6894 Pensioni e politiche sociali: Cosa chiede l'UE all'Italia

20090312 11:46:00 redazione-IT

Alla vigilia della giornata internazionale delle donne, le principali agenzie di stampa italiane hanno battuto la notizia di un “nuovo monito dell’Europa sulla sostenibilità del sistema previdenziale italiano”.

La spesa pensionistica italiana, dice Bruxelles, “resta ancora tra le più elevate nell’UE” e, per garantire la sostenibilità di lungo periodo del sistema, potrebbero “essere considerate misure addizionali”, tra cui anche “un ulteriore aumento dell’età pensionabile, in particolare per le donne. Questo consentirebbe di riallocare la spesa sociale in modo da andare verso un sistema di sussidi di disoccupazione più completo e uniforme”.

La raccomandazione, contenuta nella valutazione del Programma di stabilità dell’Italia formulato dalla Commissione europea il 25 febbraio scorso, è stata accolta in questi giorni al Consiglio Ecofin, che riunisce i ministri delle’economia e delle finanze dell’Europa a 27.

Curioso che la notizia abbia iniziato a circolare proprio nel giorno in cui l’INPS certificava il buon andamento dei conti del sistema previdenziale italiano: nel 2008 l’istituto ha infatti messo a segno un avanzo avanzo finanziario di competenza di 11.275 milioni di euro (+21,5% rispetto al 2007), grazie soprattutto alla “crescita delle entrate contributive”.

Alle domande dei giornalisti, il premier Berlusconi ha risposto come già in precedenza, a proposito dell’innalzamento dell’età pensionabile delle donne del pubblico impiego: “vedremo, è l’Europa che lo vuole”.

Incuriosisce soprattutto quest’attenzione a senso unico alle raccomandazioni dell’Europa…

In questi stessi giorni, la Commissione ha pubblicato la sua Relazione congiunta per il 2009 sulla protezione e l’inclusione sociale, nella quale vengono analizzati anche i rapporti nazionali forniti dai 27 Stati membri. Ecco alcuni stralci del documento della Commissione europea di valutazione del rapporto italiano:

Mercato del lavoro

– Divari significativi tra i sessi e squilibri regionali caratterizzano tuttora il mercato del lavoro italiano.

– Persistente elevata presenza di lavori irregolari e aumento di lavori flessibili, in special modo per le generazioni più giovani.

– Da rilevare che per i nuovi lavoratori dipendenti il tasso dei contratti a tempo determinato si avvicina al 45%.

Pensioni complementari

– Le ipotesi di calcolo fornite dall’Italia fanno prevedere un aumento dei tassi di sostituzione previsti da regimi di pensione privati a contributo definito. Ma dato il profilo attuale della forza di lavoro, l’aumento del lavoro atipico e l’adesione limitata ai regimi privati, non sembra realistico considerare i contributi regolari permanenti come modello di riferimento per esaminare la futura adeguatezza delle pensioni.

– Il rapporto italiano mostra una situazione insoddisfacente, in particolare tenuto conto dei bassi tassi di copertura tra i giovani e i lavoratori a basso reddito, le donne e, più in generale, le piccole aziende e le regioni meridionali.

– I regimi pensionistici gestiti privatamente (normativi, professionali o individuali) debbono essere sviluppati per tali categorie, ma “il documento termina senza affrontare le implicazioni dell’analisi avviata”.

– Occorre intraprendere ulteriori sforzi affinché tutte le categorie di lavoratori conoscano e capiscano le possibilità offerte dalle pensioni complementari.

– Le riforme del 1995 miravano ad aumentare l’importo dei risparmi investiti in fondi pensione complementari. Malgrado l’intervento legislativo, il numero di lavoratori iscritti a fondi pensione privati è rimasto basso.

Lotta alla povertà

– Nel rapporto italiano non figura una valutazione completa dei progressi rispetto agli obiettivi del rapporto 2006-2008.

– Disoccupazione, edilizia sociale e inclusione sono oggetto di misure cronicamente insufficienti.

– Il tasso di rischio di povertà dell’Italia è del 20%, cioè dell’1% più del 2004 (21% per le donne e 18% per gli uomini).

– Il 65% delle famiglie italiane povere sono concentrate nel Mezzogiorno. Il rischio di povertà è più elevato per i bambini in famiglie numerose nel sud dell’Italia.

– Ampia disparità regionale nella percentuale di persone anziane che vivono al disotto della soglia di povertà, con il 23% di persone anziane nelle regioni meridionali contro l’8,2% e il 6,9% nelle regioni settentrionali e centrali.

Coesione sociale

– I divari tra regioni sono tuttora molto evidenti in Italia, dove le regioni meridionali sono in ritardo in settori quali istruzione, occupazione, cure sanitarie e accesso ai servizi e all’assistenza sanitari.

Pari opportunità

– Quanto ai divari generalizzati tra i sessi, il rapporto nazionale sulle strategie riconosce che ciò in Italia costituisce un problema, ma le politiche proposte non sembrano adeguate a far pienamente fronte alla sfida esistente.

Educazione

– La percentuale di abbandono scolastico prematuro, sebbene in riduzione, è tuttora elevata e ben al di sopra della media dell’UE.

“Il rapporto italiano – osserva in sintesi la Commissione europea – è più simile a un documento esplicativo che non a un documento di programmazione. A parte alcune eccezioni nel capitolo sull’inclusione sociale, esso non fissa obiettivi né indicatori quantitativi né scadenze”. E ancora: “Il rapporto italiano individua una strategia pratica basata su tre pilastri: miglioramento dei tassi di occupazione per tutte le categorie di lavoratori; miglioramento della copertura delle pensioni supplementari; miglioramento della sicurezza sociale per quanti non sono coperti adeguatamente (lavoratori atipici). Mentre sull’ultimo punto si riconosce che si stanno registrando progressi, alla Commissione non appare chiaro quali politiche interesseranno i punti precedenti”.

(Marzo 2009)

Per saperne di più:

Testo integrale della Raccomandazione all’Italia sul patto di stabilità 2008-2011 (EN)

Relazione congiunta per il 2009 sulla protezione e l’inclusione sociale (IT)

Valutazione del rapporto italiano sulla protezione e l’inclusione sociale_2009.pdf (IT)

Le relazioni sulla protezione e l’inclusione sociale sul portale della Commissione europea (EN, FR, DE)

__________________

TUTTI I LINK A:
[url]http://www.osservatorioinca.org/12-562/NOTIZIE/pensioni-e-politiche-sociali:-cosa-chiede-lue-allitalia.html[/url]

http://www.osservatorioinca.org/12-562/NOTIZIE/pensioni-e-politiche-sociali:-cosa-chiede-lue-allitalia.html

 
6894-pensioni-e-politiche-sociali-cosa-chiede-lue-allitalia

7625
EmiNews 2009

Views: 0

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.