6772 RONDE: Tutto cominciò così negli anni 20 e 30 del '900

20090221 11:56:00 redazione-IT

Pesaro, 20 febbraio 2009. Due anni fa la mia amica Tamara Deuel, sopravvissuta all’Olocausto in Lituania, mi disse: "Roberto, quello che sta accadendo al popolo Rom in Italia mi ricorda gli eventi che portarono allo sterminio degli ebrei in Lituania e in tutta Europa. Si comincia con un diffuso senso di intolleranza, si prosegue con l’attribuzione alle minoranze di ogni genere di crimine, si finisce con le ronde e con l’annientamento". Siamo arrivati alle ronde ed è importante ricordare che anche le "innocue" Milizie fasciste, le Croci Frecciate, le ronde ausiliarie alle milizie "Sturm Abteilungen" nacquero con mere funzioni di controllo, disarmate e composte per la maggior parte da ex agenti di forza pubblica o ex militari di carriera. Ieri a Sesto San Giovanni, vicino a Milano, prova generale delle "ronde padane", che hanno insultato e maltrattato bambini, donne e uomini Rom prima di chiamare la polizia, che è accorsa a sgomberare venticinque famiglie in condizioni di salute penose, già provate da lutti, aggressioni, violenze e ingiustizie di ogni genere.

Il 18 febbraio a Pisa, a Roma e a Sassari, il 19 a Sacrofano, Torino e Milano abbiamo avuto un saggio dell’efficienza delle "ronde", che hanno incendiato, bastonato, sprangato, sfregiato, ferito, offeso, insultato. Niente di diverso da quello che la Storia del Novecento ci ha tramandato, niente di diverso da quello contro cui i testimoni della Shoah ci ammoniscono. Qui di seguito, una mia breve considerazione sull’emergenza-stupri. Roberto Malini

La nostra riserva di lacrime

di Roberto Malini

Roma, 19 febbraio 2009. Stupri di serie A, stupri di serie B, nella classifica dell’orrore, in cui le performance di esseri non più umani toccano i vertici della bestialità da una parte, dell’odio razziale dall’altra. Lo sdegno che si prova per la violenza consumata a Roma, nel parco della Caffarella, contro una ragazzina di soli 14 anni e il suo fidanzatino vengono amplificati dalla bieca strumentalizzazione che politici, autorità e media fanno del dolore. L’Italia del razzismo e delle purghe etniche si è gettata fin dall’inizio, famelica come uno stormo di avvoltoi, sul caso della giovanissima italiana e aveva già deciso a chi attribuire la colpa del crimine: all’Uomo Nero. Al popolo Rom. Le indagini hanno dimostrato il contrario: gli aggressori non sono "zingari". Comunque, proprio verso gli esiti delle indagini poliziesche, è necessario sempre "prenderli con le pinze", perché si è già constatato che a volte gli inquirenti, profittando del clima di caccia alle streghe, estorcono confessioni con torture e sevizie. Giornali e tv, personalità politiche e autorità, comunque, hanno amplificato a dismisura le informazioni che trapelavano incontrollabili da dietro le porte del "segreto istruttorio", diffondendo particolari scabrosi, atroci, raccapriccianti. Uno degli arrestati si proclama innocente e ha fornito un alibi: durante la violenza sessuale, si trovava in compagnia di numerose altre persone. Non conosceremo mai la verità, perché chi presterà mai fede alle testimonianze di "nomadi" e senzatetto? Si ha la sensazione che la ragazzina romana sia stata stuprata non una, ma innumerevoli volte, nel corpo e nell’anima. Uno stupro sempre più crudele, che non si è ancora fermato, che forse, per lei, non si fermerà mai. Uno stupro che la politica dell’intolleranza, che lo spettacolo dell’odio brandiscono per sfregiare e colpire a morte la civiltà dei diritti umani e della solidarietà. Intanto, di un altro episodio, ancora più brutale ed efferato, si è scritto e parlato ben poco. Un italiano di 57 anni, dopo aver adottato una bambina sudamericana di 3 anni, l’ha stuprata tante volte, annientando la sua infanzia. Ma lui, il mostro, è italiano e la sua fragile vittima viene "da fuori", è una "migrante" in nuce: nessuno piange per lei. Dedichiamo la nostra riserva di lacrime – dopo aver pianto per le vittime degli stupri e per le vittime di chi specula sugli stupri – a una bimba che si è affacciata su un mondo che ha capovolto i valori universali e, generazione dopo generazione, sembra sempre più lontano da quei valori che sono alla base della civiltà: la fratellanza, il rispetto della vita, la tenerezza verso i piccoli e i deboli.

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EmiNews 2009

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