6869 Le nuove formazioni politiche in Europa: la sinistra comunista e alternativa di fronte alla crisi

20090309 10:06:00 redazione-IT

Le nuove formazioni politiche in Europa: la sinistra comunista e alternativa di fronte alla crisi politica e sociale

Si è svolta venerdì 6 marzo a Bruxelles, presso l’ “Espace Marx”, un’interessante tavola rotonda dal titolo “Le nuove formazioni politiche in Europa”, a chiusura del ciclo di
conferenze/dibattiti “La militanza è uno sport di combattimento”, promosso dall’Associazione Culturale Joseph Jacquemotte [storico dirigente e intellettuale comunista
belga, n.d.r.] e dall’Attac locale. Tra i partecipanti, davanti a un folto pubblico, gli esponenti di formazioni politiche della sinistra comunista e alternativa del Belgio (PC WallonieBruxelles e Une Autre Gauche), della Germania (Die Linke), dei Paesi Bassi (Socialistische Partij), della Spagna (Izquierda Unida) e dell’Italia, con il segretario della Federazione Europa del PdCI, Roberto Galtieri, a rappresentare insieme Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani – nel quadro della stretta, fraterna e feconda collaborazione delle due organizzazioni a Bruxelles e in Belgio.

Tutte queste formazioni fanno riferimento, a vario
titolo, alle due principali aggregazioni politiche continentali dell’area: il Partito della
Sinistra Europea (EL, PGE) e il Gruppo della Sinistra Unitaria (GUE/NGL) nel
Parlamento Europeo.
La serata ha preso spunto dall’attuale situazione di crisi politica e sociale, e il bisogno
urgente di alternative di sinistra rispetto all’oggettivo fallimento del progetto neoliberale
globale di organizzare il funzionamento cosiddetto “libero e non falsato” dei meccanismi
del profitto e dei mercati capitalista, eliminando qualunque possibile ostacolo in termini di
diritti sociali e di scambi internazionali economici, politici e culturali. Se un po’ tutti i
partiti politici, di destra come di sinistra, si trovano oggi a dover fare i conti con il
disincanto e la disaffezione della gente, in tutti i sensi, le organizzazioni della sinistra
alternativa sono specialmente chiamate a dare risposte chiare e forti al proprio popolo,
distinguendosi in particolare dall’ambito della socialdemocrazia che condivide plenamente,
per responsabilità proprie dirette e indirette, il fallimento della destra neoliberale. In diversi
paesi europei come quelli citati, e in altri, ci sono oggi delle diverse esperienze di sinistra
alternativa con diverse situazioni ed esiti sociali ed elettorali, ma la maggior parte di esse si
ritrova nella necessità di unire le forze per lottare a livello europeo: per questo, negli ultimi
anni si sono andate raggruppandosi appunto nel Partito della Sinistra Europea (con 20
partiti membri effettivi e 11 osservatori, da un totale di 22 paesi europei) e, nel Parlamento
Europeo, nel Gruppo della Sinistra Unitaria / Sinistra Verde Nordica (GUE/NGL, con 17
partiti membri e 4 associati, da un totale di 13 paesi europei). Tra tutte queste formazioni,
ve ne sono di ispirazione comunista, socialista, laburista, ecologista “rossoverde”,
etc., che
comunque si collocano decisamente “a sinistra” della socialdemocrazia e propugnano un
cambio radicale della politica mediante lo sviluppo di alternative e proposte concrete per la
trasformazione delle attuali società capitaliste in un senso veramente democratico, popolare
e socialista.
Dopo un primo giro di interventi, nei quali ciascuno dei partecipanti alla tavola rotonda ha
presentato brevemente la propria formazione politica nel rispettivo contesto nazionale ed
europeo, il dibattito è entrato nel vivo sul tema delle esperienze concrete per l’unità e
l’efficacia della sinistra comunista e alternativa. I rappresentanti belgi hanno spiegato la
complessa situazione attuale del loro paese, dove la sinistra è particolarmente frammentata
(non solo ideologicamente ma anche dal punto di vista delle diverse regioni e zone
linguistiche) e si trova ancora in forte difficoltà per arrivare un fronte unico di “gauche de
gauche”: di fatto, per le elezioni europee e per le concomitanti amministrative locali, in
Belgio si presenteranno, oltre alla lista del Parti Communiste francofono membro della
Sinistra Europea, anche quelle di almeno tre formazioni di sinistra sociale exmaoista,
di
anticapitalistitrotskisti
e di “sinistra” generica, ciascuna di esse però con peso elettorale
molto ridotto. Sono poi risultati particolarmente interessanti i contributi da Izquierda
Unida, a tutt’oggi l’entità politica unitaria da maggior tempo attiva (dal 1986) intorno al
Partito Comunista Spagnolo e altre organizzazioni; e dal Socialistische Partij, meglio
conosciuto come il “partito del pomodoro” olandese, che, dopo i suoi inizi come gruppo
maoista all’inizio degli anni 70, si è impegnato con forza e convinzione a “lavorare con e
per il popolo” in senso sociale e locale, con tutta una serie di servizi e di iniziative che
hanno creato una importante base di fiducia e consenso che li ha portati all’attuale grande
successo su scala nazionale: e oggi puntano ad una maggiore e più significativa presenza
anche nel Parlamento Europeo, con gli altri partiti della Sinistra Unitaria. Da parte sua, il
rappresentante della Linke tedesca ha ripercorso il cammino svolto tra le organizzazioni
fondatrici (il PDS dell’ex Repubblica Democratica Tedesca, e l’ala sinistra della SPD) e
l’importanza data al lavoro di base e alla partecipazione per la crescita e il consolidamento
del Partito in tutta la Germania, essendo oggi l’unica vera alternativa al sistema politico di
“grosse koalition” tra centrodestra e centrosinistra: anch’essi contano di poter confermare e
ampliare una nutrita rappresentanza al Parlamento Europeo.
Il rappresentante della sinistra comunista italiana, Roberto Galtieri, ha parlato del lavoro
comune, dalla base, di Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani in particolare a
Bruxelles e in Belgio ma anche nel resto d’Europa e in Italia, con le varie vicissitudini
recenti, dopo le esperienze cariche di problemi e contraddizioni della partecipazione al
Governo Prodi di centrosinistra e nel cartello elettorale de “la Sinistra l’Arcobaleno”. Oggi
invece PRC e PdCI stanno lavorando per una lista comune e aperta, anche con altre
organizzazioni e movimenti comunisti, anticapitalisti e alternativi, per le elezioni europee di
giugno 2009, con una chiara condivisione della piattaforma elettorale della Sinistra Europea
e della collocazione degli eletti nel gruppo della Sinistra Unitaria. Questo diversamente
dalla possibile lista di fuoriusciti e scissionisti che vorrebbero creare una “sinistra senza
aggettivi”, ancora sulla linea del fallito “arcobaleno”, per poi allo stesso tempo dividersi tra
il GUE, il gruppo socialista e quello verde (questi ultimi due spesso alleati oggettivi dei
gruppi di centrodestra che a tutt’oggi dominano il Parlamento Europeo). Esistono inoltre
concrete prospettive di ricomporre finalmente la “diaspora comunista” in Italia, per
costituire un unico e forte partito che si opponga con decisione e credibilità al progetto di
un bipolarismo “all’americana” diversificato nelle apparenze ma pienamente coincidente
nella sostanza e nelle decisioni di “pensiero unico” neoliberale, antidemocratico e
antipopolare.
Nel dibattito che si è svolto con il pubblico, si è sottolineata la necessità di evidenziare
maggiormente le idee di sinistra anticapitalista e alternativa comuni tra tutte le formazioni
dell’area, e non solo le differenze e le caratteristiche specifiche. E proprio il programma
della Sinistra Europea – significativo risultato di un lavoro comune tra partiti e
organizzazioni di diversi paesi e orientamenti, ma d’accordo sui principi e contenuti
fondamentali e caratterizzanti – si riconosce essere la base di un’alternativa chiara alla
“grande coalizione” di fatto tra centrodestra (Partito Popolare Europeo) e centrosinistra
(Partito Socialista Europeo) in Europa: per una soluzione di sinistra alla crisi economica,
sociale e politica, mediante il protagonismo dei poteri pubblici a beneficio delle collettività
e non degli interessi delle élites rapaci ed egoiste; per dire no alla guerra, alla NATO e alla
logica del militarismo e dell’intervenzionismo; per un modello di produzione e consumo
sostenibile e compatibile con la giustizia sociale, le persone e l’ambiente; per respingere il
progetto dell’Europa neoliberale del Trattato di Lisbona e costruire veramente l’Europa dei
popoli al servizio dei popoli.
Tra le prossime iniziative della Jacquemotte, ancora con la cooperazione e partecipazione
diretta di Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani, vi è un nuovo ciclo sull’Europa dei
cittadini e la cittadinanza europea, la libera circolazione dei lavoratori, la costruzione
dell’Europa sociale e l’Europa di fronte alla crisi. Due incontri/dibattiti si terranno a
Bruxelles il 1º e il 9 maggio, con il titolo “Per quale Europa vogliamo votare?”.
Riferimenti per maggiori informazioni:
Association Culturelle Jacques Jacquemotte: http://www.acjj.be
Partito della Sinistra Europea: http://www.europeanleft.
org
Gruppo della Sinistra Unitaria nel Parlamento Europeo: http://www.guengl.eu
Piattaforma della Sinistra Europea per le elezioni al Parlamento Europeo 2009 (in italiano):
http://www.rifondazione.be/testi/piatel_sineur_europee2009.pdf

http://www.rifondazione.be/testi/art_nouvformgauche_6-3-2009.pdf

 
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7600
EmiNews 2009

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