6965 Giuliani (Cne), sulla proposta di legge di modifica di Comites e CGIE del Sen. Micheloni

20090326 10:20:00 redazione-IT

Rino Giuliani (Cne): Considerazioni a margine della proposta di legge di modifica di Comites e CGIE del Senatore Micheloni

– Il senatore Micheloni mi ha fatto pervenire ieri la sua proposta di legge di modifica di CGIE e Comites inviata ad indirizzo multiplo, nell’ordine, a “Presidenti e membri Comites,Segretario generale, vicesegretari e membri CGIE, Coordinatori dei Circoli Pd all’estero e a Presidenti di Associazioni“.
In verità nel composito indirizzario gli indirizzi e-mail non sono quelli di presidenti delle associazioni nazionali ma quelle dei singoli componenti l’Ufficio di Presidenza della CNE ignorata tuttavia, in quanto tale, come interlocutrice, su questioni, quale la riforma dei Comites, d’interesse dell’associazionismo.
Me ne rammarico senza stupirmi e non certo soltanto per una questione di forma.

Sul merito delle proposte presentate in parlamento la CNE, come già anticipato, esprimerà le sue valutazioni e le sue proposte.

“Mi potete inviare i vostri contributi agli indirizzi e-mail menzionati in basso”- termina la lettera il senatore Micheloni – restando a disposizione per eventuali informazioni supplementari”.

Non è quello che avremmo voluto quando, a suo tempo, auspicando un confronto corrente, primi fra tutti organizzammo, come CNE, l’incontro, con i nuovi parlamentari dell’estero e quando li abbiamo invitati alle
nostre riunioni per discutere in confronti aperti, diretti, di merito.

Noi avremmo voluto che delle nostre valutazioni si tenesse conto prima e che queste contribuissero alla formulazione della proposta di legge. Lo si poteva fare nella informalità oppure promovendo una udienza conoscitiva
come si usa fare con soggetti collettivi e con singoli dei quali si ricerca il contributo d’idee. Ora invece ci si invita ad utilizzare la buca elettronica delle lettere.

Il senatore Micheloni prefigura per il futuro i Comites come “strutture di rappresentanza locali capaci di raccogliere e coordinare le richieste dei cittadini residenti all’estero per poi indirizzarle ai parlamentari” atteso che di ciò hanno bisogno i parlamentari eletti all’estero “perché possano svolgere il loro lavoro in modo serio ed efficace”.

Il senatore Micheloni completa il suo pensiero chiosando:” È proprio in seguito ai cambiamenti intervenuti con l’istituzione della Circoscrizione estero e la conseguente elezione dei parlamentari ivi residenti, che le strutture di rappresentanza vanno riformati per diventare più organiche, funzionali e adeguate al nuovo scenario politico”.

I parlamentari eletti all’estero, anch’essi senza vincolo di mandato, con i loro uffici elettorali e con l’articolazione organizzativa all’estero in crescita, stando alle dichiarazioni stampa dei partiti italiani anche di recente e recentissima costituzione, per interpretare i bisogni le aspettative degli italiani all’estero hanno davvero necessità di far trasformare, per legge i Comites in loro osservatori sociali, in loro centri studio per indagini sulla customers satisfaction dei cittadini al riguardo dell’azione dello stato-apparato verso i connazionali all’estero?.

Una volta eliminate le associazioni dovremo assistere all’estero alla generalizzazione delle liste di partito anche per l’elezione dei Comites le cui avvisaglie sono nella recentissima elezione del Comites di Saarbruchen
? E’ questo il nuovo che avanza rispetto alla autorganizzazione del sociale che noi vogliamo come pluralistico rinnovato tramite delle nostre comunità all’estero?

Ma davvero la rappresentanza, perché di questo si tratta, dei nostri connazionali deve rinunciare ad essere tale per riduttivamente trasformarsi in strutture locali con ruolo tecnico- operativo di raccolta e coordinamento di richieste?.

L’autoreferenzialità di tale impostazione confligge con l’idea che abbiamo dell’utilità della permanenza del pluralismo della rappresentanza da quella sociale delle associazioni, dei Comites e delle consulte regionali
dell’emigrazione a quella politica dei partiti politici ed istituzionale dei parlamentari.

Il senatore Micheloni sostiene che i Comites devono diventare più organici, funzionali e adeguati al nuovo scenario politico.

Proponendo per il Comites un ruolo quale quello tecnico contenuto nella sua proposta di legge effettivamente lo si rende funzionale ad un sistema istituzionale, quale quello odierno, in potenziale involuzione, che vede i parlamentari indicati dalle segreterie dei partiti, la preferenza un “di troppo” da eliminare del tutto, l’attività parlamentare ridotta e, per alcuni surrogabile da una maggiore attivazione sostitutiva dei capigruppo
dei partiti, un consiglio dei ministri che approva leggi finanziarie in pochi minuti e che usa il voto di fiducia su una gamma estesissima di provvedimenti. Sicuramente sarebbe più adeguato e più organico allo scenario politico ma c’è da chiedersi se gli elettori dell’attuale opposizione parlamentare molti dei quali attivi nelle associazioni e nei comites condividano questa auspicata organicità, funzionalità e questo adeguamento.

 
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EmiNews 2009

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