6821 Venezuela:Stanford Bank truffa 2 miliardi di US$ all'elite

20090226 18:35:00 redazione-IT

[b]Chiusa la Stanford Bank – Elite venezuelana perde 2 miliardi di dollari.[/b]

di Tito Pulsinelli

[b]Il gaglioffo texano Allen Stanford e’ sparito dalla circolazione, portandosi via oltre 2 miliardi di dollari della classe medio-alta e alta venezuelana. Degli 8 miliardi scomparsi, racimolati in gran parte tra la borghesia latinoamericana, un quarto li aveva ramazzati dal 2005 in Venezuela. Il bancarottiere Stanford offriva interessi sospettosamente alti. Faceva leva sulla semina intensiva ed estensiva della paura di un Chávez "comunista" che avrebbe violentato la proprietà privata.

La longa manus per le operazioni in America latina è Luis Giusti, ex presidente di Petróleos di Venezuela (PDVSA), acerrimo nemico di Chávez, che passò direttamente alle dipendenze di G.Bush come consigliere strategico in materia energetica. Diririgeva le attività volte a tosare i ceti abbienti non WASP.
Il Banco Stanford -ora sotto il controllo degli ispettori del banco centrale- in pochi anni era riuscito a captare i depositi di una clientela non numerosa -ma economicamente poderosa- che mal sopportava il controllo dei cambi in vigore in Venezuela, e che boicottava lo sviluppo dell’economia nazionale.[/b]

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I diecimila clienti truffati da Stanford, abituati storicamente ad avere fiducia cieca e illimitata nei banchieri e nell’economia degli Stati Uniti, sbavavano per i facili guadagni speculativi del "cartaceo" di Wall Street. I miracolistici interessi promessi dai "biscazzieri finanziari" erano per loro più attrattivi dei profitti dell’economia produttiva.

La paranoia del "comunismo bolivariano" aveva impedito che tirassero le conclusioni appropriate dalla debacle del business immobiliario dell’anno scorso, dove avevano perso ragguardevoli capitali con il deprezzamento delle loro proprietà in Florida. Nè avevano sentito odor di bruciato dagli eventi successivi: per loro gli Stati Uniti sono come La Mecca per i musulmani. Per l’elite del subcontinente è una questione di ideologia piuttosto che fredda economia.

La settimana scorsa, come San Paolo sulla via di Damasco, sono stati folgorati e si sono precipitati agli sportelli a ritirare i soldi, obbligando la Stanford a sborsare in due giorni il 42% dei depositi. Ora la Stanford è stata congelatala, e la illustre clientela è rassegnata, non piange troppo per il latte versato, quanto per le spiegazioni che dovranno fornire al fisco sull’origine di quelle fortune e sui maneggi con il gaglioffo texano.

Lascia di stucco la dabbenaggine di personaggi illustri che si atteggiavano a veggenti, e dispensavano ricette per la salute eonomica del Paese, mentre non si avvedevano dei pericoli che correva il loro portafogli. Questo spiega perchè questa minoranza sociale perse il potere politico, e sta sfumandogli ora anche quello economico.
Non hanno più un progetto-Paese perchè -senza disporre di uno Stato al loro esclusivo servizio- non riescono a difendere degnamente nemmeno i loro interessi di privilegiati. E’ augurabile un ritorno all’ecomonia nazionale e produttiva, Chávez apre alla comunicazione e all’ascolto. E’ ora di lavorare, e smettere di speculare e sognare golpes.[/b]

http://selvasorg.blogspot.com/

 
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EmiNews 2009

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