6743 G7: Protezionismo? Semplice de-globalizzazione

20090218 15:01:00 redazione-IT

[b]Tremonti è disposto a finanziare la Fiat se utilizzerà i fondi dell’erario italiano per potenziari la sua fabbrica in Polonia? Sarkozy non darà denari a Peugeot perchè li usi nella Republica Ceca.[/b]

[i]di Tito Pulsinelli[/i]

Il G7, quelli che si autodefinivano "grandi", si e’ riunito ma quasi nessuno se n’è accorto. Hanno auspicato, esortato, fatto i debiti scongiuri, soprattutto contro il nuovo satana del "protezionismo", risorgente e strisciante come una serpe immonda. I 7 non sanno che pesci prendere, procedono in ordine sparso, ma trovano l’unanimità solo quando danno la stura ai loro ideologismi preferiti. Eravamo rimasti allo Stato come unico satana uficiale, ma le cose cambiano…[b]Non riescono a concordare un’azione comune contro il sisma che ha sinistrato ormai simboli storici del capitalismo, come la Ford, Peugeot, Fiat e Wolkswagen. Loro non trovano di meglio che confermare la fede nel catechismo neoliberista, ma allarmano anzichè tranquillizzare. [b]Sono ormai ridotti a contrapporre l’ideologia alla stringente concretezza dell’economia. Quel catechismo esibito come una clava, però, stabiliva che l’intervento dello Stato nell’economia era un peccato mortale.[/b]

Eppure, hanno inutilmente peccato facendo la crocerossa + pompieri dei finanzieri e dei bancarottieri, e senza alcun risultato stabilizzante. Ed ora diventano spocchiosi e tirano fuori dal repertorio l’anatema contro il "protezionismo". Finiscono per dare l’impressione di arrampicarsi sugli specchi: non hanno risposte concrete ad emergenze senza precedenti.

Sarkozy vuole mettere sul tavolo ben 6 miliardi di euro per salvare la Peugeot, ma pone come condizione che l’assemblaggio debba essere fatto in Francia. [b]Obama, oltre al "comprare americano", ha più volte ventilato un piano di esenzioni fiscali per quelle imprese che riportano a casa gli impianti. E’ l’unica maniera per aumentare i posti di lavoro.[/b]
Tremonti, forse, è disposto a finanziare la Fiat se utilizzerà i danè dell’erario italiano per la sua fabbrica in Polonia? Sarkozy non sembra disponibile a concedere soldi alla Peugeot per i suoi impianti nella Republica Ceca.

Più che un anatema è uno scongiuro contro il "protezionismo", che si manifesta con gli agricoltori della Grecia che bloccano la frontiera con la Bulgaria; gli operai inglesi che vogliono impedire la contrattazione di colleghi italiani e –soprattutto- con le forti proteste popolari nei Paesi baltici. [b]Questi ultimi stanno pagando un caro prezzo per aver dato in appalto al FMI i loro Paesi. Come neofiti sprovveduti, nel giro di tre anni sono passati da "tigri dell’est europeo" alla recessione e azzeramento della spesa sociale.[/b]
Il micro-Stato lituano ha già richiesto la bazzeccola di 1 miliardo di euro alla Banca Europea degli Investimenti.
[b]Il presidente brasiliano Lula ha sottolineato come i 785 miliardi di $ del piano di salvataggio di Obama verranno usati in una maniera che danneggia gli interessi del Brasile. Lula ha denunciato come gli Stati Uniti applicano a se stessi una cura diversa da quella che imponevano a tutto il mondo.[/b]
L’archiviazione de facto della dottrina del "libero mercato" sarà impugnata in seno all’Organizzazione Mondiale del commercio (OMC), e farà naufragare definitivamente la Ronda di Doha. Non solo, è anche un serio ostacolo al summit tra G7 e G20, dove si dovrebbe definire la "nuova architettura" o "nuovo Bretton Wodds".
Il BRIC (Brasile, India, Russia e Cina) sono chiaramente danneggiati dal piano di Obama e faranno sentire tutto il loro peso economico e gopolitico che -chiaramente- rende fittizia la gerarchia dei "7 grandi".

Siamo ai primi sintomi patologici della crisi di un modello sociale e produttivo. [b]Crisi economica, crisi finanziaría, recessione, sono eufemismi che hanno sostituito il "rallentamento" o la "disaccelerazione" del semestre scorso. Sono tutti eufemismi di de-globalizazione. Lo Stato deve tornare eccome, però a favore della domanda, dei salariati, pensionati: A favore della produzione, non della rendita e della speculazione.[/b]

I governi della nuova sinistra sudamericana sono vilipesi ed odiati dalle due ali del neoliberismo fallito, proprio perchè [b]si stanno muovendo da tempo nel flusso crescente della de-globalizzazione e di una geopolitica multipolarista.[/b] Laddove il neoliberismo debuttò negli anni 70 con le baionette di Pinochet e i dogmi criminogeni dei Chicago boys, sono stati trovati i primi antidoti e si applicano terapie difensive per le maggioranze sociali, e di limitazione in crescendo per il capitale finanziario e Borse.

www.selvasorg.blogspot.com

 
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EmiNews 2009

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