6830 Riflessioni sul progetto economico di Obama

20090302 11:48:00 redazione-IT

di Emanuela Medoro

“… un bilancio è molto di più che un elenco di cifre, è il progetto del futuro nostro e dei nostri figli…” così Barack Obama commenta il suo progetto di bilancio, presentato al Congresso ed in Senato. Che bella frase!
Le cifre del bilancio sono talmente grandi da risultare incomprensibili a comuni mortali, riporto solo delle notizie attinte, come al solito, dai materiali messi in circolazione sul web dal partito di attuale maggioranza e dall’opposizione repubblicana.
Dunque, piazza pulita della reaganomics seppellita per sempre, ed avanti la obamanomics, risultato di una volontà popolare espressa chiaramente nelle recenti elezioni per il presidente.
Il bilancio presentato al parlamento vuole, con provvedimenti a breve e lungo termine, assicurare agli USA un futuro di prosperità e pace, per questo punta tutte la sue risorse su: 1.Energia, 2. Sanità, 3.Istruzione.
Per l’energia il bilancio Obama investe moltissimo sulla ricerca delle energie pulite, per creare nuovi posti di lavoro in modo da riconsolidare la classe media, che è quella che alimenta i consumi interni, cioè la produzione di beni di massa per la massa.

Non si parla di nucleare, come non se ne parlava nel Blueprint for Change, il programma elettorale di Obama, disponibile sul web.
È ampliata la spesa per la copertura sanitaria di gran parte della popolazione, con provvedimenti che diminuiscono questa spesa che impietosamente taglia i salari delle famiglie, e che estendono la copertura sanitaria a chi non ce l’ha affatto, a cominciare dai bambini.
È riformato e rinforzato il sistema dell’istruzione, condizione prima dell’innovazione e della competitività future.
Per pagare tutto questo sono aumentate le tasse a carico dei ricchi, con un forte sistema progressivo. Sono ricchi quelli con reddito superiore a 250.000 dollari l’anno.
Fortissime le reazioni dei repubblicani conservatori, caratteristica la circolare web firmata dal governatore della Louisiana Bobby Jindal, definito una stella in ascesa del suo partito, definizione qualche anno fa riservata ad Obama. La foto mostra un giovane uomo bruno dall’aspetto vivace, certamente molto bruno, forse un meticcio pure lui.
B. Jandal richiama alla necessità di difendere lo spirito di impresa dei cittadini dalle interferenze dello stato, difende insomma quel lassez faire lassez passer di reaganiana memoria, che ha originato in qualche modo la Caporetto bushista dell’economia che si cerca di combattere. Poi sostiene la necessità di tenere bassi i prezzi delle fonti di energia. A proposito dei problemi dell’energia ricordo che il progetto Lexington diffuso da parte repubblicana durante la recente campagna elettorale di John McCain, prevedeva la costruzione di 40 centrali nucleari a breve termine fino ad arrivare a 100 nel lungo termine, senza alcuna riflessione sul problema della distruzione delle scorie e con la garanzia di generare energia pulita ed innocua per la salute dei cittadini.
L’ appello di B.Jindal è: “Crediamo che per rinforzare il nostro paese bisogna limitare le spese di Washington, dare forza agli individui ed alle piccole imprese…” Oltre questo, annuncia la collaborazione bipartisan su provvedimenti condivisibili.
I media riportano notizia di fortissime reazioni anche di tipo ideologico da parte repubblicana, che agitano lo spettro di un’America socialista. Queste argomentazioni sono il seme della violenza che arma i gruppi conservatori più estremisti, quelli dei cristiani bianchi incappucciati, e simili, che difendono la loro purezza etnica ed ideologica dal multiculturalismo imperante. Pensando a questi non ci resta che augurare a B.Obama vita lunga e buona salute per portare avanti il suo programma, e segnare un’ epoca di prosperità come fece a suo tempo R. Reagan.
Allen Sinai, economista consulente di due presidenti, Bush padre e B.Clinton, ha così commentato, fra l’altro, questo intervento sull’economia: “…In questi anni, quelli di Bush per intendersi, il divario fra ricchi e poveri è aumentato in maniera insopportabile. E si sono ingigantite le fasce di disagio sociale. E’ giusto che si colga il momento in cui il sistema esplode per cercare di ristabilire qualche equilibrio.”
A conclusione riporto un’altra frase di Obama, che mi pare adatta a completare queste note. Nel discorso del giuramento Obama ha detto “ …il tempo in cui a governare erano gli uomini e non le leggi è finito…”. Frase che mi suscita un sogno, I have a dream…che anche da noi emerga dalle giovani generazioni un costituzionalista di valore, raffinato oratore, proprietario di nulla e fascinatore di folla, che sappia usare e divulgare la sua dottrina a vantaggio di tutti, che tenga presenti i diritti delle classi medio basse, che sono quelle che alimentano e sostengono i consumi interni, degli anziani, disoccupati, donne, licenziati e perdenti, ed anche di quelli con reddito bassissimo ora tacitati con la vergognosa, per chi la distribuisce, ed umiliante, per chi la riceve, elemosina di una social card.
Nel rispetto, vero, della Costituzione dei nostri padri fondatori.

emedoro@gmail.com
1 marzo 2009

 
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EmiNews 2009

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