7022 ATO in USA: Riparala ancora, Tom

20090402 12:54:00 redazione-IT

di Emanuela Medoro

La frase del titolo è la traduzione in italiano di un singolare modo di leggere in Inglese la parola FIAT, Fabbrica Italiana Automobili Torino, nonché voce dal verbo latino fio/fis/factum est/fieri, passivo del verbo facere, es.:fiat lux et lux fuit.
In Inglese questa parola può essere letta come un acronimo, ovvero parola nuova formata con le lettere iniziali di parole vecchie, che significa: Fit it again, Tom, ovvero: Ripara ancora una volta la mia macchina,Tom,… si è rotta di nuovo, è fragile, è scadente, non vale niente, etc. etc.
Sentii veramente questa singolare lettura della parola Fiat negli USA nel 1996, tredici anni fa, in piena era democratica Bill Clinton, era delle sicurezze, dell’economia in pieno vigore, delle macchine grosse e toste, quelle che bevevano ettolitri di benzina senza problemi, tanto costava poco e l’idea di emissioni velenose di anitride carbonica non era ancora molto diffusa.

Queste macchine erano allora ancora simboli di un consumismo spensierato cui tutti nel mondo potevano, anzi dovevano aspirare, per adeguarsi al modello americano di perseguimento della felicità nel mondo dell’economia a crescita infinita.
Segue l’era repubblicana G.Bush, tradizionalista ed ardentemente religiosa, con il suo disastroso crollo di finanza e banche, licenziamenti, disoccupazione, pignoramenti delle case e gente che va vivere nei campeggi. Tuttociò deve aver trascinato nel crollo anche un mondo di certezze.
Il pacchetto stimolo dell’ economia presentato dal presidente B.Obama si accompagna a sostituzioni dei dirigenti ai vertici di quelle compagnie che hanno bisogno di massicce quantità di danaro del contribuente per salvarsi dal fallimento. Ed ecco le dimissioni su richiesta del governo di Richard Wagoner, capo della General Motors, che ha lasciato il suo posto di dirigente del colosso di Detroit sull’orlo del fallimento con una magnifica buonuscita di 20 milioni di dollari, grazie a due piani pensione.
Nello stesso tempo si parla del patto Chrysler-Fiat.Grande orgoglio in Italia per questo accordo, le nostre piccole 500, pratiche e poco inquinanti, chiamate a salvare dal fallimento le grosse SUV ed i comodissimi pickup,camioncini per famiglie. Che rivincita su fit it again, Tom! Sono buone, dunque, le nostre economiche piccolette, progettate per città con strade affollate, strette e tortuose, e lo saranno anche su quelle americane, diritte ed infinite. Torino è di colpo al centro dell’attenzione del mondo per la sua produzione di macchine con caratteristiche tecnologiche innovative, che ben si inseriscono nella politica verde dell’attuale governo americano. “Fiat partner ideale, così rilanceremo la Chrysler”, dice B.Obama.
Queste manifestazioni di interferenza statale dell’economia suscitano alte proteste da parte dei repubblicani che vedono aspetti devastanti per l’economia delle imprese private ed il futuro del paese. Un altro esempio recente di questa interferenza potrebbe essere una notizia di agenzia che titola:Governo USA fa causa a Bp per inquinamento da petrolio in Alaska, perchè BPXA ha scaricato illegalmente più di 200.000 galloni di petrolio nel mare a causa di grosse perdite dalle condutture nella primavera estate del 2006. Il fatto è accaduto in Alaska, e ci rammenta lo slogan della governatrice Sarah Palin a proposito di trivellazioni petrolifere: Drill,baby,drill!
Non sono affari degli italiani, sono cose americane che in definitiva ci riguardano solo marginalmente, a parte l’orgoglio di campanile suscitato dall’affare FIAT, e gli echi e le conseguenze dei fatti americani che inevitablmente si manifestano anche in eurolandia. A noi, in questi giorni declassati a popolo cui si devono panem et circenses, quando erroneamente credevamo di essere cittadini portatori di diritti e doveri sanciti dalla Costituzione, non resta altro che applaudire, tacendo, il Re Sole.

emedoro@gmail.com
31 marzo 2009

 
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