7142 Lettera aperta del Comites di Monaco al Sottosegretario Mantica

20090427 10:56:00 redazione-IT

Il Presidente ed il Vicepresidente del Comites di Monaco di Baviera hanno inviato la seguente lettera al sottosegretario con competenza sugli Italiani all’estero, sen. Alfredo Mantica:

Gentile Sottosegretario,
dalle note di agenzia avrà forse letto il sincero apprezzamento che abbiamo recentemente espresso per la proficua collaborazione esistente con il Consolato Generale di Monaco di Baviera. A maggior ragione desideriamo testimoniarLe oggi la viva preoccupazione per le difficoltà che il nostro Consolato Generale si troverà fin dai prossimi mesi ad affrontare nel servizio alla comunità italiana. Il congelamento del secondo posto diplomatico e di ulteriori due collaboratori e la riduzione degli stanziamenti per il funzionamento della sede penalizzeranno infatti fortemente il servizio all’utenza. Tale situazione ci pare rifletta una preoccupante sottovalutazione del ruolo dello stesso Consolato Generale in una realtà come quella bavarese, in cui la complessità degli interessi italiani è pari solo all’articolazione della nostra comunità.

Ad una collettività di origine migratoria ancora alle prese con irrisolti problemi di crescita sociale, culturale ed economica, si affiancano altre importanti realtà italiane che – anche se numericamente meno significative – concorrono ad arricchire la nostra presenza in questo angolo di Germania: dal mondo dell’economia a quello accademico e culturale, dal comparto della ricerca scientifica e della medicina a quello delle libere professioni, senza dimenticare il settore della difesa, con importanti interessi nel campo industriale ed una qualificata presenza sia in termini di aziende del settore pubblico che di uomini delle nostre Forze Armate. Senza tralasciare poi i nostri quadri in due importanti istituzioni internazionali che qui a Monaco hanno sede, quali l’Ufficio Europeo dei Brevetti e l’ESO (European Southern Observatory). Sul piano politico vorremmo infine ricordare che la Baviera è sede unica di uno dei partiti, la CSU, che in coalizione con la CDU esprime a Berlino il Cancelliere federale.

A fronte di questa situazione, nella nostra funzione di Presidente e Vicepresidente del COM.IT.ES. avvertiamo tutto il peso della nostra responsabilità di fronte alla comunità italiana che ci ha eletto e che siamo chiamati a rappresentare. In questa veste non possiamo esimerci dal segnalare a Lei, Signor Sottosegretario, in quanto delegato per le comunità italiane all’estero, che nelle attuali condizioni le Istituzioni italiane qui presenti non riusciranno più ad assolvere adeguatamente ai propri compiti: né sul piano dei servizi amministrativi, né su quello della cura dei rapporti con le Autorità bavaresi, né su quello del raccordo – quando non anche della promozione – dei diversi interessi che la Comunità italiana nel suo insieme esprime. E tale scenario risulterebbe infinitamente peggiore se la profilata chiusura del Consolato a Norimberga andasse ad appesantire ulteriormente il gravame del Consolato Generale di Monaco di Baviera.

Ben sappiamo che tale situazione scaturisce dall’urgenza di un drastico ridimensionamento della spesa pubblica a fronte di una difficile congiuntura finanziaria che tocca il nostro Paese come ogni altro al mondo. Non intendiamo qui contestare la dolorosa scelta di procedere ad una ristrutturazione della nostra rete diplomatico-consolare. Tale ristrutturazione dovrebbe però scaturire da una meditata e trasparente valutazione del complesso dei nostri interessi su scala mondiale, nella quale si considerasse anche il ruolo che la presenza dell’Italia ha o può avere nelle diverse aree ed il peso dei possibili ritorni per il Paese.

Abbiamo viceversa l’impressione che i tagli operati per il 2009 e quelli – forse ancor più significativi – che si profilano per il prossimo biennio rispondano invece ad una episodicità su cui fa premio l’urgenza, anche temporale, del risparmio. Se così non fosse, dovremmo trarne la conclusione che fra le priorità del nostro Paese non rientra più la cura e la protezione delle nostre comunità all’estero. Una scelta che non condivideremmo, ma rispetto alla quale apprezzeremmo comunque l’onestà intellettuale e politica di una sua chiara esplicitazione. Meno apprezzabile ci apparirebbe invece il silenzio su una scelta eventualmente già compiuta, l’affievolita attenzione, appunto, verso le nostre comunità all’estero. Un silenzio che rischierebbe di essere dai più confuso per una mancanza di coraggio da parte della nostra classe dirigente nell’assumere la responsabilità politica del nuovo indirizzo. Un silenzio che non vorremmo fosse nel contempo teso a scaricare sulle nostre strutture consolari le inevitabili proteste e tensioni per un’attività di servizio inevitabilmente destinata a non esser più quella che abbiamo conosciuto finora. Né sul piano quantitativo, né sul piano qualitativo, malgrado non dubitiamo affatto dell’impegno del Console Generale e del personale consolare.

Temiamo tuttavia che la penalizzazione del Consolato Generale di Monaco di Baviera vada letta nel ben più generale, ma non dichiarato disegno di ridimensionamento del pubblico impiego e di declassamento del ruolo della carriera diplomatica. Un declassamento, quest’ultimo, che tocca anche le sue strutture all’estero (a partire dai Consolati) e che rappresenta appunto il riflesso di una declinante attenzione per le nostre comunità al di fuori del territorio nazionale. Anche in termini relativi, nel confronto con altre sedi consolari in Germania ed in Europa, la contrazione di risorse umane e finanziarie che ci colpisce è particolarmente grave perché tocca una rappresentanza consolare verso cui si rivolge una collettività italiana al cui interno – come ricordavamo – convivono realtà assai differenti e con problematiche diverse le une dalle altre. Comunità tutte accomunate dal fare e poter finora fare sempre riferimento al proprio Consolato Generale, finora caratterizzato per un’efficienza qualitativa andata migliorando nel tempo.

Siamo purtroppo certi che non sarà più così e che la sua operatività – come peraltro quella degli altri uffici consolari in Germania – ne sarà fortemente pregiudicata, a detrimento dell’utenza che essa serve. Non possiamo che prenderne atto ed adeguarci.

Ci permettiamo però di chiedere almeno una correzione nel linguaggio corrente della politica. E cioè il venir meno della retorica patriottarda sul grande valore aggiunto per il progresso e la crescita dell’Italia che rappresenterebbero oggi le comunità italiane all’estero. Ne beneficerebbe l’amor di verità, ma soprattutto un rapporto più trasparente e leale fra la classe dirigente del Paese e l’insieme dei cittadini italiani, ovunque residenti.

Sperando che il senso delle nostre parole possa risultare chiaro e comprensibile, Le inviamo i nostri più cordiali saluti.

dott. Claudio Cumani
Presidente del COM.IT.ES.
di Monaco di Baviera

dott. Mauro Ricci
Vicepresidente del COM.IT.ES.
di Monaco di Baviera

 
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EmiNews 2009

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