6969 Il testamento biologico non esiste più. La volontà delle persone non sarà più vincolante

20090326 14:22:00 redazione-IT

[b]E’ stato approvato in Senato una modifica sostanziale che cancella, di fatto, l’idea di testamento biologico. Il medico non sarà più vincolato dal volere del paziente. Finocchiario: «Ora il testo è pura finzione». Marino: «È il bacio della morte alla legge sul fine vita». Stasera il voto finale.[/b]

Il Senato ha approvato con 141 sì e 111 no e 4 astensioni l’articolo 4 del testamento biologico che riguarda la forma e la durata della dichiarazione anticipata di trattamento. È passata una modifica sostanziale che cancella, di fatto, la vincolatività delle dichiarazioni anticipate di trattamento (dat) per i medici.
È stato accolto un emendamento dell’Udc, a prima firma del senatore Fosson, che modifica il primo comma dell’articolo e questa scelta ha scatenato una bagarre in aula con le proteste dell’opposizione che ha accusato la maggioranza di aver «svuotato la legge» che ruota proprio sul concetto del testamento da parte del malato che vuole evitare l’accanimento terapeutico.
«Eravamo qui – ha protestato Anna Finocchiaro – per scrivere un testo sulle dichiarazioni anticipate di trattamento, ma con questo emendamento mi chiedo di cosa stiamo discutendo, visto che le dichiarazioni non conteranno assolutamente nulla. C’è un limite oltre il quale la finzione non si regge più».

Ha controbattuto il relatore Raffaele Calabrò che ha spiegato come l’intenzione è quella di «tener conto delle valutazioni del medico» visto che ci possono essere progressi della medicina che vano presi in considerazione e ha definito il testamento biologico «non rigido» e sottoposto alla valutazione del medico.

Il senatore del Pd, Ignazio Marino, ha sostenuto che con le dat non più vincolanti, le stesse dichiarazioni «sono ormai del tutto prive di senso».

«L’eliminazione del vincolo giuridico della dichiarazione anticipate di trattamento va contro ogni buonsenso e mostra come la maggioranza non abbia avuto neanche la coscienza di quello che aveva detto appena pochi giorni fa». Lo afferma il senatore Felice Casson, capogruppo del Pd in commissione Giustizia spiegando che «a questo punto questa norma, così com’è impostata, è soltanto una presa in giro per i cittadini, perchè si fanno fare delle dichiarazioni che non hanno alcun senso, di cui altre persone possono fare quello che vogliono. Nei fatti, si fa carta straccia delle dichiarazioni di tutti quegli italiani che intenderanno sottoscriverle».

Un altro emendamento approvato all’articolo 4 prevede che le dichiarazioni anticipate di trattamento hanno validità per un periodo di tre anni e non più di 5 anni, come era stato deciso in Commissione Sanità.

Inoltre le Regioni dovranno assicurare assistenza domiciliare per i soggetti in stato vegetativo persistente. Lo prevede l’articolo 5 del ddl sul testamento biologico, approvato dall’Aula del Senato. L’articolo, secondo una riformulazione proposta dal relatore del ddl Raffaele Calabrò, è stato approvato dall’Aula e recita: «Il ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali di intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, adotta le linee guida cui le regioni si conformano nell’assicurare l’assistenza domiciliare per i soggetti in stato vegetativo permanente».

Dopo l’ultimo voto al Senato sul testamento biologico che ha stabilito che le Dat non sono vincolanti, i senatori dell’Italia dei valori si sono presentati ai giornalisti, nella sala lettura di palazzo Madama, con appesi al collo cartelli con su scritto ‘referendum’, ‘testamento ideologicò, ‘testamento-bioillogicò.

Sono il capogruppo Felice Belisario, Stefano Pedica, Giuseppe Caforio, Elio Lannutti, Francesco "Pancho" Pardi, Giuliana Carlino e Nello Di Nardo. Belisario ha poi spiegato che «l’aula di palazzo Madama sta approvando una bruttissima legge che imbroglia gli italiani. L’Idv proporrà ai cittadini di impugnare subito la legge con un referendum abrogativo riportando i cittadini al centro delle scelte. Lo Stato viene dopo la volontà dei cittadini».

Questo il commento di Maurizio Sacconi ministro del Welfare. «Trova conferma quella strumentazione rivolta alla dignità della persona e al valore della persona che avevamo auspicato». «Trova conferma – ha affermato il ministro – la disciplina per quanto riguarda la garanzia in ogni caso di nutrizione e idratazione, che costituiscono risposte ai bisogni vitali della persona e non terapie. Il caso Englaro – ha aggiunto – non sarebbe con questa norma più possibile».

Sacconi ha inoltre rilevato come nel testo approvato dall’Aula «si disciplina un modo per la persona di rappresentare la propria volontà rispetto alle terapie che non è del tutto vincolante, come è sempre stato nel testo del relatore». C’è cioè, ha commentato Sacconi, «sempre un’ultima parola del medico, che deve tener certamente conto della volontà della persona, ma considerarla nelle concrete condizioni anche dal punto di vista delle evoluzioni della scienza che si sono nel frattempo prodotte».

Il governo, ha concluso il ministro, «è soddisfatto per l’esito del lavoro parlamentare, per il quale ringrazia il presidente del Senato che ha garantito i tempi ed il sottosegretario Roccella che ha curato tutto l’iter del provvedimento».

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Obiezione contro la legge: La Cgil invita alla disubbidienza

Il testamento biologico in approvazioneoggi al Senato «calpesta la professionalità e la deontologia dei medici, obbligati a mantenere negli stati vegetativi ilsondino sempre e comunque, al di là di ogni rispetto delle volontà anticipate e di chiare situazioni di ccanimentoterapeutico». È la dura presa di posizione di Massimo Cozza, segretario della Fp Cgil Medici, che propone: «Si introducaalmeno l’obiezione di coscienza a tutela dell’etica professionale e di possibili inutili prolungate sofferenze
delle persone non più in grado di esprimere la propria volontà, costrette all’alimentazione ed alla nutrizione artificiale fino alla fine». La Cgil Medici invita «tutti medici italiani a ribellarsi a questa imposizione ideologica e a far sentire la loro voce per modificare il testo alla Camera. Rivendichiamo l’autonomia professionale, la centralità del rapporto medico-paziente e la possibilità di agire secondo scienza e coscienza. Se la Camera non cambierà questo testo antiscientifico ed anticostituzionale – conclude Cozza – ci batteremo fino in fondo con tutti i possibili ricorsi ed arrivando, se necessario, a sostenere un referendum».

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Veronesi: «Il referendum? Mi sembra inevitabile»
di Lucà Lando

La volontà del malato può attendere. Lo ha deciso ieri il Senato votando l’articolo 3 del disegno di legge della maggioranza sul testamento biologico. Un voto strategico che impedisce ai medici di sospendere idratazione e alimentazione artificiali e che regala all’Italia una brutta legge. «Peggio: una legge anticostituzionale e inutile», dice Umberto Veronesi, oncologo di fama e senatore del Pd, che oggi sarà di nuovo in Aula a votare il testo finale.

«È incostituzionale perché la Carta sancisce il diritto della persona di rifiutare le cure. Ora, se i cittadini possono rifiutare di essere nutriti con un sondino, non si capisce perché non abbiano più questo diritto nel caso perdano la capacità di esprimersi. Ed è una legge inutile perché il testamento biologico è nato con un solo obiettivo: poter rifiutare la vita artificiale. Poichè alimentazione e idratazione forzata sono le condizioni indispensabili per mantenere la vita artificiale, di fatto la legge nega questa possibilità. Avremo una legge che nega l’obiettivo per cui è nata: è un’assurdità».

Quali saranno i risvolti pratici?
«Che nessuno farà il testamento biologico. Perché esprimere in anticipo le proprie volontà sapendo che saranno poi disattese? Oppure tutti faranno il testamento biologico come se la legge non esistesse, sapendo di essere protetti dalla Costituzione e dal Codice di Deontologia medica che obbliga il medico a rispettare le volontà del paziente. E succederà che molti medici faranno obiezione di coscienza per rispetto dei loro malati. Se questa legge non rispetta i diritti dei cittadini, non rispetta neppure quelli dei medici. Credo che difficilmente si potrà evitare un referendum abrogativo».

Era meglio non fare nulla?
«Senza dubbio: piuttosto che una cattiva legge è meglio nessuna legge. In realtà il testamento biologico è da considerarsi già valido nel nostro ordinamento in base, come abbiano detto, alla Costituzione, al Consenso Informato, al Codice deontologico medico e alla Convenzione di Oviedo che il nostro Paese ha ratificato. Ovviamente era auspicabile una legge perché quando esiste un diritto, ci vorrebbe anche una norma che lo tuteli. Ma questa legge invece di tutelare il diritto al rifiuto delle cure, lo cancella. Dal punto di vista dei diritti civili è un grosso passo indietro».

Torniamo all’ipotesi del referendum, non è un’arma a doppio taglio visto il precedente della legge 40?
«Più che altro mi sembra inevitabile, come ho detto prima. Ma penso che il risultato sarà molto diverso da quello sulla legge 40 perché diverso è il problema su cui i cittadini sono chiamati a esprimersi. La morte e la sua naturalità, l’invasione della medicina tecnologica nella nostra vita, riguardano veramente tutti mentre la fecondazione assistita riguarda una fascia precisa di donne o meglio di coppie. La gente non andò votare perché i quesiti erano complicatissimi e perché non sentiva il problema».

Dopo la legge 40 un’altra legge che va contro i diritti dei cittadini: che sta succedendo in Italia?
«Che c’è la tendenza a imporre delle verità di fede anche a chi la fede non ce l’ha».

È solo un problema di ingerenza vaticana o c’è anche dell’altro, ad esempio una difficoltà ad affrontare temi difficili ma importanti?
«Sicuramente esiste una difficoltà culturale di base, ma proprio per questo ci vuole ancora più apertura mentale e non chiusura ideologica. Questi temi, per complessi che siano, saranno posti sempre più di frequente alla riflessione di cittadini e politici: pensiamo alle staminali embrionali, appena “liberalizzate” da Obama. Dobbiamo prepararci perché la scienza non si ferma. Per fortuna».

Ieri si è deciso con voto segreto: è vero che si trattava di un tema personale ma i cittadini non hanno diritto di conoscere le posizioni di chi li rappresenta?
«È vero, ma il voto segreto dà qualche garanzia in più di un voto secondo coscienza, più libero dalle influenze e i ricatti degli schieramenti».

Il Pd ha lasciato libertà di coscienza: lei è d’accordo o si è trattato di un modo per non affrontare il problema?
«Evitare il problema direi di no. Ci sono aspetti positivi e negativi: da un lato trovo giusto che un partito lasci libertà di coscienza e rappresenti una pluralità di idee, dall’altro le lacerazioni che sono emerse non sono certo rassicuranti».

Lei è sempre stato un convinto sostenitore della forza della ragione: lo è ancora dopo quanto accaduto?
«Legge o non legge, la gente non rinuncerà al diritto di vedere le proprie volontà rispettate. Il movimento intellettuale a favore del testamento biologico non è un fenomeno italiano, è mondiale e non si fermerà. Anche per questo invito tutti i cittadini a sottoscrivere il proprio testamento biologico, come ho fatto io, affidandolo a un fiduciario e se possibile depositandolo da un notaio, prima che si concluda l’iter di approvazione di questa legge. È un documento semplice, il modello si può trovare su internet, per esempio su You Tube, o sul sito della mia Fondazione».

www.unita.it

 
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EmiNews 2009

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