6922 Decreto sicurezza, nel Pdl cento parlamentari contro Berlusconi.

20090318 18:57:00 redazione-IT

Franceschini: «È quello che diciamo anche noi»

Rivolta dei deputati del Pdl contro il decreto sicurezza. In cento hanno firmato una lettera per chiedere a Silvio Berlusconi di non porre la fiducia sul decreto sicurezza perché l’introduzione del reato di clandestinità le norme riguardanti la denuncia dei clandestini da parte dei medici (ma, secondo i firmatari anche da parte degli insegnanti) sono «inaccettabili».

Il segretario del Pd, Dario Franceschini, ha apprezzato l’iniziativa dei cento parlamentari: «È quello che diciamo anche noi da tempo», ha sottolineato. «Come si può immaginare di costringere i medici a denunciare gli immigrati che vanno a curarsi in un pronto soccorso? Si tratterebbe di una legge non solo immorale, ma carica di rischi per la popolazione italiana, a cominciare dalle possibili epidemie derivanti da malattie non curate», ha spiegato, «per questo il Partito Democratico insiste: si fermino.

«Ti chiediamo – si legge nella lettera inviata dai cento parlamentari al premier – di non porre la fiducia» perché in quel decreto «sono contenute norme a nostro giudizio inaccettabili e che necessitano di indispensabili correzioni». I parlamentari firmatari (tra loro non c’è nessuno della Lega Nord) aggiungono d’esser certi che il premier si renderà conto «di come questo dettato legislativo vada contro i più elementari diritti umani e in particolare dell’infanzia e della maternità».

Nella lettera si respinge l’interpretazione secondo cui il provvedimento non obblighi i medici alla denuncia dei clandestini che si presentano in ospedale o nei centri di vaccinazione: «Non è così. Anzi, l’obbligo di denuncia potrà riguardare anche gli insegnanti e chiunque eserciti incarichi pubblici». E ciò proprio a causa dell’introduzione in sede penale del reato di clandestinità: in caso di mancata denuncia, infatti, medici e insegnanti violerebbero gli art. 361 e 362 c.p., cioè «il reato di omessa denuncia da parte del pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio».

Sarebbe, sottolineano i firmatari della lettera, «una vera e propria trappola per bambini, da attirare con l’obbligo dell’istruzione, così da individuarli e colpirli proprio con la mano del medico o dell’educatore». E il risultato sarebbe escludere bambini e donne in gravidanza dai livelli educativi e sanitari, con rischi per tutti e un «regresso spaventoso in fatto di civiltà».

Solo se non sarà posta la fiducia, concludono, sarà possibile porre rimedio a quello che altrimenti sarebbe un «errore imperdonabile». A firmare, oltre alla Mussolini che è stata la promotrice, sono tra gli altri Souad Sbai, Valentina Aprea, Mario Landolfi, Beatrice Lorenzin, Fiamma Nirenstein e Enrico Costa.

Dal Pd arriva il commento di Marco Minniti, responsabile sicurezza del Pd: «È molto importante che un numero così rilevante di parlamentari della Pdl segnali la propria profonda contrarietà su alcune norme contenute nel ddl sulla sicurezza come quelle che prevedono la denuncia degli immigrati clandestini da parte dei medici o di chiunque eserciti incarichi pubblici. È un tema su cui riteniamo si giochi una partita di civiltà per il nostro paese. Su questi temi sono intervenute autorevolmente tutte le associazioni dei medici italiani per rilevare come queste norme non solo mettono in discussione i principi fondativi della professione medica ma espongono a seri rischi l’intera salute pubblica. Noi che ci siamo opposti sin dal primo momento a queste norme sbagliate ed odiose troviamo quindi ulteriori ragioni per confermare la nostra battaglia politico parlamentare».

Anche il leader della Lega Umberto Bossi interviene in materia. E a chi gli chiede della lettera di 101 parlamentari sul ddl sicurezza dice: «Sono numeri che voi ingigantite come al solito». Poi, a chi gli chiede non sia preoccupato di eventuali modifiche al ddl replica: «No. Secondo me, resta come è stato approvato al Senato».

http://www.unita.it/

 
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EmiNews 2009

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