo ad andare avanti sulla scia delle cose su cui abbiamo lavorato nel 2008, come la riforma del Consiglio Generale, la diffusione della lingua italiana nel mondo, la questione dell’editoria e della stampa all’estero, l’associazionismo, gli anziani e la Conferenza dei Giovani Italiani nel mondo. Questioni portate a termine dal Cgie, dopo un ampio dibattito che si è sviluppato non solo all’interno del Consiglio ma anche nei Comites e nel mondo associativo. Noi continueremo a lavorare e non ci arrenderemo nemmeno sulla questione dei tagli in finanziaria. Vogliamo infatti ancora credere che questo paese non voglia recidere i legami con gli italiani all’estero.

Quale commento esprime sulla relazione del governo portata all’attenzione del CdP dal sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica?

Ho trovato abbastanza deludente la relazione del sottosegretario Mantica, anche se credo che egli abbia compiuto degli forzi per rispondere alle questioni che poneva il Cgie attraverso l’ordine del giorno. Dalla relazione del governo non ho rilevato alcuna novità, nessun disegno o progetto. Sono inoltre rimasto deluso del fatto che non siano stati accolti gli importanti elementi proposti dai delegati della Conferenza dei Giovani Italiani nel mondo. Se il progetto da realizzare sarà solo quello del portale per i giovani all’estero, allora vorrà dire che si è capito poco.

Come sono andati gli incontri del CdP con Comitati di Camera e Senato che si occupano delle politiche per i nostri connazionali nel mondo?

I due incontri con i Comitati parlamentari sono stati abbastanza positivi. Alla Camera ad esempio sia i deputati di maggioranza che di minoranza hanno constatato come il Cgie sia ancora vivo e lavori attivamente. Credo sia passata, durante gli incontri alla Camera ed al Senato, la nostra posizione che condivide l’idea di dover riformare la rappresentanza, ma non vede in questo una priorità assoluta. La questione più urgente, a nostro giudizio, è invece la diffusione della lingua e della cultura italiana all’estero. Perché, a partire dai prossimi giorni, molti bambini nel mondo non potranno più frequentare i corsi per l’apprendimento della nostra lingua. Ci batteremo per cambiare questa situazione, ma sarà una nostra battaglia anche l’assistenza agli indigenti, continueremo dunque a segnalare i problemi nel mondo legati a questa questione.

Voglio inoltre ricordare che sulla riforma degli organi di rappresentanza il Consiglio Generale ha un approccio tranquillo. Se si deciderà che Comites e Cgie non servono più e si proporranno altre alternative, allora ben vengano. Dobbiamo affrontare questa questione in maniera molto serena ed aperta. Noi però pensiamo che chi sostiene senza motivazioni valide l’inutilità di questi organi di rappresentanza abbia come vero obiettivo il voto all’estero. Un argomento non intoccabile su cui si può discutere, lasciando però da parte l’ipocrisia.

Per quanto riguarda la riforma dei Comites il governo, le forze di maggioranza e il Parlamento, che presto discuterà una proposta di legge dell’esecutivo su questa materia , devono sapere che questa per noi non è una priorità anche perché la legge attuale che regolamenta l’attività dei Comitati è buona e risale solo a cinque anni fa. Se poi vogliono smontare, attraverso i Comites, tutto il sistema di rappresentanza, lo dicano pure apertamente.

(Goffredo Morgia – Inform/Eminotizie)

 
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EmiNews 2009

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