6888 Minori stranieri e salute mentale: i traumi dell'immigrazione

20090310 17:35:00 redazione-IT

[b]Un minore su tre, nella fascia d’età fra 0 e 18 anni, che si rivolge alle sette Unità operative di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (Uonpia) di Milano è di origine straniera. Nel 2008, 2 mila utenti stranieri su 7 mila[/b]

MILANO – Un minore su tre, nella fascia d’età compresa fra 0 e 18 anni, che si rivolgono alle sette Unità operative di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (Uonpia) di Milano è di origine straniera. Nel 2008, a fronte di un’utenza complessiva di 7 mila unità, gli stranieri sono stati 2 mila, il 30% del totale. Una percentuale particolarmente alta, come spiega Antonella Costantino, direttore dell’Uonpia del Policlinico: "Sono il doppio rispetto ai dati generali sulla popolazione immigrata che vede un 15% di minori al suo interno".

A Milano i minori di origine straniera sono circa 60 mila. Sono ragazzi nati all’estero e che hanno raggiunto le famiglie in Italia in età più o meno avanzata, ma nell’insieme rientrano anche i nati in Italia, le seconde generazioni. Soffrono di disturbi del linguaggio o dell’apprendimento, oppure hanno problemi di comportamento che vengono segnalati dalle scuole di provenienza. "La migrazione è un trauma molto forte -spiega Antonella Costantino-. La sfida è capire se il problema manifestato da un ragazzo che si rivolge al nostro servizio è conseguenza del trauma migratorio o si tratta di una vera e propria patologia".

Occorre quindi lavorare per elaborare nuovi strumenti (ad esempio questionari in lingua, formare i mediatori culturali) e creare un database comune fra tutti i sette Uonpia. Questi due obiettivi del progetto per Milano sulla salute mentale dei migranti in età evolutiva, finanziato dall’assessorato alla salute della Regione Lombardia con 900mila euro all’anno per tre anni. (is)

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EmiNews 2009

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