6943 Casa, indagine Cgil/Sunia : Rischio sfratto per 150 mila famiglie

20090323 16:43:00 redazione-IT

Nel 2008 affitti cresciuti del 16%. Con la crisi, licenziamenti e cassa integrazione in molti non potranno più pagare il canone. A Milano e Roma la casa si mangia l’80% del reddito (se si ha un lavoro). E il governo svuota il fondo di sostegno all’affitto

In Italia esplode l’emergenza casa. Non quella di chi la casa la possiede e potrà allargarla – grazie all’imminente Piano edilizio del governo – se ha qualche soldo da parte. Ma quella di chi vive in affitto, ha uno stipendio da lavoratore dipendente o pensionato che non è aumentato nemmeno di un centesimo mentre il canone continua a crescere, oppure ha perso il lavoro a causa della crisi e non è più in grado di far fronte alle spese. Da uno studio della Cgil e del Sunia si evince che nel triennio 2009/2011 150 mila famiglie, ormai incapaci di far fronte al pagamento dell’affitto, rischieranno di perdere la propria abitazione a causa di uno sfratto per morosità.

Dall’indagine della confederazione e del sindacato inquilini (titolo: “La crisi economica acuisce il fenomeno degli sfratti per morosità”) emerge che è sempre più forte la difficoltà per le famiglie in affitto di sostenere gli attuali livelli di mercato. Il mercato dell’affitto privato, si legge nell’indagine Cgil-Sunia, è caratterizzato da quella famiglia tipo che oggi più che mai subisce gli effetti della crisi economica: il 20,5% dei nuclei sono unipersonali (di questi il 58% composti da donne), il 67% delle famiglie in affitto percepiscono un solo reddito e in queste il 39,6% è rappresentato da operai e il 29,2% da pensionati, più di un quinto dei capofamiglia ha oltre 65 anni e un quarto è costituito da donne.

L’indagine rileva come per le famiglie dove spesso l’unica entrata è un reddito da lavoro dipendente o una pensione, l’affitto incida con percentuali insostenibili: tra il 40 e il 50% a Genova e Torino, tra il 50 e il 70% a Bologna e Firenze, oltre il 70% a Milano e Roma. In generale le spese totali per l’abitazione gravano sul reddito mediamente tra il 50 e il 70%, con i casi eclatanti di Milano e Roma, dove l’incidenza oscilla tra l’82 e il 92%. A fronte di un reddito medio da lavoro dipendente sostanzialmente invariato (considerato pari a 16.045 euro annui, al netto delle imposte e dei contributi, secondo il dato di Banca d’Italia ‘I bilanci delle famiglie italiane’ dell’anno 2006), gli affitti sono aumentati del 16% nel corso del 2008.

La dimostrazione del pericolo che incombe su 150 mila famiglie nel prossimo triennio emerge dall’indagine compiuta dall’Ufficio Studi del Sunia, in collaborazione con la Cgil, su un campione di 1 mila famiglie sottoposte a sfratto per morosità. Si rileva come l’acuirsi della crisi economica stia colpendo le famiglie di lavoratori dipendenti e pensionati anche sul fronte abitativo. Infatti, sul campione preso in esame, si evidenzia che il 24% delle famiglie sfrattate per morosità ha subìto la perdita del posto di lavoro del primo percettore del reddito, mentre un altro 22% delle famiglie ha un reddito da lavori precari e un altro 21% vive con la sola cassa integrazione.

Solo negli ultimi cinque anni circa 120 mila famiglie hanno perso la loro abitazione, come emerge dai dati dell’Ufficio Centrale di Statistica del Ministero dell’Interno del dicembre 2008. Nella quasi totalità, per circa 100 mila casi, il provvedimento di sfratto è stato eseguito per morosità a causa dell’incidenza altissima dell’affitto sul reddito percepito. Inoltre, agli sfratti già compiuti si aggiungono molti emessi e non ancora eseguiti: altre 50 mila famiglie rischiano di perdere la propria abitazione con l’esecuzione dello sfratto. Guardando le aree metropolitane a più alta tensione abitativa – si evidenzia sempre nell’indagine Cgil/Sunia – nel complesso sono stati emessi quasi 100 mila sfratti per morosità e circa 90 mila famiglie hanno subìto un’esecuzione del provvedimento: a Milano e Roma circa 20 mila famiglie, a Napoli quasi 15 mila, a Torino più di 10 mila. Mentre a Genova, Firenze, Palermo e Roma circa il 10% delle famiglie in affitto, escludendo le abitazioni di proprietà pubblica, hanno subìto uno sfratto per morosità.

A questa situazione si aggiunge il progressivo svuotamento del fondo di sostegno all’affitto che, al contrario degli affitti aumentati negli ultimi anni del 130%, ha visto ridurre gli stanziamenti governativi. Oggi è insoddisfatta una domanda abitativa sempre più crescente, formata dalle oltre 600 mila famiglie che hanno fatto richiesta ai comuni per ottenere un alloggio popolare, alle migliaia di giovani costretti a rimanere nel nucleo originale, ai lavoratori migranti che spesso vivono in condizioni abitative disumane.

“Rispetto a queste che sono le vere esigenze del Paese il governo propone un Piano per chi ha già casa”, osserva la segretaria confederale della Cgil, Paola Agnello Modica, che aggiunge: “In attesa di conoscere la integrale proposta del Governo di un piano che viene spacciato per ‘Piano Casa’ ma che è in realtà un ‘Piano per l’edilizia”, per Agnello “già è chiaro che dall’agenda politica sparisce il tema dell’edilizia sociale e dell’affitto. Significativo infatti che dei 550 milioni stanziati dal Governo Prodi, l’attuale Governo ne conceda con un anno di ritardo solo 200 alle Regioni, mentre riduce le risorse per chi è in affitto tagliando i soldi per il fondo sociale”.

Per il segretario generale del Sunia, Luigi Pallotta, “di fronte a questo scenario il Governo si propone di varare un ‘Piano Casa’ che non affrontata i problemi di queste famiglie e che, anziché concentrarsi sul rilancio del mercato dell’affitto a prezzi sostenibili, si indirizza ancora una volta verso la casa in proprietà che in Italia ha raggiunto livelli difficilmente superabili”. Per Pallotta, “un vero Piano Casa deve partire dall’esigenza di allargare l’offerta di alloggi in locazione a canoni sostenibili dalla domanda e coniugare questa necessità con l’altra, altrettanto importante, di riqualificare le città sotto il profilo urbanistico, energetico e della sicurezza degli edifici. Tutto il contrario – conclude – rispetto all’incentivazione di piccoli e grandi interventi speculativi a danno del territorio ed alla liquidazione totale dello scarso patrimonio abitativo pubblico”.

http://www.rassegna.it//articoli/2009/03/22/44560/rischio-sfratto-per-150-mila-famiglie

 
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EmiNews 2009

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