6855 Prendi i soldi e scappa! (note a margine su finanza, mobilita` e global university)

20090304 10:40:00 redazione-IT

La Student Loan company del Regno Unito ha ammesso in questi giorni che nel 2008 ben 1580 studenti su un totale di 2240 non hanno ripagato (e non sembrano avere l`intenzione di farlo) il loro debito con lo Stato Inglese. Studenti da tutta Europa che hanno studiato in Inghilterra e hanno richiesto di essere finanziati, una volta tornati nel loro paese con il loro pezzo di carta, hanno lasciato le cambiali
lì dove stavano, nel Regno Unito. Predi i soldi, la laurea, e scappa!

Tra studenti internazionali e inglesi l`aumento di debiti non ripagati è salito nell`ultimo anno di ben il 60%, il cui costo ricade interamente nella finanza pubblica, con un valore di 11.1 milioni di sterline solo questo anno (Graeme Paton sul Telegraph del 26 febbraio 2009). Poca cosa rispetto ai fondi pubblici stanziati per l`ultimo
salvataggio della banca RBS…

ma nonostante queste cifre e proporzioni sembra che l`irritazione di David Lammy, ministro della Higher Education, sia davvero motivata, tanto che è pronto a costituire una vera e propria squadra di bounty hunters, di cacciatori internazionali (di neo laureati) per farsi ridare i soldi prestati.

Se i neolaureati devono da oggi stare più attenti ovunque essi siano, tuttavia sarà più difficile entrare nel Regno Unito per studiare da ora in avanti; parola del governo inglese che vuole aumentare il costo a carico degli studenti per ottenere uno student visa di quasi il 30% da quest`anno. Questa proposta ha trovato la più fiera opposizione nel
mondo universitario, se non altro per il fatto che le università inglesi, vere e proprie global university, hanno una strutturale dipendenza dalle tasse che lo studente internazionale paga, e che sono il doppio rispetto che ad uno studente europeo.

Simili trasformazioni nelle tassazioni di studenti internazionali stanno avvenendo nel nord Europa. L`università di Helsinki è stata recentemente occupata dagli studenti contro la nuova proposta di legge nazionale (come si legge su edu-factory.org) che, tra le altre cose,
prevede l`introduzione di tasse da pagare anche allo studente straniero che, in un paese come la Finlandia, ha goduto fino ad oggi di uno statuto particolare di esenzione dal pagamento delle tasse stesse.

Se questo preoccupa i manager delle global university, che con la crisi attuale vedono la competizione nel mondo della formazione tra Regno Unito, Canada, Usa e Australia sempre più aspra, non sembra preoccupi più di tanto il governo inglese che a nome di Liam Byrn, ministro dell`immigrazione, ha giurato di introdurre un giro di vite sulla immigrazione illegale nei flussi della educazione internazionale.

La nuova proposta di legge, come scriveva Christopher Hope sul Telegraph qualche mese fa (Illegal immigration: Foreign students who miss lectures will be reported), propone di rifiutare lo statuto di studente internazionale a coloro i quali salteranno più di dieci lezioni durante un anno accademico. Non ti va di seguire le lezioni?
Bene, non avrai accesso alla documentazione che ti permette di stare nel Regno Unito per 4 anni e di accedere alla assicurazione medica durante la tua permanenza di studio (lo student visa). Se sei uno a cui le lezioni non stimolano molto allora l`ufficio stranieri, informato dal tuo istituto universitario, ti concederà solo un permesso da student visitor, con una durata limitata nel tempo e dei servizi assicurativi concessi.

Questo è esattamente l`opposto di quello che sta succedendo in Malaysia (è il caso di dirlo questa volta dall`altra parte del mondo), dove la città-stato di Singapore e il suo primo ministro Datuk Seri Abdullah Ahmad Badawiha stanno varando un nuovo piano statale per incrementare nei propri campus dal prossimo anno il numero di studenti stranieri provenienti da Africa e Medio Oriente (http://www.nst.com.my).

E sono proprio le tasse degli studenti stranieri che, tra le altre fonti di entrata, sono alla base e mantengono alta la fiducia e la qualità del credito del settore universitario australiano, come dice una delle più importanti agenzie di rating: la Moody’s Investor Sector. Nonostante le perdite che alcune università australiane hanno accusato nel mese scorso a causa della crisi globale (la NSW di Sydney
ha perso 170 milioni di dollari lo scorso trimestre, come ha
confessato Greg Fernance, direttore di investiment and capital di questa università), tuttavia la Moody’s Service Agency ha mantenuto una tripla A nel credito fornito dal settore universitario autraliano, sostenendo e confidando nella infallibilità dei suoi assets: ovvero la forte e solida base di entrata delle tasse universitarie pagate
proprio dagli studenti, australiani e non. Insomma, la global university insegna che è il bisogno stesso di istruzione di ognuno di noi, sono i bisogni sociali tout court che divengono il fondamento di quel AAA, della qualità delle fonti di credito sul mercato finanziario globale oggi (Moody’s Says Credit Quality of Australian University Sector Strong in Info-Prod Strategic Business Information del 23 febbraio 2009).

(Paolo Do)

www.rekombinant.org

 
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EmiNews 2009

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