6885 Sabahi: ''Ecco perché l'Occidente ha paura dell'Iran''

20090310 18:28:00 redazione-IT

[b]L’analisi di Farian Sabahi, docente di storia dei paesi islamici all’università di Torino e editorialista del Corriere della Sera: ”L’Iran è percepito come un pericolo, ma non ha mai invaso nessuno. L’atomica? Un deterrente”[/b]

TORINO – Sulla situazione dell’Iran in questo momento storico, Farian Sabati, docente di Storia dei paesi islamici all’università di Torino ed editorialista del Corriere della Sera ha le idee chiare. Sulla notizia della scorsa settimana secondo cui, in una conferenza internazionale sulla Palestina e sui crimini di guerra, tenutasi a Teheran, il leader supremo Ali Khamenei ha dichiarato che Israele è un cancro, la storica commenta: “Affermazioni di questo tenore sono sbagliate e del tutto inaccettabili da parte della comunità internazionale.

Detto questo, non sottovalutiamo il fatto che in questo ultimo discorso di Khamenei, la parola ‘cancro’ ricorre una sola volta. Per il resto, il discorso del leader supremo è una critica molto dura anche a Stati Uniti e Gran Bretagna che, secondo Khamenei, non possono essere arbitri del processo di pace perché troppo coinvolti. La critica del leader supremo verso l’operazione ‘Piombo fuso’ è peraltro condivisa anche dalle organizzazioni umanitarie, ad esempio Amnesty”. Ma mentre l’Iran è percepito come un pericolo e le affermazioni di Khamenei sono bastate per far ritardare la visita a Teheran del ministro degli esteri italiano Franco Frattini, Israele non è percepito come un pericolo dall’Occidente e, “anzi – precisa Sabahi – è visto come una potenziale vittima”.

Per spiegare il presente, è necessario ripercorrere le vicende del paese: “L’Iran in questi cent’anni non ha invaso nessuno, è stata invece occupato nel 1941 dagli alleati, è stato vittima di un colpo di stato americano nel 1953 e nel 1980 invaso dalle truppe di Saddam Hussein; mentre Israele due mesi fa ha ucciso 1350 palestinesi”. “Questa risposta agli attacchi di Hamas è considerata legittima da parte della comunità internazionale. Così come quando si legge sul Jerusalem Post che se Israele vuole bombardare l’Iran nessuno si indigna”.

È necessario allora guardare al di là della minaccia, ai risultati effettivi. “Israele ha fatto molti danni, sia materiali sia alle persone, nei Territori palestinesi. Non vedo perché la comunità internazionale (e quindi i contribuenti) debba pagare 4 miliardi e mezzo di dollari per ricostruire Gaza, quando la distruzione di Gaza è da imputare a Israele. Con il senno di poi la comunità internazionale avrebbe dovuto trovare il coraggio di fermare la distruzione della Striscia”.

“Bastava fare la voce grossa a Washington, piuttosto che a Londra, e non avremmo avuto la distruzione di 14 mila abitazioni, centinaia di fabbriche, centinaia di scuole”. “Per una serie di motivi basta una parola come ‘cancro’ detta verso Israele dal leader supremo iraniano, in un discorso di undici pagine, che fa più clamore della minaccia di Israele di bombardare l’Iran. E, ribadito che certe affermazioni da parte iraniana sono inaccettabili, questo non è giusto”.

Manca inoltre fiducia da parte della comunità internazionale nei confronti dell’Iran: “perché il programma nucleare, anche se a scopi pacifici, è andato avanti in modo segreto per diversi anni, e questo non è solo una violazione del Trattato di non proliferazione ma non aiuta sicuramente il dialogo fra l’Iran e l’Occidente”. Nella sua storia, l’Iran ha ratificato, al tempo dello scià, nel 1970, il trattato di non proliferazione e “le autorità della Repubblica islamica non l’hanno mai smentito (anche se avrebbero potuto in qualsiasi momento abbandonare tale trattato) e dare quindi avvio ad un programma nucleare come ha fatto ad esempio la Corea del Nord. È vero che il Pakistan o l’India non hanno mai ratificato il trattato di non proliferazione: proprio in virtù di quel trattato oggi in Iran ci sono gli ispettori dell’agenzia internazionale dell’Onu”.

“L’Iran è un paese grande cinque volte e mezzo l’Italia, quindi non è immediato, neanche per gli ispettori, tenere sotto controllo tutto il territorio. Ci sono allora dubbi effettivi sul fatto che l’Iran nasconda un programma atomico anche se la leadership iraniana nega”. “In una regione – conclude- a rischio come quella del Medio Oriente è un buon deterrente: pensiamo alle minacce di questi mesi di Israele nei confronti dell’Iran: Israele, Pakistan e India hanno l’atomica. L’Iran è stato invaso nel 1980 da Saddam con la connivenza dell’Occidente, la guerra è andata avanti fino all’88 ed è costata un milione di morti. Nel ’98, 11 diplomatici iraniani sono stati uccisi ad Herat, si è rischiata una guerra con i talebani. Per capire il presente bisogna leggere la storia: l’Iran, che ha quei confini dal 1500, e non ha mai avuto mire espansionistiche e anzi ha perso dei territori”. Conclude: “Infine, non avrebbe senso per l’Iran avere l’atomica per bombardare Israele piuttosto che un altro paese. Ma un’Iran atomico è inaccettabile per l’Occidente perché spingerebbe la Turchia, l’Egitto e l’Arabia Saudita a fare altrettanto. Se questi paesi avviassero un programma nucleare l’Occidente sarebbe obbligato a chiedere la denuclearizzazione della regione. Mettendo così in difficoltà lo Stato ebraico che, senza il deterrente nucleare, rischierebbe di soccombere.”(rf)

http://www.redattoresociale.it/

 
6885-sabahi-ecco-perche-loccidente-ha-paura-delliran

7616
EmiNews 2009

Views: 0

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.