6746 Lampedusa, fiamme nel centro di accoglienza. Maroni tace

20090218 15:53:00 redazione-IT

Che la situazione fosse esplosiva, si sapeva da mesi, da anni. Ora a Lampedusa sono arrivate le fiamme. L’incendio è scoppiato questa mattina: ha distrutto la palazzina centrale del Centro di identificazione ed espulsione, e la colonna di fumo è visibile fin dal centro del paese. Ad appiccare il rogo, sarebbero stati i migranti che da settimane protestano per le condizioni indegne in cui sono costretti a vivere e per le misure adottate dal governo italiano contro l’immigrazione clandestina.

La loro rabbia aveva ricominciato a salire martedì, quando i migranti hanno iniziato uno sciopero della fame per protestare contro il trasferimento di un centinaio di loro connazionali a Roma per il rimpatrio coatto. Poi, questa mattina c’è stato il contatto con la polizia. I tafferugli sono scoppiati quando un centinaio di tunisini hanno provato a sfondare dall’interno i cancelli della struttura. Poi, quando hanno capito che non ce l’avrebbero fatta, hanno ammassato materassi, cuscini e carta straccia e gli hanno dato fuoco.

Ora si cerca di riportare la calma: le forze dell’ordine hanno spostato un gruppo di migranti nei pressi della recinzione perimetrale, lontano dalle fiamme. Un altro gruppo è stato invece spostato verso la collina che sovrasta il Cie.

L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati chiede di «evacuare immediatamente tutti i migranti e gli operatori che si trovano nella struttura di Lampedusa in modo da evitare intossicazioni e ustioni». La portavoce Laura Boldrini invita il Viminale a fare in fretta: «Ci risulta che i migranti siano all’interno dei locali del centro, che è coperto da una nuvola di fumo, e dunque bisogna agire immediatamente per evitare ripercussioni sulla salute».

Uno dei pompieri che stavano cercando di domare le fiamme è già rimasto intossicato ed è stato portato al poliambulatorio dell’isola dove si trovano già una decina di esponenti delle forze dell’ordine rimasti feriti nei tafferugli. Le operazioni sono andate particolarmente a rilento perché gli automezzi dei vigili del fuoco non possono raggiungere il Centro a causa della via d’accesso troppo stretta.

Nel frattempo, la situazione sembra tornata sotto controllo. Cono Galipò, responsabile dell’associazione che gestisce il centro spiega che «i migranti si sono rasserenati, anche se la struttura continua ad essere presidiata dalle forze dell’ordine».Dure le reazioni politiche: per Giusto Catania, europarlamentare del Prc, «la responsabilità per gli scontri tra i migranti e le forze dell’ordine, per i feriti e per l’incendio che questa mattina ha ridotto in fumo i capannoni del centro di identificazione ed espulsione di contrada Imbriacola è da attribuire al ministro Maroni, che a Lampedusa ha volutamente creato una situazione di sovraffollamento e tensione destinata inesorabilmente a sfociare in gesti di disperazione». Catania ricorda che «nei giorni scorsi una delegazione di europarlamentari ha visitato il centro denunciando che c’era un’emergenza umanitaria ed era concreto il rischio che si verificasse una tragedia». Chiede al ministro di riferire in Aula sull’accaduto, invece, il capogruppo del Pd in commissione Politiche Ue, Sandro Gozi.

http://www.unita.it/news/81807/lampedusa_fiamme_nel_centro_di_accoglienza_maroni_tace

 
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EmiNews 2009

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